Imprese

120mila aziende italiane sono a rischio fallimento. «E la legge salvasuicidi sembra caduta in disgrazia»

di Antonia Matarrese   24 aprile 2023

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Un lungometraggio racconta attraverso testimonianze reali gli imprenditori che hanno tentato di uscire dal tunnel dell’indebitamento

Fallimento uguale clamoroso insuccesso. E, quando al fallimento seguono pignoramenti e creditori, il gioco si fa duro. «Nel 2012 uscivamo da una crisi spaventosa e l’Italia era l’unico paese europeo a non avere una legge a tutela di chi fallisce. Partendo dal presupposto che, il debitore, non è un soggetto da punire. In quello stesso anno è stata approvata la Legge n. 3 chiamata salvasuicidi». A parlare è Gianmario Bertollo, già consulente finanziario, co-fondatore di Legge3.it – Liberati dai debiti e riparti pulito, che aiuta imprenditori e privati ad uscire da situazioni di crisi. Insieme all’autore e regista Davide Ippolito ha realizzato un lungometraggio dal titolo “Falliti”, con le voci narranti degli attori Francesca Della Ragione e Fabrizio Bracconeri, distribuito gratuitamente da Business Plus TV e visibile su Amazon Prime. Il 7 giugno prossimo sarà proiettato in Senato.

Facciamo un passo indietro: secondo l’Osservatorio Cerved nel 2015 le imprese fallite erano oltre 82 mila. Oggi, su un milione e 600 mila aziende attive, Confcommercio stima 120 mila realtà a rischio fallimento nel 2023. Tante chiusure ma anche nuove aperture da parte di chi non si scoraggia.

«La Legge n. 3 non è fatta per i furbi ma guida la persona fallita attraverso un iter di pratiche, piani di rientro, stralci dei debiti - spiega Bertollo, che opera in Veneto e conta su una trentina di collaboratori – Cerchiamo di capire a monte se ci sono i presupposti per uscire dal tunnel e rimettersi in gioco. In alcuni casi, abbiamo detto no».

Nel 2022 le richieste di aiuto sono aumentate del 45 per cento rispetto all’anno precedente: 23 mila e 500 contro 16 mila e 300. Nello stesso periodo, si contano 825 contratti di analisi di fattibilità sottoscritti e 410 contratti di consulenza, cresciuti rispettivamente del 60 e del 93 per cento. Centoquarantasei le pratiche andate a buon fine, per un totale di debiti stralciati pari a 77 milioni di euro. Quelle in lavorazione sono oltre 900. «L’obiettivo è arrivare agli standard degli altri paesi europei: centomila pratiche l’anno solo in Germania e Francia», auspica il promotore di Legge3.it che fa parte di ECDN (European Consumer Debt Network), associazione finanziata dalla Commissione Europea.

«La legge salvasuicidi sembra essere caduta in disgrazia pure lei e se ne parla davvero poco. I dati relativi ai suicidi sono fermi dal 2019. A essere sovraindebitati sono soprattutto le persone fisiche per quanto riguarda le grandi città come Roma, Milano e Napoli. In Lombardia, Emilia Romagna e Nord-Est risultano più esposti i piccoli imprenditori legati ai settori delle costruzioni, della manodopera e dell’indotto in generale. Al Sud le criticità interessano molti imprenditori agricoli». Qualche consiglio per non restare impantanati nelle sabbie mobili della burocrazia e della sopravvivenza? «Non regalare soldi a pioggia e incentivare nelle scuole l’educazione finanziaria. Il nostro paese è fanalino di coda in tema di cultura imprenditoriale», conclude Bertollo.