Imprese
120mila aziende italiane sono a rischio fallimento. «E la legge salvasuicidi sembra caduta in disgrazia»
Un lungometraggio racconta attraverso testimonianze reali gli imprenditori che hanno tentato di uscire dal tunnel dell’indebitamento
Fallimento uguale clamoroso insuccesso. E, quando al fallimento seguono pignoramenti e creditori, il gioco si fa duro. «Nel 2012 uscivamo da una crisi spaventosa e l’Italia era l’unico paese europeo a non avere una legge a tutela di chi fallisce. Partendo dal presupposto che, il debitore, non è un soggetto da punire. In quello stesso anno è stata approvata la Legge n. 3 chiamata salvasuicidi». A parlare è Gianmario Bertollo, già consulente finanziario, co-fondatore di Legge3.it – Liberati dai debiti e riparti pulito, che aiuta imprenditori e privati ad uscire da situazioni di crisi. Insieme all’autore e regista Davide Ippolito ha realizzato un lungometraggio dal titolo “Falliti”, con le voci narranti degli attori Francesca Della Ragione e Fabrizio Bracconeri, distribuito gratuitamente da Business Plus TV e visibile su Amazon Prime. Il 7 giugno prossimo sarà proiettato in Senato.
Facciamo un passo indietro: secondo l’Osservatorio Cerved nel 2015 le imprese fallite erano oltre 82 mila. Oggi, su un milione e 600 mila aziende attive, Confcommercio stima 120 mila realtà a rischio fallimento nel 2023. Tante chiusure ma anche nuove aperture da parte di chi non si scoraggia.
«La Legge n. 3 non è fatta per i furbi ma guida la persona fallita attraverso un iter di pratiche, piani di rientro, stralci dei debiti - spiega Bertollo, che opera in Veneto e conta su una trentina di collaboratori – Cerchiamo di capire a monte se ci sono i presupposti per uscire dal tunnel e rimettersi in gioco. In alcuni casi, abbiamo detto no».
Nel 2022 le richieste di aiuto sono aumentate del 45 per cento rispetto all’anno precedente: 23 mila e 500 contro 16 mila e 300. Nello stesso periodo, si contano 825 contratti di analisi di fattibilità sottoscritti e 410 contratti di consulenza, cresciuti rispettivamente del 60 e del 93 per cento. Centoquarantasei le pratiche andate a buon fine, per un totale di debiti stralciati pari a 77 milioni di euro. Quelle in lavorazione sono oltre 900. «L’obiettivo è arrivare agli standard degli altri paesi europei: centomila pratiche l’anno solo in Germania e Francia», auspica il promotore di Legge3.it che fa parte di ECDN (European Consumer Debt Network), associazione finanziata dalla Commissione Europea.
«La legge salvasuicidi sembra essere caduta in disgrazia pure lei e se ne parla davvero poco. I dati relativi ai suicidi sono fermi dal 2019. A essere sovraindebitati sono soprattutto le persone fisiche per quanto riguarda le grandi città come Roma, Milano e Napoli. In Lombardia, Emilia Romagna e Nord-Est risultano più esposti i piccoli imprenditori legati ai settori delle costruzioni, della manodopera e dell’indotto in generale. Al Sud le criticità interessano molti imprenditori agricoli». Qualche consiglio per non restare impantanati nelle sabbie mobili della burocrazia e della sopravvivenza? «Non regalare soldi a pioggia e incentivare nelle scuole l’educazione finanziaria. Il nostro paese è fanalino di coda in tema di cultura imprenditoriale», conclude Bertollo.