Diritti
Ordine e manganelli: le mani sulle piazze. Un 2023 di violenze di Stato
Repressione in divisa contro studenti, persone trans, migranti, manifestanti. E nelle carceri detenuti pestati. Nell’anno del pacchetto sicurezza che tutela gli agenti
Colpire la piazza a costo di inasprire il livello dello scontro. Colpire chi si oppone e reclama diritti: studenti, persone trans, migranti, centri antiviolenza. Gli episodi di repressione violenta da parte delle forze dell’ordine non sono mancati negli ultimi dodici mesi. A dimostrazione di un vento cambiato. A novembre il Consiglio dei ministri non ha perso tempo nell'approvazione del cosiddetto "pacchetto sicurezza": un corposo ventaglio di misure a tutela di forze di polizia e forze armate voluto fortemente da Fratelli d'Italia, che oltre all’inasprimento delle pene per chi commette violenza o cagiona lesioni agli agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria, “liberalizza” la detenzione di armi. Gli agenti di sicurezza sono infatti autorizzati a detenere un'arma da fuoco privata diversa da quella d'ordinanza. Vengono punite le rivolte nelle carceri - teatro di altre manifestazioni di legittimo dissenso legato alle condizioni detentive - introdotto il reato di blocco stradale contro le attiviste e gli attivisti per il clima e attaccate le occupazioni abitative. Così per strada e oltre i recinti di prigioni e uffici di polizia nel 2023 gli episodi di repressione in divisa sono di un numero considerevole e spesso toccano categorie marginalizzate, per profilazione sessuale, razziale, sociale e politica.
Gli studenti manganellati a Montecitorio
Il 22 dicembre a Roma un corteo di studenti liceali è stato caricato dalla polizia davanti alla Camera dei Deputati. Gli studenti protestavano contro il silenzio delle Istituzioni sulle loro rivendicazioni: «una scuola transfemminista», «l’educazione sessuale e all’affettività», «un presidio di operatori antiviolenza», «la carriera alias», «uno sportello psicologico», «un ruolo centrale dell’istruzione nella gestione dei fondi statali». Il Coordinamento autonomo romano a LaPresse ha dichiarato che «manganelli e repressione sono l'unica risposta che riceviamo». Condanne sono arrivate da tutta l’opposizione per l’intervento delle forze dell’ordine. Fratoianni (SI): «Quello che è accaduto a Montecitorio con quei minorenni manganellati è la manifestazione dell’educazione affettiva che ha in testa questo Governo».
Sgomberi e repressione delle occupazioni abitative di Bologna
A Bologna ci sono stati diversi sgomberi di occupazioni abitative per studenti e famiglie - nate per affrontare il caro prezzo degli affitti e la difficoltà di trovare casa - in cui alcuni occupanti e manifestanti sono rimasti feriti negli scontri con le forze dell'ordine. Il 16 dicembre sono state sgomberate «Radical housing 2.0» in via Corticella, organizzata da Plat (piattaforma di intervento sociale), e «Glitchousing» in viale Filopanti, nella quale il Cua (collettivo universitario autonomo) era entrato all'interno dell’ex istituto Zoni, vuoto dal 2020. Durante lo sgombero uno degli occupanti dello stabile ha avuto necessità di assistenza medica, uscendo dalla palazzina sulla barella. E due mesi prima, il 17 ottobre 2023, una ragazza era stata ferita in testa da un colpo di manganello durante lo sgombero dell'Istituto Santa Giuliana.
Il pestaggio di un giovane tunisino dentro la questura di Milano
La profilazione razziale è uno dei dati più ricorrenti quando si parla di violenza delle forze dell’ordine in Italia, così ha deliberato il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale (Committee on the elimination of racial discrimination, Cerd) nelle sue osservazioni conclusive pubblicate lo scorso 31 agosto. È il caso del pestaggio di un 20enne tunisino da parte di alcuni agenti della Questura di Milano, il 5 ottobre 2023. Le violenze sono state riprese dalle telecamere di videosorveglianza e otto poliziotti sono indagati, a seguito di una segnalazione interna alla Questura. Gli agenti sono stati immortalati nel video mentre consumavano la violenza sul giovane che era destinato a un centro per il rimpatrio.
Lo sgombero di un consultorio e di uno studentato a Catania
Alle prime luci dell’alba del 5 dicembre, a dieci giorni di distanza dalla manifestazione per la giornata internazionale contro al violenza di genere, a Catania è stato sgomberato il centro antiviolenza Mi cuerpo es mio e lo Studentato95100. «Noi, che lì viviamo e attraversiamo quello spazio quotidianamente, curandolo e coltivando lotte e solidarietà, siamo stati/e fatti/e fuoriuscire in modo coatto, brutale, spintonati/e a forza. Ci sono stati sottratti i telefoni cellulari, a lungo non ci è stato permesso di contattare un avvocato», hanno dichiarato attiviste e attivisti.
Le cariche della polizia sulle manifestanti di Non Una di Meno
Il 25 novembre, durante il corteo organizzato da Non Una di Meno in occasione della giornata internazionale contro la violenza di genere, ci sono state cariche da parte della polizia davanti al portale Pro Vita e Famiglia in Viale Manzoni. Il corteo si era fermato davanti alla onlus chiusa per parlare di diritto all’aborto e dei diritti delle persone trans. Dagli agenti di una camionetta di polizia posta all’angolo della strada sono partite le manganellate ai danni delle manifestanti. Una di queste, rimasta ferita sul volto, è stata soccorsa dall’ambulanza.
Le botte durante le manifestazioni per la Palestina
In piazza Carlo Felice a Torino, in occasione di un corteo di solidarietà per il popolo palestinense e contro la riforma della scuola del 17 novembre, ci sono stati tensioni e scontri tra studenti e poliziotti sfociati in cariche della polizia. L’idea dei manifestanti era quella di arrivare in piazza Castello. Come però ormai regolarmente avviene, la polizia impedisce il passaggio, circonda gli studenti e partono gli scontri.
L’aggressione di una donna trans a Milano
Una donna a terra sull’asfalto, scalza e con le mani alzate, circondata da tre agenti della polizia locale che la prendono a calci, le spruzzano in faccia lo spray al peperoncino e la colpiscono ai fianchi e in testa con un manganello. La violenza va avanti per quasi un minuto, e finisce solo quando gli uomini in divisa riescono ad ammanettarla. Questa scena è avvenuta a Milano il 24 maggio del 2023, di fronte alla biblioteca dell’università Luigi Bocconi, ed è stata filmata da un residente che ha ripreso tutto dalla sua abitazione.
L’uomo arrestato e picchiato alla testa a Livorno
Un calcio in faccia a un giovane già fermato e in terra, un caso simile a quello di Milano avvenuto a pochi giorni di distanza, questa volta a Livorno, immortalato in un video del 25 maggio diventato virale, mostra un fermo in strada operato da due carabinieri: uno dei due sferra un calcio in faccia al ragazzo già bloccato dal collega. I due carabinieri ripetono al giovane più volte la parola 'Fermo' mentre è a terra. Il giovane, mentre viene ammanettato e un militare lo tiene per il collo, urla: «Mi fa male la gamba». E poi: «La gente mi guarda, così mi fanno le foto».
Le violenze nella questura di Verona
Venticinque poliziotti della questura di Verona sono stati accusati, con diverse responsabilità, di reati di tortura, lesioni, falso in atto pubblico, abuso di autorità, omissione di atti d’ufficio e abuso di ufficio. A seconda delle diverse posizioni sono stati arrestati o indagati per aver picchiato e torturato alcune persone, perlopiù di origine straniera che erano in custodia all’interno della questura, per non aver denunciato avvenimenti di questo tipo di cui erano a conoscenza o per non averli impediti quando ne avevano avuto l’occasione. Nell’anno in cui Fratelli d’Italia ha proposto l’abolizione del reato di tortura - introdotto nel codice penale italiano solo nel 2017 in ottemperanza all’obbligo inderogabile che il nostro Paese aveva assunto quasi trent’anni prima con la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. Gli arresti sono avvenuti a giugno del 2023 e le indagini sono ancora in corso.