Burocrazia

Per colpa di un decreto di 13 anni fa, gli studenti dell'Accademia di Brera hanno scoperto di non potersi laureare

di Gampiero Moncada   17 gennaio 2024

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Una vecchia norma disattesa rende obbligatoria una materia. Con un tratto di penna, un gruppo di ragazzi, a esami conclusi, è risultato così con un deficit di crediti. E c'è chi dovrà posticipare la laurea e chi rischia di perdere la borsa di studio

Una cinquantina di studenti dell’Accademia di Brera di Milano che stavano terminando la tesi per laurearsi ad aprile in Nuove tecnologie dell’arte (Nta), con una mail arrivata dalla direzione, hanno appreso, a fine ottobre, che il loro piano di studi (già completato) è stato modificato. E che quindi dovranno frequentare almeno un corso in più, rispetto al piano approvato a suo tempo dalla stessa direzione. Questo significa anche un rinvio della loro laurea di almeno sei mesi. Perché questa modifica quando i ragazzi avevano già dato tutti gli esami previsti?

 

Si è trattato di applicare un decreto di 13 anni fa, firmato dall’allora ministra Mariastella Gelmini, che riordinava i vari corsi di studio svolti nella prestigiosa accademia milanese: pittura, scultura, decorazione, didattica dell’arte e altri ancora. Tra l’altro, modificava l’elenco di materie caratterizzanti, che nel gergo tecnico vuol dire obbligatorie. Nel corso di Nta, una materia fino a quel momento facoltativa, Audiovisivi lineari, è diventata caratterizzante.

 

Ma dal 2010 a oggi, gli studenti l’hanno sempre trovata fra le materie facoltative; quindi, solo alcuni l’hanno inserita nel piano di studi. E la direzione ha accettato tutti i piani di studi che non la comprendevano. Così, una volta raggiunti i 170 crediti necessari per laurearsi, gli studenti si sono iscritti alla prima sessione utile e hanno messo mano alla tesi. Tre mesi fa, la doccia fredda che li ha costretti a cambiare i piani.

 

L’Espresso ha provato a contattare il direttore didattico, Giovanni Iovane, per capire come mai un istituto statale abbia ignorato il decreto ministeriale per più di 10 anni. Iovane ha dato disponibilità per un’intervista salvo poi rinviare più volte l’appuntamento fino ad annullarlo del tutto. Ma è così grave per questi studenti ritardare di qualche mese la laurea? «Certo. Perché non si tratta solo di un rinvio ma di mandare all’aria delle opportunità», spiegano i ragazzi del collettivo Nuove torture dell’arte, nato proprio per affrontare insieme questo problema. «Alcuni colleghi si sono già iscritti a un master, anche all’estero, ma non potranno frequentarlo perché per quella data non avranno in tasca il diploma di Brera. E c’è chi sta del tutto rinunciando a laurearsi perché ha già trovato un lavoro e non può rimanere a Milano a frequentare un corso spuntato dal nulla».

 

Oltre ai laureandi, anche i circa 200 studenti del 2° e del 3° anno stanno subendo dei disagi. Per qualcuno c’è perfino il rischio di perdere la borsa di studio. Infatti, il riordino del 2010 ha stabilito anche la cancellazione della metà delle materie facoltative, che nel caso di Nta sono passate da 17 a otto. «Chi ha già dato quelle materie che adesso sono state cancellate – dice Faiza El Zenary, studentessa del secondo anno – rischia di vedersi cancellare i relativi esami. Io per prima non avrei più i crediti richiesti dalla borsa di studio». Gli studenti, adesso, sono sul piede di guerra e stanno valutando varie iniziative. Dall’occupazione della sede a una vera e propria azione legale nei confronti dell’istituto. E qualcuno, sottovoce, ipotizza che si possano anche mettere in discussione tutte le lauree concesse dal 2010.