Le sparatorie di massa in Serbia. Il massacro del Perù. I festeggiamenti internazionali per il Napoli. E i bombardamenti su Gaza. Ecco i fatti della settimana

«Meloni incapace»: scoppia la lite tra Italia e Francia
«C’è un flusso di migranti a Mentone perché Meloni, scelta dagli amici di Le Pen, non è capace di risolvere il problema dell’immigrazione per cui è stata eletta». Così ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin ha dichiarato alla radio francese Rcm, aprendo una crisi diplomatica tra Francia e Italia. «C’è un vizio nell’estrema destra, che è quello di mentire alla popolazione», ha continuato. È importante ricordare che le critiche arrivano dal governo di Emmanuel Macron che nelle ultime settimane sta stringendo ancora di più il pugno contro i migranti. Prevedibilmente i politici italiani hanno reagito male.

 

Sparatorie di massa in Serbia
Almeno otto persone sono state uccise e 13 ferite in Serbia, durante una serie di sparatorie a sud di Belgrado. La polizia è alla ricerca del sospettato, che si crede sia un uomo di 21 anni. Per il ministro dell’Interno Bratislav Gašić, «è stato un atto di terrorismo». Si tratta della seconda sparatoria in due giorni: mercoledì all’interno di una scuola uno studente di 13 anni aveva ucciso 8 compagni e una guardia di sicurezza. Per la Serbia è difficile scendere a patti con quanto è successo. Come sottolinea il Guardian, sebbene il paese sia pieno di armi rimaste dalle guerre degli anni ’90, le sparatorie di massa sono rare: quella dello scorso mercoledì è stata la prima sparatoria scolastica nella storia moderna della Serbia.

 

«El primero de la lista se va»
Il Napoli è campione d’Italia con 5 giornate di anticipo. 33 anni dopo l’ultimo scudetto. In città scoppia la festa ma i tifosi azzurri hanno festeggiato in tutto il mondo, soprattutto a Buenos Aires. «Esattamente 33 anni e cinque giorni dopo che Diego Armando Maradona portò il Napoli all'ultimo titolo in Serie A, la squadra del Sud d'Italia ha finalmente conquistato il suo terzo scudetto», scrive il quotidiano argentino La Nación.

 

Esplosioni al Cremlino?
Nelle prime ore della mattina del 3 maggio due droni avrebbero colpito la sede della presidenza russa. Nonostante le esplosioni, però, né la stampa né le istituzioni russe hanno dato spiegazioni dell’accaduto per ore. Solo quando il Cremlino ha deciso di rendere noto l’incidente, circa 12 ore dopo, i video sui social hanno iniziato ad attirare l’attenzione del mondo. La versione ufficiale riporta che l’attacco non abbia causato vittime e danni materiali anche se ci sono video che mostrano un incendio sulla cupola del Palazzo del Senato. Per la Russia gli attacchi sono stati organizzati dall’Ucraina. Ma Kiev ha negato ogni responsabilità.

 

 

Bombardamenti su Gaza
La morte di Khader Adnan in sciopero della fame nelle carceri israeliane ha riacceso lo scontro tra Israele e Palestina. L’esponente dell’organizzazione radicale palestinese “Jihad islamica”, dopo 86 giorni di digiuno cominciato quando era stato arrestato, è stato ritrovato lo scorso 2 maggio in cella privo di sensi. La Jihad islamica ha annunciato che Israele avrebbe «pagato il prezzo del suo crimine» e nelle ore successive da Gaza sono partiti diversi razzi verso la frontiera con Israele. Le Forze di difesa israeliane hanno risposto al fuoco bombardando Gaza. È arrivato il cessate il fuoco grazie alla mediazione di Egitto, Qatar e delle Nazioni Unite.

 

Non si fermano i combattimenti in Sudan
Secondo Avril Haines, il direttore dell’intelligence statunitense, i combattimenti in Sudan tra le forze armate sudanesi e le forze di supporto rapido, non si fermeranno (e non si fermano nonostante la tregua) perché entrambe le parti pensano di poter vincere militarmente e hanno pochi incentivi per partecipare ai negoziati: «Entrambe le parti stanno cercando fonti di sostegno esterne che, in caso di successo, probabilmente intensificheranno il conflitto». I combattimenti stanno esacerbando le già drammatiche condizioni umanitarie.

 

Diritti umani sotto attacco negli Emirati Arabi Uniti
Continua la minaccia alla libertà nella federazione di sette emirati che si prepara ad accogliere la Cop28, la conferenza globale sul Clima delle Nazioni Unite dal 30 novembre al 12 dicembre 2023, a Dubai. Le autorità locali promulgano leggi repressive della libertà di espressione e utilizzano il sistema di giustizia come strumento per eliminare le contestazioni e li diritti umani fondamentali. «Queste politiche hanno portato alla criminalizzazione del dissenso pacifico e tolto spazio alla società civile». Così dichiarano almeno 42 organizzazioni per i diritti umani tra cui Human Rights Watch e Amnesty International che sottolineano anche come sia controversa l’organizzazione della conferenza per il Clima negli Emirati: «Sono uno dei produttori di petrolio più grandi al mondo».

 

La Lituania legalizza i respingimenti
Le forze dell’ordine lungo la frontiera saranno autorizzate a respingere legalmente i migranti irregolari, senza neppure valutare il loro diritto di chiedere asilo. La legge è stata aspramente criticata ma mercoledì scorso è entrata in vigore. Era già accaduto anche nell’estate del 2021, quando c’era stato stato un aumento del numero di migranti che arrivavano della Bielorussia.

 

In Perù è stato un massacro
Secondo un rapporto della Commissione interamericana per i diritti umani (Iachr), la risposta dello Stato peruviano alle proteste che sono seguite all’arresto dell’ex presidente Pedro Castillo a dicembre scorso, quando durante la repressione dei disordini sono stati uccisi diversi manifestanti, potrebbe essere classificata come un «massacro». «Ci sono state gravi violazioni dei diritti umani che devono essere indagate con la dovuta diligenza e un approccio etnico-razziale», ha affermato la presidente di Iachr Margarette May Macaulay.