Il caso

Studentessa di 19 anni si suicida nella sua università: «La mia vita è un fallimento»

di Chiara Sgreccia   1 febbraio 2023

  • linkedintwitterfacebook

La tragedia allo Iulm di Milano riapre il dibattito sulle pressioni percepite dagli studenti, che avevano già portato a esiti tragici. «Questo modello dell’eccellenza uccide»

Ha lasciato un biglietto per salutare amici e parenti in cui definisce la sua vita un fallimento. E poi si è suicidata. La tragedia di una ragazza di 19 anni, trovata mercoledì mattina nel bagno dell’Università Iulm che frequentava, riapre il dibattito sulla sempre più lunga serie di suicidi che coinvolgono studenti nel nostro Paese. 

 

 

Secondo i primi accertamenti, riportati dall’Ansa, la morte risalirebbe a martedì sera: i genitori avevano denunciato la scomparsa della giovane, ritrovata poi mercoledì in mattinata. «A 20 anni non si può morire chiedendo scusa per i propri fallimenti», commenta il collettivo universitario Cambiare Rotta. «Una nostra coetanea si è tolta la vita dentro la sua università. Un gesto estremo che conferma come questo modello di eccellenza sia un modello che uccide, come questo sistema sia fallimentare per gli studenti». Un dibattito, quello sulle aspettative che spesso schiacciano i ragazzi, che era già esploso nel nostro paese dopo i suicidi di quattro studenti tra il 2021 e il 2022. Tragedie che si erano consumate spesso in prossimità di feste di laurea annunciate ai genitori ma che in realtà non erano previste dagli atenei poiché i ragazzi erano in ritardo con gli esami ma non erano riusciti a confessarlo ai parenti.

 

L’università
Studenti suicidi schiacciati dal peso della performance: «Ma eccellere non è prendere 30 agli esami»
14-02-2023

«Non c’è mai solo una causa a motivare gesti così estremi come il suicidio. Sarebbe limitante incolpare il sistema universitario ma certamente la pressione sociale che gli studenti vivono tutti i giorni potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso», aveva spiegato a L’Espresso la professoressa Antonella Curci, ordinaria di Psicologia generale all’Università di Bari e referente del Rettore per il counseling psicologico.

 

 

L’università dovrebbe essere un luogo di aggregazione, di crescita personale, di condivisione. Non soltanto di formazione e preparazione al lavoro. Altrimenti porta gli studenti all’alienazione. «Nessuno dovrebbe sentirsi solo dentro le mura dell’ateneo», dice a L’Espresso Aestetica Sovietica, l’editoriale indipendente impegnato affinché salute mentale e benessere collettivo acquisiscano spazio nel dibattito contemporaneo. «A prescindere dalle motivazioni che hanno portato la ragazza al suicidio, il fatto che il gesto sia avvenuto dentro l’università investe l’ateneo di una responsabilità fondamentale. Dovrebbe assumere un ruolo centrale, propulsivo, di riflessione. L’università si sarebbe dovuta porre come il centro di una discussione condivisa sulle motivazioni che possono portare a compiere simili gesti. Invece, Iulm ha scelto di non fermare completamente l’attività didattica».

 

La denuncia
I suicidi tra studenti che non arrivano alla laurea sono il segno di un male profondo della nostra società
12-10-2022

 

Proprio la scelta dell’Università ha alimentato le critiche online. «Iulm esprime il suo cordoglio e osserva tre minuti di silenzio», spiega l’ateneo in una nota, in cui annuncia la sospensione delle lezioni ma non degli esami

 

«Così vale una vita umana?», scrivono molti studenti sui social. E anche chi ha dovuto sostenere l’esame oggi commenta stupefatto: «”Buongiorno ragazzi iniziamo velocemente con l’appello”. Così poche ore dopo è iniziata la mia giornata in quello stesso ateneo, alienato da una verità che giace senza vita a due passi dall’aula dove 230 studenti vengono chiamati per nome, per sostenere un esame. Uno tra tanti ma forse uno di quelli che ha mancato la soddisfazione di un’anima pesantemente fragile, una di quelle a cui si doveva dare ascolto. Ed ho quasi l’impressione che oggi, nonostante il suo ultimo agonizzante urlo, tutti siamo improvvisamente divenuti sordi e che il fallimento che se l’è portata via sia adesso in ognuno di noi», confida una studentessa che questa mattina ha sostenuto un esame. A pochi metri dal bagno in cui è stata ritrovata morta la diciannovenne.