Diritti

La Corte Europea condanna l’Italia: «Violati i diritti di una bambina nata da maternità surrogata»

di Simone Alliva   31 agosto 2023

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La bimba è nata in Ucraina nel 2019 da una coppia eterosessuale, ma è stato negato il riconoscimento legale del rapporto di filiazione, facendo di lei un'apolide. Una decisione che riapre il dibattito sul tema

Lo Stato italiano ha violato i diritti di una bambina, nata nel 2019 in Ucraina con il ricorso alla maternità surrogata da una coppia eterosessuale, impedendo il riconoscimento legale del rapporto di filiazione con il padre biologico, e facendo di lei un'apolide. L'ha stabilito la Corte europea dei diritti umani giudicando l'Italia colpevole di aver violato il diritto alla vita familiare e privata della bambina. La Corte ha inoltre stabilito che le autorità italiane dovranno versare alla bimba 15 mila euro per danni morali e 9.536 per le spese legali sostenute dal padre biologico e dalla madre intenzionale.

 

A portare il caso alla Corte di Strasburgo nel settembre del 2021 sono stati il padre biologico e la madre intenzionale della bambina, entrambi cittadini italiani. Il ricorso a Strasburgo è stato introdotto dopo che i due si sono visti rifiutare ripetutamente dagli uffici dell'anagrafe e dai tribunali italiani il riconoscimento legale del legame con la bimba. Nel ricorso si specifica che "il rifiuto delle autorità nazionali di riconoscere il padre biologico e la madre intenzionale come suoi genitori, da un lato, e il fatto che non avesse la cittadinanza, dall'altro, la ponevano in uno stato di grande incertezza giuridica".

 

La piccola, afferma l'avvocato della coppia Giorgio Muccio, non ha documenti d'identità, né tessera sanitaria, o accesso alla sanità e istruzione pubblica. Nella sentenza la Corte di Strasburgo riconosce che la piccola, che ha 4 anni, “è stata tenuta fin dalla nascita in uno stato di prolungata incertezza sulla sua identità personale”, e conclude che "i tribunali italiani hanno fallito nell'adempiere all'obbligo di prendere una decisione rapida per stabilire il rapporto giuridico della bimba con il padre biologico". Secondo stime approssimative sarebbero oltre 500 le coppie italiane eterosessuali che negli ultimi due anni hanno fatto la maternità surrogata nelle diverse cliniche ucraine, tra le quali la più famosa è la Biotexcom.

 

La condanna riapre il dibattito in Italia sulla maternità surrogata reato universale, la legge firmata dalla meloniana Carolina Varchi approvata alla Camera e in attesa di approvazione a Palazzo Madama.