Caro affitti

Airbnb e affitti brevi, la protesta degli studenti: «Questo ddl è completamente inutile»

di Chiara Sgreccia   31 maggio 2023

  • linkedintwitterfacebook

La bozza di norma che dovrebbe limitare il fenomeno viene criticata dai ragazzi che hanno animato le proteste delle tende e dai sindacati degli inquilini: «Sono misure che confermano lo status quo»

Un codice identificativo nazionale assegnato dal ministero del Turismo a ogni immobile ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche. L’obbligo di segnalare l'inizio dell'attività per chiunque la eserciti in forma imprenditoriale con multe fino a 10mila euro. E, nei centri storici delle città metropolitane, la durata minima del contratto di locazione per finalità turistiche non potrà essere inferiore a due notti: sono i punti principali del “ddl affitti brevi” secondo la bozza in circolazione.

 

È la misura che il Governo propone per «fornire una disciplina uniforme a livello nazionale volta a fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento», ha dichiarato la ministra Daniela Santanchè. Agli occhi di molti però, come per i sindacati degli inquilini e per gli studenti che si stanno battendo per contrastare il caro affitti, la bozza del ddl è una delusione.

 

«I temi della residenzialità, dell’overtourism, della crisi degli alloggi, della negazione del diritto allo studio, dell’espulsione dei residenti dalle città metropolitane e d’arte, non solo non vengono toccati ma addirittura vengono ribadite le scelte normative che hanno portato a queste condizioni», dichiarano i rappresentanti dei sindacati Sunia, Sicet ed Uniat APS.

 

«La bozza del ddl conferma sostanzialmente le regole già esistenti. Ipotizza una disciplina ben distante dalle scelte adottate dagli altri Stati Europei: il limite minimo di due notti per alcune tipologie di locazione è insufficiente. Non prevede, peraltro, nessuna una sanzione amministrativa. Non viene neanche previsto un meccanismo a licenza che limita il numero totale di notti massime annuali. Così i Comuni continueranno a non avere gli strumenti per regolare il fenomeno dell’overtourism, la redditività della locazione breve turistica resterà immensamente maggiore della locazione ordinaria», spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Unione degli universitari.

 

«La proposta del Governo non è solo insufficiente ma anche inutile. Di regolamentazione del mercato degli affitti non si parla, di pubblico e del suo intervento nel mercato non si parla. Gli affitti turistici sono solo la punta dell’iceberg del problema, mentre il cuore è proprio la speculazione del mercato immobiliare, la mancanza di interventi pubblici, l’assenza di un progetto concreto e strutturale per gli studentati pubblici», chiarisce Antonio Corlianò dell’associazione studentesca Cambiare Rotta: «Per la casa serve un’inversione radicale delle politiche, con l'abolizione della legge 431/98 che disciplina le locazioni e il rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo, il ristabilimento dell'equo canone con un tetto sul prezzo degli affitti e l'investimento massiccio in studentati pubblici che siano in grado di coprire il fabbisogno di tutti gli studenti».

 

Come conferma anche il commento di Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi, associazione di categoria che avrebbe dovuto essere favorita, il “ddl Affitti brevi” viene considerato da molti «incapace di incidere concretamente sul problema della concorrenza sleale e dell’abusivismo che inquinano il mercato». Anche la limitazione che obbligherebbe i turisti ad andare in albergo quando la durata del soggiorno è inferiore alle due notti ha un’efficacia dubbia perché già oggi raramente i locatori extralberghieri accettano prenotazioni per una sola notte.