Il nuovo numero
Diamo la parola ai giovani sui problemi dell’Italia. Mentre le liste elettorali sono piene di redivivi e vecchi nomi. E la crisi energetica si prepara a colpire in autunno famiglie e aziende. Ecco cosa trovate sul numero in arrivo. E gli articoli in anteprima per gli abbonati digitali
di Angiola Codacci-Pisanelli
Una giovane coppia di spalle su un muretto davanti al mare: è il simbolo della Generazione Z alla cui “Agenda” il nuovo numero dell’Espresso dedica la copertina. E un lungo servizio in cui si dà la parola ai ventenni sui temi che li interessano di più. Sono, purtroppo, argomenti ignorati dalla politica. Ma sarebbero un ottimo programma per il governo che verrà.
Diritti, ambiente, scuola, lavoro, cultura. Sono i problemi su cui L’Espresso ha chiesto ai più giovani di proporre soluzioni.
Si comincia con Mathias Mancini, portavoce dei Fridays For Future, che spiega perché il clima e l’equità sociale sono due battaglie parallele: nelle prime parlamentari da quando esiste il movimento, l’orario di lavoro e la scelta di quali fonti di energia promuovere devono essere al centro della campagna.
A parlare di scuola sono Federico Bernardini, Sihem Boutobba e Mattia Maurizi, rappresentanti di licei di Torino, Milano e Roma: forti di un movimento nato dopo la morte di Lorenzo e Giuseppe, i due studenti rimasti vittime di incidenti durante l’alternanza scuola-lavoro, annunciano uno sciopero generale in autunno se non ci saranno risposte concrete su spazi e opportunità migliori per tutti gli studenti.
Emma Ruzzon, presidente del Consiglio degli universitari di Padova, denuncia la deriva elitaria dell’università italiana a corto di alloggi per i fuori sede e di servizi per tutti gli studenti. L’attivista sociale Ferdinando Pezzopane spiega il legame perverso tra incentivi a pioggia e precariato, Leonardo Moraglia dell’Arcigay si prepara a una campagna elettorale in cui la destra provocherà in continuazione sui diritti e sulla vita privata della galassia Lgdtqi+ e la scrittrice italo-nigeriana Sabrina Efionayi chiede più spazi per la cultura, il teatro, l’aggregazione culturale dei giovani. E L’Espresso apre alle istanze dei giovani anche oltre il numero in edicola: aspettiamo le proposte di tutti i ragazzi che vorranno contribuire a dettare alla politica la loro #AgendaZ.
All’idea di futuro che emerge dalle parole dei ventenni è dedicato l’editoriale di Lirio Abbate. Il presente, invece, lo raccontano articoli sui giovani professori che lavorano gratis (ne scrive Chiara Sgreccia), sui laureati che diventano Neet (di Enzo Argante) e su chi addirittura per un pugno di soldi si fa spaccare le ossa da chi truffa le assicurazioni (di Emanuele Coen).
La politica intanto, denuncia Antonio Fraschilla, è pronta a candidare una schiera di vecchi nomi, personaggi intramontabili e redivivi, senza affrontare nemmeno il più impellente dei problemi, quello dell’energia (di Vittorio Malagutti).
Intanto la destra di prepara a dare il colpo di grazia alla scuola pubblica (ne scrive Loredana Lipperini). Il fronte della guerra si allarga dall’Ucraina (raccontata da Pietro Guastamacchia) al Nagorno-Karabakh (di Sabato Angieri) e coinvolge anche TikTok (di Margherita Abis).
E L’Espresso chiude con un racconto di Nadia Terranova sulla scoperta del sesso senza amore e un ritratto di gruppo dedicato da Sandra Petrignani alle tre rockstar della narrativa francese: Carrére, Houellebecq e Reza. Dal passato riemerge una storia di abusi sui bambini in una struttura modello (di Alan David Scifo) mentre l’inchiesta sullo schianto del DC8 a Palermo incrocia le strade della mafia (di Enrico Bellavia).
Si chiude in allegria con Vincenzo Giardina che racconta la protesta delle femministe in Congo: che lottano contro il maschilismo e gli stereotipi sull’Africa, ma lo fanno indossando completi da dandy e cravatte fantasia.