Accade oggi
Il ritorno in tv di Beppe Grillo da Fabio Fazio: show contro la Bongiorno e record di share
L'intervista al fondatore del Movimento 5 Stelle su Nove. Il clamoroso errore giudiziario in Portogallo che ha portato alle dimissioni del premier. La morte della piccola Indi Gregory. Lo scontro tra Lega e Cgil sullo sciopero. Le notizie del giorno
Biden sente emiro Qatar: rilasciare ostaggi senza ritardi
Il presidente statunitense Joe Biden ha discusso con l'emiro del Qatar Tamim Bin Hamad Al-Thani della guerra a Gaza e degli sforzi compiuti dal Qatar per liberare gli ostaggi. In un resoconto della telefonata, la Casa Bianca ha rivelato che uno degli ostaggi detenuti è un bambino americano di 3 anni i cui genitori sono stati uccisi da Hamas durante gli attacchi del 7 ottobre in Israele. «I due leader hanno convenuto che tutti gli ostaggi devono essere rilasciati senza ulteriori ritardi», ha dichiarato la Casa Bianca. Nella telefonata di domenica, Biden ha «affermato la sua visione di un futuro Stato palestinese in cui israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco con uguale stabilità e dignità. Ha osservato che Hamas è stato a lungo un ostacolo a questo risultato», si legge ancora nella dichiarazione della Casa Bianca.
Grillo da Fazio: il ritorno in tv dopo nove anni. Attacco a Giulia Bongiorno e share record
Abito blu e campanella in mano «se vado fuori tono mi suoni» È l'esordio di Beppe Grillo, nel salotto di Fabio Fazio a Che Tempo che fa su Nove, palcoscenico scelto per siglare il suo ritorno in Tv dopo 9 anni di assenza. Uno show vecchia maniera dove l'attualità politica (poca) si framezza con aneddoti e gag lasciando spazio anche a un passaggio al vetriolo su una vicenda che lo tocca da vicino. Il protagonista è suo figlio Ciro, a processo per presunta violenza sessuale. Grillo non lo cita ma punta il dito contro contro Giulia Bongiorno, senatrice della Lega ma soprattutto avvocato che difende la presunta vittima: «È' un avvocato - dice parlando della Bongiorno - presidente della commissione Giustizia, è una senatrice della Lega che fa comizietti davanti ai tribunali, dove c'è una causa a porte chiuse... È inopportuno. Si mischia tutto e vediamo cosa succede». L'ultima volta che il garante del Movimento Cinque Stelle si era seduto in un salotto televisivo risale al 2014 con Bruno Vespa (all'epoca non tornava in Rai da 21 anni): «Sono qui per capire se sono il peggiore - dice rivolto alla platea - se ho peggiorato questo Paese, non è una battuta. Dopo l'ultima intervista con Vespa abbiamo perso elezioni, tutti quelli che ho mandato a fanculo sono al governo quindi sono il peggiore». E va proprio alla sua creatura, il Movimento, il primo pensiero: «Ho una confusione totale, non posso condurre e portare a buon fine un movimento politico, non sono in grado». E a Fazio che gli fa da spalla e gli fa notare il perché non se ne fosse accorto prima, replica: «Ma c'era Casaleggio, lui era un organizzatore e aveva del metodo, io faccio danni anche da solo quando sono a casa». E non manca un piccolo momento di riflessione: «Ho fondato il Movimento ma mi ero iscritto al Pd, ad Arzachena». Il comico è un fiume in piena tanto che Fazio ad un certo punto gli chiede come mai non si sia mai messo in prima persona a fare politica: «La politica la facciamo tutti, io la facevo quando facevo la spesa, parlavo dell'acqua pubblica o della macchina a idrogeno mi hanno chiesto: e ora? Cosa facciamo? Ora che ce lo hai detto? Ok - ho risposto - le prendiamo e le portiamo dentro le istituzioni». Una politica che gli ha regalato più di un dispiacere. Uno su tutti, traspare, quanto accaduto con Di Maio. Sull'ex delfino l'affondo arriva a metà show quando diventa suo malgrado protagonista «Giggino a cartelletta. Era il politico più preparato, ma non pensavamo si facesse prendere dal potere. L'abbiamo scelto io e lui, Conte. Io guardavo i programmi, le idee, se è di destra o sinistra non importa, se un'idea è buona. Ma poi ci ha pugnalato...». Toni diversi per Giuseppe Conte. «Prima parlava come un professore, ora è migliorato ci mette un po' di cuore». Il programma ha fatto segnare il 12,1% di share, diventando lo show più visto della storia del Canale 9.
Usa invece toni diversi proprio Luigi Di Maio che qualche ora prima, ospite della trasmissione in Mezz'ora ricorda invece con affetto il comico ligure. Nessuna intenzione di tornare in politica - assicura - anche perchè «gli italiani si sono espressi. E dopo aver preso meno dell'1% continuare sarebbe accanimento terapeutico». Ma parlando di Grillo si confessa: «Non lo sento da un sacco di tempo, ma il bene che provo nei suoi confronti è assolutamente invariato, poi ognuno ha preso la sua strada».
Portogallo: sbagliano la trascrizione delle intercettazioni e indagano il premier al posto del ministro
Sembrerebbe un clamoroso errore giudiziario quello che ha travolto il primo ministro del Portogallo, Antonio Costa, accusato di corruzione. Nel mirino della magistratura, infatti, il premier portoghese ci è finito per un caso di omonimia che lo ha portato alle dimissioni lo scorso 7 novembre. Il vero sospetto di aver commesso reati di corruzione, in seguito a una intercettazione telefonica, è in realtà il suo ministro dell'Economia Antonio Costa Silva. La procura portoghese ha ammesso di aver «sbagliato la trascrizione del nome» dell'indagato, mentre il premier si è sempre dichiarato innocente. Ma ormai ha presentato le dimissioni al presidente Marcelo Rebelo de Sousa e convocato elezioni anticipati alle quali, aveva detto, non ha intenzione di ricandidarsi. '«Il Pubblico ministero ha riconosciuto l'errore»', scrive il quotidiano portoghese Publico. Al centro dello scandalo vi sono le concessioni per le miniere di litio nel nord del Portogallo, un progetto per un impianto per l'idrogeno verde e un centro dati nella città costiera di Sines. All'inizio del mese la polizia portoghese ha fatto irruzione in diversi edifici privati e pubblici, fra cui i ministeri dell'Ambiente e delle Infrastrutture e la sede del comune di Sines, nell'ambito di un'ampia indagine per corruzione e traffico di influenze. La procura ha quindi disposto l'arresto del capo dello staff di Costa, Victor Esaria, del sindaco di Sines e di altre tre persone. Fra i sospettati vi sono anche il ministro delle Infrastrutture, Joao Galamba, e il capo dell'agenzia portoghese per l'Ambiente. Secondo le accuse, i sospetti usavano il nome del primo ministro nei loro traffici illeciti. Più volte ministro, ex sindaco di Lisbona, il 62enne Costa guida il Portogallo dal 2015. Attualmente governava con la maggioranza assoluta del suo partito socialista in Parlamento, un'eccezione in un'Europa con i parlamenti sempre più frammentati.
Gregory: la neonata è morta questa notte, la denuncia del padre "siamo arrabbiati"
Indi Gregory è morta questa notte all'1:45. A scriverlo su X è Simone Pillon, uno dei legali italiani della famiglia. Nel messaggio Pillon cita anche le dichiarazioni del padre: «Siamo arrabbiati! Il sistema sanitario e le corti hanno tolto dignità a Indi». La neonata, che aveva circa otto mesi, soffriva sin dalla nascita di una grave malattia. Nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri le ha concesso la cittadinanza italiana nell'auspicio che la bambina potesse essere trasferita nel nostro Paese prima che le venissero staccati i macchinari necessari a mantenerla in vita. Il distacco dai supporti vitali, all'ospedale di Nottingham, è avvenuto sabato mattina in ottemperanza alla decisione della corte britannica.
Scontro Lega-Cgil: «Landini fa capricci». «Salvini nervoso»
La Lega va a testa bassa contro lo sciopero di Cgil e Uil proclamato per il prossimo venerdì. E attacca Landini. "Milioni di italiani non possono essere ostaggio dei capricci di Landini che vuole organizzarsi l'ennesimo weekend lungo", afferma il partito del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini che due giorni fa aveva minacciato di ricorrere all'arma della precettazione. Ma a stretto giro arriva la risposta del leader della Cgil: "Capisco il suo nervosismo, in campagna elettorale ha raccontato che avrebbe aumentato gli stipendi e cancellato la Fornero. E di tutto questo non c'è traccia. Forse Salvini, che non ha mai lavorato, pensa al suo weekend". Insorgono anche le opposizioni e ne nasce un ping pong polemico. La segretaria del Pd Elly Schlein parla di "provocazioni": «Il governo - dice - dimostra di non aver nessun rispetto per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici oltre che delle prerogative delle forze sindacali». Pronta è la controreplica della Lega per la quale «il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma perfino il sindacato rosso deve rispettare le regole». Il nodo approda domani sul tavolo della Commissione di Garanzia. Al quale - spiega Landini - «ribadiremo la nostra posizione. Il nostro è uno sciopero generale anche se articolato in più giorni e stiamo rispettando tutte le norme, stanno sbagliando. Tra l'altro trovo singolare - ha aggiunto - che il ministro intervenga prima ancora del confronto con la commissione. Che è una minaccia verso la commissione di garanzia?» Ad accendere la miccia è stata questa volta una dura nota della Lega, la seconda in due giorni: «In vista dello sciopero annunciato per il 17 novembre è incredibile la mancanza di ragionevolezza della Cgil che, come certificato dal Garante, ignora perfino l'Abc delle mobilitazioni, così come chiarito dal Ministro Salvini. In nessun caso il settore trasporti potrà essere paralizzato per l'intera giornata».