È uno dei risultati degli studi finanziati dall'AIRC, la fondazione per la ricerca contro il cancro che animerà dal 30 ottobre al 17 novembre in tutta Italia i giorni della ricerca. Secondo i dati, negli ultimi 10 anni la sopravvivenza a una diagnosi di tumore è aumentata del 37 per cento

«Ragazzi si può fare! Anche in Italia, in una giovane Università della Calabria, si può progettare un farmaco antitumorale e portarlo ai pazienti in uno studio clinico di fase 1. E lo si può fare con la ricerca indipendente, senza avere una grande azienda farmaceutica alle spalle», spiega Pierfrancesco Tassone, professore di oncologia medica all’Università Magna Græcia di Catanzaro. 

 

Il professor Tassone, grazie all’impegno della sua squadra, alla collaborazione tra Università e l’azienda ospedaliera di Catanzaro e al supporto di una rete di collaborazioni internazionali, nel 2011 ha messo in piedi un programma di ricerca con l’obiettivo di sviluppare una terapia antitumorale correggendo l’attività di alcune piccole molecole che regolano il funzionamento del Dna, gli miRNA. Che nelle cellule tumorali possono essere prodotti in eccesso o in difetto, favorendo la progressione del cancro: «Dopo aver scoperto che la sua inibizione aveva un effetto antitumorale volevamo produrre qualcosa di più concreto: un inibitore di miR-221 da somministrare ai pazienti». 

 

Come racconta Tassone il processo è stato lungo e complesso, pieno di fasi di controllo e di verifica visto che si è trattato di sperimentare la somministrazione di un nuovo farmaco per la prima volta agli essermi umani. Ma, dopo anni, l’inibitore di miR-221 ha ricevuto l’approvazione da parte dell’Istituto superiore di sanità e dall’AIFA, i due enti regolatori italiani. Ed è iniziato lo studio di fase 1 su un piccolo gruppo di pazienti con diversi tipi di tumori in stadio avanzato che non rispondevano più ai trattamenti convenzionali. 

 

«Si è aperta così una nuova strada di approcci terapeutici», commenta con entusiasmo il professore. Che sottolinea come la ricerca sia stata possibile grazie ai fondi del 5 per mille di Airc, la fondazione che sostiene la ricerca scientifica italiana sul cancro dal 1965. Che da 29 anni promuove I Giorni della ricerca (quest’anno dal 30 ottobre al 17 novembre) - un appuntamento diffuso in tutto il Paese, nelle piazze grazie ai cioccolatini della ricerca, in tv con il sostegno di Rai, in campo grazie al supporto delle squadre della serie A Tim e della Nazionale, e online - per informare e sensibilizzare il pubblico su prevenzione, diagnosi e cura del cancro. E per sostenere concretamente il lavoro dei ricercatori, fondamentale per trovare cure sempre più efficaci. 

 

Il cancro resta un’emergenza per l’Italia con circa 390 mila nuovi tumori diagnosticati nel 2022. Ma sono sempre più le persone che guariscono: oggi circa 3,6 milioni quelle che hanno superato una diagnosi di cancro, con un incremento nella sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi del 37 per cento rispetto a dieci anni fa.