Pubblicità
Attualità
giugno, 2023

“Lotto per dare ai nostri figli Lgbt il mondo che gli spetta di diritto”

“Come madre di un ragazzo trans quando ha fatto coming out avevo bisogno di capire. Con il tempo ho superato tutte i pregiudizi che erano dentro di me”

È stato il bisogno di confrontarmi con altre mamme di adolescenti trans a portarmi dentro Agedo, (l’associazione di genitori di persone Lgbt+). Avevo necessità di non sentirmi una mamma «coraggiosa», ma soltanto una mamma che accoglie il proprio figlio e cerca di capire. Alessandro aveva 16 anni quando ha fatto coming out, era nel pieno dell’adolescenza, volevo parlare con qualcuno che ci fosse già passato.

Ho conosciuto attiviste e attivisti che mi hanno aperto la mente e fatto capire quanto c’era ancora da fare. Dovevo scendere in campo, partecipare, mettendo a disposizione il mio cuore, la conoscenza e gli strumenti che avevo acquisito osservando per un anno la realtà transgender e superando tutte le convinzioni stereotipate che mi portavo dentro. Il motto di Agedo è: «I nostri figli, parte del mondo e non un mondo a parte».

 

Ecco, lotto per questo, per dare ai nostri figli, ai figli di tutti, il mondo che ai cisgender, maschi, bianchi, eterosessuali, normodotati, spetta di diritto. C’è una frase di Gino Strada che mi piace molto: «I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi», e i diritti riguardano tutti, anche quelli che li hanno.

Il Pride è tante cose, tutte importanti: una festa colorata, la celebrazione dei moti di Stonewall, è rivendicazione, visibilità ma è anche un modo per ricordare che siamo tutti diversi e che la diversità è ricchezza, crescita, confronto, miglioramento. Siamo in un momento difficile, c’è un odio che sale e colpisce i nostri figli. Ma questa generazione più aperta, inclusiva è il futuro migliore. Questo però non ci esime dal fare la nostra parte: sono una combattente e combatto ogni giorno mettendoci la faccia e il mio nome.

L'edicola

La pace al ribasso può segnare la fine dell'Europa

Esclusa dai negoziati, per contare deve essere davvero un’Unione di Stati con una sola voce

Pubblicità