Salute mentale

«Gli adulti non si mettono mai in discussione. E non ascoltano»: cosa pensano gli adolescenti dei genitori

di Chiara Sgreccia   8 giugno 2023

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La prima indagine basata sull’ascolto diretto dei ragazzi mostra due mondi che non riescono a comunicare. I risultati in anteprima su L’Espresso

«Più di un terzo dei genitori dichiara di aver notato la tendenza dei figli a evitare con scuse la scuola, le uscite o altre occasioni di socialità. Con un forte incremento dell’ansia e della depressione». Così si capisce dai risultati della doppia indagine condotta dall’impresa sociale Con i Bambini insieme a l'Istituto nazionale di ricerche Demopolis, che incrocia il punto di vista degli adulti con quello degli adolescenti tra i 14 e i 17 anni.

 

Ci provano. Ma i genitori, gli insegnanti, gli educatori non capiscono i ragazzi. E guardano con ansia al loro futuro: quasi 7 su 10 dicono di avere paura per il domani lavorativo dei giovani. Il 56 per cento teme violenza e bullismo, il 48 per cento l’uso di droghe, alcool e la crescita dei disagi psicologici. Il 65 per cento è pessimista in generale quando pensa all’avvenire degli adolescenti. Anche per questa ragione, il mondo adulto si dichiara prevalentemente inadeguato per far fronte al disagio dei ragazzi che cresce. Quasi un intervistato su due sottolinea che sarebbe necessario aumentare le opportunità di socializzazione, amplificare la possibilità dei più piccoli di accedere a attività sportive, ludiche e culturali, anche per tutelare il benessere psicologico.

Dall’altra parte gli adolescenti si dicono, invece, ottimisti quando pensano alle sfide che dovranno affrontare. Sostengono di guardare al futuro con positività: famiglia e amici sono segnalate come priorità della vita, l’impegno politico è all’ultimo posto. Sono soddisfatti delle relazioni con gli amici, del modo in cui trascorrono il tempo libero e quello in famiglia. Meno della situazione economica, della vita sentimentale e di quella scolastica.

Anche secondo i ragazzi, però, gli adulti non sono in grado di comprendere quello che vivono: «Non si mettono mai in discussione», «sono distratti» e «fanno continui paragoni con il passato» senza capire «che viviamo in un periodo storico diverso da quello in cui sono cresciuti loro». Anche a causa della rete e dei social: «non riescono a capire il rapporto che abbiamo con internet». Come chiariscono gli intervistati, ad essersi trasformata, soprattutto dopo il Covid-19, è la scuola. È aumentato l’utilizzo di dispositivi tecnologici ma soprattutto sono cresciute la difficoltà nel socializzare (35%), lo stress dei docenti (34%) e la timidezza di alcuni compagni (33%).

«Dopo la pandemia, un’esperienza non vissuta, a loro tempo, da genitori né nonni, abbiamo voluto ascoltare direttamente gli adolescenti», spiega Marco Rossi-Doria presidente di Con i Bambini a proposito di “Come stai?”, la prima ricerca sugli adolescenti italiani basata sull’ascolto diretto. «Per capire come stanno dopo questo lungo periodo di difficoltà, per conoscere il loro punto di vista su sé stessi e il rapporto con il mondo adulto. Da questa doppia indagine emerge uno spaccato diverso e parallelo, con i giovani più ottimisti e molto attenti alla dimensione relazionale della loro vita e gli adulti molto più distratti, per loro stessa ammissione, ma consapevoli che occorre prestare ascolto alle giovani generazioni».

 

Come conclude Doria, la risposta alla sensazione di malessere delle nuove generazioni va costruita con cura da tutta la comunità educante. Sostenendo un nuovo protagonismo dei ragazzi. Per questo il bando pubblicato sul sito di Con i Bambini dedicato al benessere psicologico e sociale degli adolescenti, mette a disposizione 30 milioni di euro nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, con l’obiettivo di promuovere il benessere psicologico e sociale di ragazzi e ragazze di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, a fronte della diffusione sempre più accentuata di situazioni di disagio psicologico soprattutto in contesti di marginalità sociale. «La sfida consiste nella sperimentazione di modelli di intervento comunitari, integrati e sistemici per la prevenzione e la cura della salute psicologica di ragazze e ragazzi».