Gli immigrati nel nostro Paese sono in calo, clandestini e regolari . E fanno meno figli. Rendendo sempre più drammatico il crollo demografico italiano. Ma la narrazione delle forze di governo ignora i dati

«Senza gli immigrati saremmo in una condizione da allarme rosso. Tra l’altro anche gli immigrati, a causa delle condizioni economiche, hanno diminuito da qualche anno il loro tasso di natalità. Non dimentichiamo che una popolazione che tende a invecchiare è sull’orlo di un inevitabile declino». L’avessero ascoltato, il presidente della Camera Gianfranco Fini. Batteva e ribatteva su quel tasto ogni volta che ne aveva l’opportunità. Convinto che la società italiana sempre più anziana richiedesse «politiche a sostegno delle famiglie italiane», ma anche politiche di integrazione «mirate per i nuovi cittadini italiani figli dell’immigrazione».

 

Questo diceva l’ex leader di An nell’aprile 2010 a un convegno organizzato dalla più giovane esponente del governo allora in carica. Ossia, la ministra della Gioventù Giorgia Meloni, sua discepola e futura premier. Della quale non si ricorda, nell’occasione, alcuna reazione apertamente contraria ai «cittadini italiani figli dell’immigrazione».

 

Fini non era mai stato fautore dell’apertura indiscriminata delle frontiere. Otto anni prima aveva firmato con Umberto Bossi la legge per introdurre il reato di immigrazione clandestina. Che però, paradossalmente, aveva consentito anche la più massiccia e fulminea regolarizzazione di immigrati clandestini. Nel numero di 641.638. Perché va bene la propaganda, ma poi i conti bisogna sempre farli con la realtà.

 

E la realtà, nel 2010, è già quella. L’Italia è il Paese più vecchio d’Europa e la natalità segna il passo. Bisogna correre ai ripari e Fini lo dice. Ma la crisi è spaventosa e la politica non sa dare risposte. Così vince la paura, sapientemente alimentata dalle teorie complottiste. E la destra sovranista decolla anche in Italia.

 

«I dati Istat certificano una realtà drammatica. Le nascite crollano, il numero dei morti aumenta e il disegno di sostituzione etnica che noi abbiamo denunciato è realtà», dice la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni l’8 febbraio 2018, alla vigilia delle politiche. Le fa eco Matteo Salvini: «Record negativo di bambini nati in Italia nel 2017, solo 464.000, il minimo storico. Questo è il peggior fallimento del governo, che attua una sostituzione etnica sostituendo migliaia di immigrati ai figli che gli italiani non possono più mettere al mondo. Mio primo obiettivo di governo sarà tornare a riempire le culle». Già, le culle vuote.

 

Al governo Salvini ci va, ma le culle non si riempiono.
Le nascite scendono ancora a 439.747 nel 2018, poi a 400.249 nel 2021. Le stime dicono che nel 2022 per la prima volta dal 1861 saranno nati in Italia meno di 400 mila bambini. Quanto alla presunta sostituzione etnica, è una boiata pazzesca. Dal 2016 il numero dei figli di genitori stranieri è sceso senza soluzione di continuità. Nel 2018 sono stati 65.444. Per ridursi, tre anni più tardi, a 56.926, con un calo del 13 per cento. Anche tutti gli altri, cioè i figli delle coppie italiane e miste, hanno subito una flessione significativa, ma decisamente più lieve. Meno 8,2 per cento, passando in tre anni da 374.303 a 343.323.

 

Dimostrazione che smontare certe bufale non è poi così difficile. Ci sono le statistiche. E se taluni politici si informassero come dovrebbero, prima di parlare, eviterebbero qualche brutta figura. Scoprirebbero, per esempio, che la presunta invasione degli immigrati non sta evitando all’Italia di perdere popolazione a rotta di collo. Nonostante il calo delle nascite non sia fenomeno recente, il Paese ha continuato a crescere fino al 2014, quando i residenti avrebbero raggiunto il numero di 60 milioni 795.612. Da allora però la discesa è a precipizio.

 

All’inizio del 2022 eravamo 58 milioni 983 mila: 253 mila in meno rispetto all’inizio del 2021, certifica l’Istat. Responsabili in larga misura gli immigrati regolari, con un numero calato di 141.178 unità da 5 milioni 171.894 a 5 milioni 30.716. Una riduzione del 2,73 per cento in un solo anno, sei volte più pesante in proporzione del meno 0,43 accusato per tutti i residenti.

 

Non bastasse a liquidare il fantasma di Kalergi e della sua teoria della Grande Sostituzione Etnica ordita per spazzare via le popolazioni europee e declinata in salsa italiana, ecco che metà degli immigrati regolari sono europei; un quarto risultano cittadini dell’Unione e più di un milione sono i rumeni. Diminuiscono gli immigrati regolari, e calano anche i permessi di soggiorno. Nel 2022 poco più di tre milioni e mezzo, di fatto la cifra più bassa da dieci anni a questa parte. Un milione dei quali, anche qui, chiesti da cittadini europei.

 

E gli immigrati clandestini? «Sostengo una tesi corroborata da numeri. Negli ultimi sei anni in Italia sono arrivati 700 mila immigrati e sono contestualmente scappati 500 mila italiani», si infervora a novembre 2019 Giorgia Meloni contro Report che rilancia, per lei in un contesto strumentale, le prese di posizione sue e di Salvini sulla sostituzione etnica. Ma nemmeno in questo caso i numeri tornano. Almeno raccontati così. Prima di tutto la fuga di 500 mila italiani è inventata. Fra il 2013 e il 2019 i residenti sono calati di quasi un milione, ma per circa 800 mila la colpa è del saldo naturale negativo: più morti che nati vivi. Ciò non significa che il fenomeno della nuova emigrazione sia da sottovalutare. Tutt’altro, è problema serissimo e preoccupante. Vero è invece che in quei sei anni sono sbarcati in Italia 700 mila immigrati. Esattamente, 691.052. Ma questo non vuol dire, come potrebbe sembrare dalle parole di Giorgia Meloni, che in soli sei anni ai clandestini già presenti in Italia se ne siano aggiunti altri 700 mila. Quelli sbarcano qui, ma appena possibile si dileguano per raggiungere mete europee più appetibili.

 

Secondo la Fondazione Ismu presieduta da Gian Carlo Blangiardo, il presidente dell’Istat nominato nel 2019 con il fattivo sostegno di Salvini, nel 2021 gli immigrati irregolari erano 519 mila, in calo pure quelli. Ben 43 mila meno di due anni prima. Ovvero i due terzi rispetto alle punta massima di 760 mila raggiunta, secondo la medesima fonte, nel 2006. E ora come allora, chi sbraita contro l’invasione prendendosela con le Ong che salvano disperati in mare, farebbe meglio a chiedersi perché le leggi fatte dalla loro stessa maggioranza vent’anni fa, quando il centrodestra dichiarò guerra ai clandestini, per quella guerra sono assolutamente inutili. Il Sole 24 Ore riporta che nel 2020 in tutta Europa sono stati individuati 557 mila immigrati irregolari. Ben 118 mila in Germania e 104 mila in Francia, che con i clandestini non è certo tenera. Mentre in Italia, che in rapporto agli abitanti ha il più alto numero di forze dell’ordine, appena 23 mila.

 

Coloro che invece sbraitano contro gli immigrati a prescindere, con la puerile giustificazione che «rubano il lavoro agli italiani», dovrebbero ringraziarli. Non solo perché badano ai nostri vecchi e coltivano i campi. Ma soprattutto perché contribuiscono a tenere in piedi la previdenza zoppicante. Ogni anno versano quasi 11 miliardi di contributi all’Inps. Soldi con cui si pagano anche le loro pensioni. Magari d’oro. Meditate, gente.