A Suviana si indaga per disastro colposo, il nuovo monito di Mattarella sulla scuola chiusa per il Ramadan, la denuncia di Politico sugli eurodeputati vicino alla Russia. I fatti della giornata da conoscere

Puglia, arrestati l'ex assessore Pisicchio e suo fratello
Ancora una bufera giudiziaria sferza la politica pugliese. Mercoledì sera un ex assessore della Regione Puglia, il leader di Sud al Centro Alfonso Pisicchio, e suo fratello Enzo, sono finiti agli arresti domiciliari nell'ambito di una inchiesta della Procura di Bari. I reati contestati all'ex assessore della giunta Emiliano, e ad altre cinque persone arrestate (una in carcere, quattro agli arresti domiciliari) sono, tra l'altro, corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione per l'esercizio della funzione, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, turbata libertà degli incanti, emissione di fatture per operazioni inesistenti. Poche ore prima di essere arrestato, Alfonso Pisicchio si era dimesso dalla guida dell'agenzia per la Tecnologia della Puglia, spiegando che dietro la sua scelta "non c'era nessuna dietrologia". 

L'inchiesta coordinata dalla Procura di Bari riguarda tre presunti appalti truccati. In carcere è finito Cosimo Napoletano di 58 anni, di Monopoli. Agli arresti domiciliari, oltre i fratelli Pisicchio, si trovano Francesco Catanese, 59 anni, di Bari, e l'imprenditore Giovanni Riefoli, originario di Barletta ma residente a Bari, di 58 anni. L'interdizione dalla attività professionale per un anno riguarda invece Vincenzo Iannuzzi e Grazia Palmitessa. Nell'ordinanza firmata dalla gip del tribunale di Bari, Ilaria Casu, si evidenzia che per Alfonsino Pisiscchio le accuse di corruzione e turbata libertà degli incanti riguardano il periodo in cui era assessore della giunta Emiliano, quando avrebbe utilizzato "la sua influenza politica e le sue relazioni, tramite suo fratello Enzo, per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale, mediante assunzioni nelle imprese favorite o avvantaggiate di persone che assicurano il voto e che avevano militato anche nel suo partito". Enzo Pisicchio, invece, avrebbe agito "quale esecutore delle direttive del fratello e quale schermo per impedire di risalire al ruolo e al contributo di Alfonsino". 

La guardia di finanza ha anche sequestrato beni per 800mila euro. Dalle indagini è emersa la turbativa di una gara d'appalto bandita dal Comune di Bari per l'affidamento delle attività di supporto per la gestione e riscossione dei tributi, aggiudicata nel settembre del 2019, con importo a base d'asta di circa 5,5 milioni. Il responsabile unico del procedimento, Francesco Catanese, avrebbe confezionato il bando ad arte per un imprenditore ottenendo in cambio l'assunzione della moglie. Inoltre, un componente della commissione di gara avrebbe ottenuto la stessa promessa di assunzione per il figlio con l'intermediazione dei frattelli Pisicchio a loro volta destinatari di denaro, assunzioni, promesse di assunzioni ed il finanziamento illecito al partito da parte dell'imprenditore cui avevano fornito informazioni riservate. Inoltre, polizze fideiussorie false sarebbero state emesse da un broker e poi prodotte ai competenti uffici regionali da numerosi imprenditori per l'autorizzazione allo svolgimento di attività estrattiva nelle cave. Altre polizze false sarebbero state usate per avere finanziamenti dalla Regione Puglia.

 

A Suviana si indaga per disastro colposo
Da cosa è dipesa l'esplosione nella centrale idroelettrica di Bargi? È questa la domanda principale a cui dovrà rispondere l'inchiesta dei carabinieri, coordinati dal Procuratore capo Giuseppe Amato e dal pm Flavio Lazzarini. Un quesito fondamentale da cui partire per accertare poi le responsabilità sulla tragedia del lago di Suviana. Al momento però l'inchiesta per disastro e omicidio colposo, solo per ora contro ignoti, è tutta in salita, anche perché sarà impossibile raccogliere elementi di prova fino a quando non termineranno le ricerche dei dispersi e l'area interessata verrà messa in sicurezza per consentire il sopralluogo degli investigatori.

I carabinieri di Vergato, insieme ai colleghi del nucleo investigativo di Bologna e a quelli del nucleo ispettorato del lavoro sono però già al lavoro da ieri per raccogliere quante più informazioni possibili sull'impianto, tramite documenti e progetti. Fondamentali saranno anche le relazioni della Medicina del lavoro e dei vigili del fuoco, in particolare sui sistemi di sicurezza. «Già nel 2022 la nostra organizzazione aveva segnalato attraverso i propri rappresentanti alcune problematiche relative alla sicurezza per quell'impianto» ha detto il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri.

Verranno sentiti, appena possibile, i feriti più lievi e gli operai rimasti illesi, anche se già ieri gli investigatori hanno raccolto alcune testimonianze ancora però confuse e parziali. Saranno dunque risentiti per mettere a verbale, in modo ufficiale, il loro racconto nei prossimi giorni. Allo stesso modo i carabinieri raccoglieranno informazioni sentendo i dirigenti della Enel Green Power, che gestisce la centrale e non è escluso che già nei prossimi giorni possano procedere a una serie di acquisizioni di documenti relativi alla centrale e ai lavori che sono stati effettuati.

Da un anno nell'impianto c'erano infatti lavori di manutenzione straordinaria: bisognerà dunque capire con esattezza di che tipo, i ruoli delle ditte in appalto e degli operai specializzati impiegati nella centrale. Probabile poi che per accertare cosa ha innescato l'esplosione servirà una perizia, mentre non è detto che saranno necessarie le autopsie. Nella centrale erano in corso lavori di efficientamento che Enel Green Power aveva contrattualizzato con tre aziende primarie: Siemens, Abb e Voith. Da quanto ricostruito, il collaudo del primo gruppo di generazione era già terminato nei giorni scorsi e, al momento in cui è avvenuto l'incidente, era in corso il collaudo del secondo gruppo: proprio su questa operazione dovrà far luce in prima battuta l'inchiesta. Gli investigatori però dovranno ricostruire anche l'intricata catena dei subappalti e verificare competenze e regolarità delle aziende, visto che le ditte indicate sul cartello dei lavori all'ingresso dell'impianto sono ben nove. «Quello che è grave è quello che non sappiamo - ha detto il segretario della Cgil di Bologna, Michele Bulgarelli - Non si sa quali sono le aziende di cui erano dipendenti i lavoratori esterni».

 

Scuola chiusa per il Ramadan. Il monito di Mattarella al Governo
"La libertà religiosa è uno dei fondamenti della convivenza". Nel giorno in cui si celebra la fine del Ramadan è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a tentare di spegnere le polemiche che nelle scorse settimane hanno accompagnato la decisione di una scuola di Pioltello di restare chiusa per rispetto alla festività islamica. Era stato lo stesso capo dello Stato, due settimane fa, a scrivere alla scuola - travolta dalle polemiche - per esprimere "apprezzamento" per il lavoro del corpo docente.

Ma l'iniziativa dell'istituto milanese ha comunque portato il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, a studiare una nuova norma per limitare la sospensione delle lezioni se non in presenza di accordi tra Stato e confessioni religiose. «La Costituzione - ha ribadito oggi Mattarella - ci ricorda che tutte le confessioni religiose sono libere davanti alla legge, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano».

Dalla commissione Ambiente della Camera, intanto, arriva il primo via libera alla proposta di legge di Fratelli d'Italia per una stretta sulle sedi usate da associazioni di promozione sociale che svolgono attività di culto. Un provvedimento che, si legge nella premessa, si pone come obiettivo quello di evitare il cambio di destinazione d'uso dei locali per creare "moschee e madrasse non a norma". Ma, proprio mentre il capo dello Stato rinnovava gli auguri alla comunità islamica, a Pioltello una sparuta delegazione di genitori manifestava contro la chiusura della scuola della "discordia", la Iqbal Masih. "Vivo a Pioltello da 40 anni - le parole di un rappresentante - loro hanno sempre festeggiato il Ramadan e gli è sempre stata data la possibilità di avere un ambiente dove festeggiare. Quest'anno è partita questa cosa folle di poter festeggiare all'interno di una scuola".

All'esterno dell'istituto anche l'eurodeputata leghista Silvia Sardone. «Quello che contesto - ha detto - è una scelta asseritamente per ragioni didattiche, quando in realtà sono legate a una festività islamica senza nessun tipo di accordo con lo Stato. Deve esserci una comunità islamica che si siede a un tavolo, e fare un accordo che prevedrebbe anche una trasparenza sui fondi per le costruzioni delle moschee».

Ma contro la decisione della scuola del milanese si sono schierati anche altri esponenti della maggioranza, compreso il deputato di Fratelli d'Italia, Riccardo De Corato che ha definito l'iniziativa "inaccettabile". «Seguendo questa logica - ha detto -, per correttezza nei confronti di tutte le altre religioni, bisognerà chiudere gli istituti scolastici anche in occasione dello Yom kippur, della Pasqua Ebraica e Ortodossa, dell'Induismo e della festa di inizio anno cinese».

Critiche sono arrivate anche dal vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, che ha evidenziato come nella festa per il Ramadan le donne vengano "chiuse in un recinto e discriminate". Da parte sua, la comunità islamica di Pioltello oggi ha deciso di rinunciare agli spazi concessi dal comune e si è riunita in un piccolo scantinato per evitare di "gettare benzina sul fuoco". La chiusura della scuola - ha detto il presidente dell'Associazione Culturale El Huda, Mohamed Pietro Danova - «è stata una gioia, perché l'integrazione inizia da lì, la scuola è il luogo dove creano una consolidazione tra di loro, per loro non esistono distinzioni, si sentono tutti uguali, tutti cittadini». Le celebrazioni per la fine del Ramadan si sono svolte in numerose piazze italiane ma anche in alcuni oratori dove i sacerdoti - come ha rivelato Famiglia Cristiana - hanno organizzato eventi per la festa islamica. Perché, dice uno dei parroci, "siamo tutti figli di Abramo". 

 

Gaza: dirigente Hamas, con uccisione figli Haniyeh Netanyahu vuole "minare" colloqui
«L'uccisione dei figli e nipoti del leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, dimostra la disperazione del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, per cercare di "minare" i colloqui in corso per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza». Lo ha dichiarato Basem Naim, responsabile delle relazioni politiche e internazionali del movimento islamista palestinese, all'emittente panaraba satellitare di proprietà qatariota "Al Jazeera". «Netanyahu non è riuscito nelle ultime settimane a rovinare i negoziati ed è sotto pressione da parte degli statunitensi, della comunità internazionale e della società israeliana», ha detto Naim, aggiungendo che il premier israeliano «sta usando gli strumenti più sporchi: uccidendo i nostri figli, le nostre mogli, assassinando i leader e altre persone a Damasco (...) sta insistendo per minare qualsiasi possibilità di raggiungere un accordo di cessate il fuoco». 

 

Politico: 16 europarlamentari hanno partecipato a video del canale filorusso "Voice of Europe"
Sono 16 gli europarlamentari, tutti provenienti dall'area dell'estrema destra, che hanno partecipato a video pubblicati sul canale YouTube del canale "Voice of Europe", considerato un veicolo di propaganda e disinformazione russa. Lo rivela un'indagine dell'edizione europea del portale "Politico". Gli eurodeputati e altri rappresentanti di governi di Paesi provenienti prevalentemente dell'Europa centrale e orientale hanno rilasciato interviste video a un canale con solo 351 iscritti su YouTube e appena 60 mila visualizzazioni dall'estate scorsa a oggi.

La diffusione di tali contenuti sulle piattaforme social risulta però maggiore, in particolare su X. In alcuni dei video in questione, alcuni deputati del Parlamento europeo facevano commenti in cui auspicavano una sconfitta dell'Ucraina e in cui criticavano le istituzioni di Kiev, anche in prospettiva di una futura adesione del Paese all'Ue. Dall'agosto scorso, Voice of Europe ha organizzato quattro dibattiti e interviste individuali con i seguenti deputati europei: Krah e Joachim Kuhs per la Germania, Patricia Chagnon, Thierry Mariani e Herve' Juvin per la Francia, Marcel de Graaff per i Paesi Bassi, Matteo Gazzini e Francesca Donato per l'Italia , Miroslav Radacovsky e Milan Uhri'k per la Slovacchia, Jaak Madison per l'Estonia, Hermann Tertsch e Jorge Buxade' per la Spagna, Ladislav Ilcic per la Croazia, Anders Vistisen per la Danimarca e Tom Vandendriessche per il Belgio, secondo Politico. La maggior parte dei deputati europei citati ha affermato di non ricordare chi li ha invitati ai dibattiti, come sono stati contattati o chi li ha intervistati faccia a faccia nei loro uffici parlamentari.