Diritti Negati

In Polonia l'aborto resta illegale: bocciata la legge per depenalizzarlo

di Simone Alliva   15 luglio 2024

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Il governo di centrosinistra va sotto di pochi voti e la bozza della norma viene respinta. Decisivo il no di esponenti della maggioranza. A Varsavia ci sono alcune delle leggi più restrittive sul tema in Europa: chi interrompe una gravidanza rischia fino a tre anni

Per un pugno di voti, così, quando senza che niente lo faccia immaginare il nuovo governo liberale della Polonia "va sotto", viene messo in minoranza su un tema cruciale: la depenalizzazione dell'assistenza all'aborto. Il Parlamento polacco ha respinto la proposta per liberalizzare la legge sull'interruzione di gravidanza - punibile fino a tre anni di carcere - con i voti di alcuni deputati della coalizione che sostiene il governo. Il disegno di legge è stato bocciato da 218 voti contrari contro i 215 favorevoli. 

 

Un duro colpo per il premier Donald Tusk che ha inserito il rafforzamento dei diritti delle donne nel suo programma elettorale. La Polonia attualmente ha infatti alcune delle leggi sull'aborto più restrittive in Europa e rimane profondamente divisa sulla questione. L'alleanza dei partiti pro-Ue salita al potere a ottobre ha infatti promesso di legalizzare l'aborto, che attualmente è consentito solo se la gravidanza è il risultato di violenza sessuale o incesto o se rappresenta una minaccia diretta alla vita o alla salute della donna gestante. 

 

Nei dettagli, il testo sottoposto a votazione è stato respinto dai rappresentanti del partito nazionalista Diritto e Giustizia (PiS) e dell'estrema destra Konfederacja, due importanti gruppi di opposizione; hanno votato contro anche alcuni deputati del Psl (Democratici Cristiani), membri della coalizione di governo. Gli altri tre progetti di legge, ancora in discussione nelle commissioni parlamentari, propongono direttamente di facilitare l'accesso all'aborto, ciascuno in misura diversa. Questa settimana, il presidente Andrzej Duda, uno stretto alleato del PiS, ha avvertito che avrebbe posto il veto su tutti i progetti di legge, anche se fossero approvati. 

 

La frenata ai diritti riproduttivi, il nuovo governo liberale del Paese che Tusk la incassa per via di due deputati polacchi della Coalizione civica che erano assenti al voto e sono stati sospesi dal gruppo parlamentare della formazione. Ed è lo stesso premier polacco a farlo: «Non si è trattato di un voto qualsiasi - ha spiegato il capo del governo. - Il deputato Grabczuk è in ospedale» e quindi la sua assenza era "giustificata". Tuttavia, «i deputati Giertych e Slugocki saranno sospesi dal gruppo parlamentare e privati delle loro funzioni (vicecapogruppo e viceministro)», ha scritto il primo ministro su X. A votare contro anche 24 deputati del Partito popolare polacco (Psl), che fa parte della maggioranza di governo ed è guidato dall'attuale ministro della Difesa Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. Soltanto quattro parlamentari della formazione hanno votato a favore, tutte donne.