Il nuovo corso di studi voluto dal governo Meloni inizierà il prossimo anno scolastico. Ma entro il 15 gennaio le scuole dovranno presentare domanda per l'attivazione. Peccato che ancora non si conoscano molte informazioni indispensabili per docenti e studenti. E gli istituti si muovono a rilento

Il nuovo liceo del made in Italy tanto voluto dal Governo Meloni rischia di fare flop. Non solo perché sembra la copia del liceo delle Scienze umane (che già esiste), ma soprattutto perché - a pochi giorni dalla scadenza per l’invio delle domande da parte delle scuole per avviare i corsi - non si sa quasi niente sul percorso di studi specifico che offrirà agli studenti. Né sulle competenze che dovranno avere i professori, né sugli strumenti che saranno necessari all’insegnamento.

 

«Tra pochi giorni si apre la pre-iscrizione al liceo del made in Italy che sarà in attività dall’autunno di quest’anno per il 2024-25. Con il ministro Valditara lanceremo una campagna per far sapere ai nostri giovani, alle famiglie, che si possono iscrivere al liceo made in Italy che formerà le professioni necessarie alle filiere strategiche, a cominciare dalla moda, dall’abbigliamento, dall’arredo, dalla ceramica italiana ma anche a quelle più innovative: pensiamo all’aerospazio, dove noi stiamo dando dei punti a livello internazionale. Il liceo del made in Italy servirà a questo». 

 

Così Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy, ha dichiarato durante Pitti immagine uomo, l’evento dedicato alla moda in corso a Firenze. Peccato che il nuovo percorso di studi - definito dalla legge “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy” che entrerà in vigore dal 11 gennaio - a guardare il piano degli insegnamenti per il primo biennio (allegato A della legge del 27 dicembre 2023) sembra la copia di quello del liceo delle scienze umane, opzione economico-sociale.

 

Le materie sono le stesse, solo dal programma degli studi del nuovo liceo scompaiono le “scienze umane” e appare la “storia dell’arte”. Anche il numero di ore per ogni insegnamento è identico tranne che per una riduzione di 33 ore di “lingua e cultura straniera 2” e un incremento di 99 ore di “diritto e economia politica”. Nessun accenno, almeno per il biennio (ad oggi si conosce il piano di studi solo dei primi due anni), a discipline specifiche legate a settori più volte definiti strategici per lo sviluppo del Paese dai rappresentati di Governo, come l’enogastronomia, il design, a moda. O l’industria aerospaziale di cui ha parlato il ministro Urso per annunciare la campagna di lancio del nuovo Liceo.

 

 

Sarà possibile iscriversi dal 23 gennaio 2024, attraverso la piattaforma del Ministero dell’Istruzione e del Merito “Unica” e le lezioni inizieranno a settembre 2024, con l’avvio dell’anno scolastico. Come si capisce dalla nota diffusa dal Mim lo scorso 28 dicembre, «solamente le istituzioni scolastiche statali e paritarie che nell’ambito della programmazione regionale dell’offerta formativa già erogano il percorso del Liceo delle scienze umane – opzione economico sociale possono richiedere l’attivazione di prime classi del Liceo del made in Italy per l’anno scolastico 2024/2025», entro il 15 gennaio. 

 

Visto, però, che devono essere rispettate le clausole di invarianza finanziaria previste dalla legge, - ovvero che la sperimentazione deve essere a costo zero - per avviare le nuove classi del liceo del made in Italy è necessario rinunciare a quelle di scienze umane. Anche mantenendo entrambi i percorsi attivi, il numero complessivo delle prime non potrà essere superiore a quello delle classi già attive quest’anno. 

 

Così un percorso esclude l’altro. E  l’incertezza blocca l’entusiasmo, come si scopre dagli allarmi lanciati dai presidi di tutta Italia. «Non sappiamo quale sarà la specializzazione triennale. È un improvvisazione che il collegio dei docenti ha preferito non accogliere. Come si fa proporre alle famiglie un programma di cui non si conoscono i contenuti?», spiega la dirigente dell’unica scuola di Bari che avrebbe i requisiti per avviare il liceo del made in Italy, Immacolata Abbatantuono, al quotidiano La Repubblica, in un articolo da cui emerge che nessun istituto secondario della provincia di Bari ha presentato, a cinque giorni dalla scadenza, la domanda per il liceo tanto voluto anche dalla premier Giorgia Meloni.

 

Succede lo stesso anche in Friuli Venezia Giulia. Secondo Udine Today al 9 gennaio 2024, nessun istituto scolastico della regione presieduta dal leghista Massimiliano Fedriga sarebbe interessato ad attivare il percorso di studi proposto dal Governo. Idem in Veneto, a Verona, la città in cui l’idea di istituire il liceo del made in Italy è stata diffusa per la prima volta dalla Presidente del Consiglio durante il Vinitaly lo scorso aprile, dove pare che nessuna scuola abbia per ora fatto domanda per la sperimentazione.  E partono così le pressioni politiche per evitare il flop l’apertura: «Del liceo del made in Italy abbiamo bisogno - spiega l’assessora veneta all’Istruzione Elena Donazzan - E per questo farò il possibile per mettere le scuole che vogliono attivarlo nelle condizioni di poter cogliere questa opportunità». Dalla cronaca locale si capisce che la preoccupazione più grande dei dirigenti degli istituti sono i tempi: troppo stretti per riflettere sul da farsi.

 

«Il progetto è buono, ma servono approfondimenti, il regolamento attuativo dovrà chiarire molte questioni, dalle classi di concorso chiamate a insegnare le discipline del Made in Italy ai programmi da sviluppare. Finora agli open day ho parlato alle famiglie del Les (Liceo delle scienze umane, opzione economico-sociale ndr), come potrei all’ultimo appuntamento presentare un percorso di cui esiste solo il quadro orario del biennio?», ha spiegato Luca Azzollini, preside dell’istituto Frisi, capofila lombardo della Rete nazionale dei licei economico-sociali che non presenterà la domanda per avviare il nuovo percorso dal prossimo anno scolastico nella scuola che dirige.

 

Pensa lo stesso anche Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola: «Non sono certo le condizioni migliori quelle che vedono le scuole, in questi giorni, valutare la possibilità di ampliare l'offerta formativa da proporre agli studenti e alle famiglie, aggiungendo nel proprio percorso di studi anche l'opzione del liceo del made in Italy. La valutazione di questa opportunità va fatta in tempi molto stretti, vi è incertezza sulla possibilità di mantenere gli indirizzi economico-sociali attualmente in essere: da qui la preoccupazione dei collegi dei docenti, messi di fronte a scelte da compiere in poche ore senza aver ben chiare le prospettive». Per i futuri allievi (e per le loro famiglie) oggi, a pochi giorni dell’apertura delle iscrizioni che si chiuderanno il 10 febbraio, mancano ancora la maggior parte delle informazioni necessarie per capire che tipo di scuola sarà il nuovo liceo del made in Italy. Quindi le basi minime per scegliere di iscriversi.