«Un’elemosina». Non è rabbia ma amarezza, sgomento e delusione. «Storicamente il centrodestra ha sempre sostenuto, più degli altri, le forze dell’ordine. Tanto che l’ultimo contratto, veramente degno a cui ho partecipato, è stato quello del 2001 del Governo Berlusconi. Poi il nulla, tutto irrilevante. Ci aspettavamo che la presidente Meloni rispettasse di più le forze dell’ordine».
A parlare a L’Espresso Antonio Tarallo, segretario dell’Unione sindacale italiana carabinieri (Usic). Nonostante gli elogi alle forze dell’ordine sui social, gli stemmi sulla divisa sfoggiati in Iraq e le parole spese durante il discorso di insediamento: i primi passi di Giorgia Meloni nei confronti delle Forze dell’ordine portano tra le donne e gli uomini in divisa un’onda di disillusione.
L'approvazione della Legge di Bilancio (art.1 comma 330), per il solo 2023 riconosce un aumento medio di solo un euro al giorno per Forze di Polizia e Forze Armate. «Un euro è sicuramente da rispettare, ma per noi nasce il problema di come spenderlo, atteso che con questa somma in Italia non si compra neanche un caffè al bar» dichiarano dall'USIC. Riecheggia nelle orecchie dei Carabinieri il discorso di insediamento della Presidente Meloni che avvisava: «Faremo della sicurezza un dato distintivo di questo esecutivo, al fianco delle nostre forze dell'ordine, che voglio ringraziare qui oggi per l'abnegazione con la quale svolgono il proprio lavoro in condizioni spesso impossibili».
Una promessa già infranta. «Durante la sua campagna elettorale, in una trasmissione televisiva aveva stigmatizzato la pochezza delle risorse stanziate negli anni a discapito dei comparti Difesa e Sicurezza - ricordano gli agenti - e si proponeva, con un suo eventuale governo, di riconoscere il giusto alle donne e agli uomini in divisa. Restiamo basiti e senza parole da questa elemosina perché i carabinieri si sono sempre sacrificati per la Patria e per la sicurezza dei cittadini, senza mai chiedere nulla se non tutele e rispetto».
L’USIC chiede un incontro proprio a Meloni. Incredibile per una compagine di governo che ha condotto tutta la sua campagna elettorale sulla sicurezza: «Tutti parlano bene di noi, ci corteggiano ma nessuno ci ascolta. Siamo sotto organico spesso costretti a turni straordinari che portano inevitabilmente a stress e poca serenità sul lavoro. Quanto può durare?». Sfoghi amareggiati, segno che forse luna di miele degli elettori con il governo, si è ormai esaurita.