Calcio
L'Inter semina tutti in campionato. Ma Zhang ha le banche alle calcagna
La squadra milanese dopo la vittoria a Napoli è la favorita per lo scudetto e sul campo sembra non avere rivali. Ma i problemi arrivano dai conti: di pochi giorni fa è la richiesta che arriva da un tribunale di Hong Kong di 300 milioni di un debito non saldato. E nel 2024 scade anche il prestito del fondo Usa Oaktree
Tre gol per strappare lo scudetto al Napoli e portarselo via in fuga fino a giugno. Il progetto è questo. L’Inter oggi fa invidia a molti, è un’esplosione di forza e vitalità, ma il futuro è un’ipotesi e il 2024 comunque sarà un anno cruciale per la sua stessa sopravvivenza, almeno così come la conosciamo oggi. Proprietà cinese, management italiano, parco giocatori di alto livello internazionale nella più degna tradizione del Biscione.
Vincere lo scudetto senza spendere un euro in più, anzi qualcuno in meno se possibile, non è però una grandissima prospettiva. Soprattutto è una scommessa che non è detto riesca sempre. Anche perché l’Inter è un grattacapo non da poco, pure per chi, come il colosso del commercio cinese Suning, si diceva potesse comprare l’intero calcio conosciuto quando gli Zhang, father and son, apparvero nel 2016 a mo' di sol nascente all’orizzonte del calcio italiano.
Ai trionfi agognati - e non completamente raggiunti per le ambizioni degli Zhang, che tanto avrebbero voluto una Champions e almeno un altro scudetto dopo quello vinto con Antonio Conte in panchina e Romelu Lukaku a far gol - si è infatti accompagnata una lunga pletora di creditori e di gente che bussa a quattrini. Fossero avidi manager di calciatori mai sazi di denaro o banche internazionali che sostengono il complesso business nerazzurro. Passi per i calciatori, da Lukaku a Onana, che tutto sommato si possono vendere profittevolmente sul mercato per dare ossigeno al bilancio, abbattere il monte ingaggi - sempre 118 milioni di euro sono… -, e dunque levarseli facilmente di torno, ma con le banche internazionali il discorso si fa oggettivamente più complicato. E alla fine spendi in avvocati quanto spendi in procuratori di pallone.
Ultima arrivata la China Construction Bank Asia, che presso il Tribunale di Hong Kong chiede al giovane presidente nerazzurro Steven Zhang addirittura 300 milioni di un prestito non saldato. La causa internazionale ha vari fronti, Hong Kong, Usa e ovviamente Italia, dove se la sentenza venisse riconosciuta, bisognerebbe dare esecuzione all’azione dei creditori. Per ora la palla è stata mandata in fallo laterale e se ne riparlerà in una prossima udienza a gennaio 2024. Facciamoci un Natale tranquillo, possibilmente da primi in classifica, poi si vedrà. Insomma, non pensiamoci.
La primavera dell’anno prossimo diventerà però fondamentale per l’Inter e per il suo 32enne presidente. Sempre nel 2024 infatti verrà a scadere il prestito del fondo Usa Oaktree, di 275 milioni ma già lievitati a oltre 300. E così fanno 600 milioni di patemi d’animo e di banche alle calcagna. Zhang ha molto lavorato sull’opzione rifinanziamento, ma è chiaro che la gestione dell’Inter diventi così sempre più onerosa e complicata. Tanto da costringere il club a complesse operazioni bancarie e anche innalzamento dell’asticella del calciomercato: vincere senza spendere, anzi guadagnarci pure. L’ad Beppe Marotta e il ds Piero Ausilio sono veri e propri maghi in questo, tanto è vero che i loro contratti sono stati prolungati al 2025, ma le operazioni di mercato possono essere solo laterali e di contorno rispetto a quelle che riguardano invece la carne viva della proprietà cinese.
Non a caso, nel tempo, si erano accumulate numerose voci circa la possibile cessione dell’Inter da parte della famiglia Zhang. Puntualmente spuntano nomi di fantomatici acquirenti, come quello del miliardario finlandese Thomas Zilliacus, ex manager Nokia, poi passato a sviluppare tutta una serie di business in Asia, per una galassia di un centinaio di aziende e un patrimonio di tre miliardi di dollari. Se consideriamo che il Milan è stato rilevato da Jerry Cardinale per 1,2 miliardi di dollari ci possiamo fare l’idea della dimensione del business. Non a caso di difficile e complessa gestazione.
Di buono c’è che papà Zhang Jingdong, quello che nel 2016 si presentò col famoso video “Fozza Inda”, ha stemperato le sue tensioni col governo cinese e negoziato un finanziamento decennale di 5 miliardi di yuan (650 milioni di euro) per il gruppo Suning. Questo non toglie che però l’Inter debba comunque cavarsela da sola.
Al momento l’Inter è la migliore e la più strutturata squadra italiana, con un parco giocatori di alto livello del valore di almeno 550/600 milioni. Autofinanziamento sul mercato (quello che Antonio Conte non accettò, andandosene via subito dopo lo scudetto 2021) e austerity per quel che si può fare nel calcio, hanno ridotto progressivamente le perdite di bilancio, ma non certo annullate, e comunque Zhang ci ha dovuto mettere 85 milioni di tasca propria nell’ultimo anno.
Bramosie di scudetto a parte, risulta però molto difficile per l’Inter, a queste condizioni e con tutte queste pressioni sul club, stare al passo di altri colossi internazionali del football: dal Real Madrid al Manchester City, dal Chelsea al Paris Saint Germain. Difficile far diventare sistema la conquista di trofei e o almeno il raggiungimento di grandi finali come quella di Champions League lo scorso anno. E comunque mica si può sempre vincere lo scudetto e portare poi un paio di giocatori ogni estate al Banco dei Pegni.