Diritti negati

La destra in Lombardia taglia i fondi alle persone disabili e i familiari scendono in piazza: «Valutiamo azioni legali»

di Simone Alliva   12 aprile 2024

  • linkedintwitterfacebook

Servono 10 milioni di euro per garantire un sostegno adeguato a tutte le persone che rischiano di essere escluse. Ledha-Fand: «Le nostre richieste alla Regione e al Governo non sono negoziabili, servono interventi strutturali a garanzie»

Tagli sulla vita e quindi sul futuro delle persone con disabilità. Le forbici della Lombardia a guida centrodestra eliminano il contributo economico ai familiari di persone con disabilità gravissima. Una sforbiciata doppia quella del governatore leghista Attilio Fontana: mentre diminuiscono i contributi economici (e quindi vitali) per migliaia di persone assistite dalle famiglie, diverse centinaia fra loro, invece, non riceveranno addirittura alcun tipo di supporto mensile per l'assistenza a partire dal 20 giugno. Una storia iniziata il 28 dicembre 2023 con la delibera 1669, come raccontato da L'Espresso, che ha avuto seguito nei mesi successivi. Il 28 febbraio l'incontro tra l’assessore Lucchini e il "Coordinamento 100 associazioni e comitato caregiver familiari" (tra queste Rete Disabili Italia e Fondazione Mantovani Castorina Onlus) concluso nello scontento delle associazioni: «Quello che da Regione Lombardia viene descritto come un passo avanti del provvedimento, è in realtà un salto all’indietro», si erano sfogati. 


Troppo poco e strutturato malissimo. Le risorse messe a disposizione dalla Regione (14 + 3,5 milioni di euro) restano invariate; i fondi utilizzati per la rimodulazione dei tagli vengono recuperati da una "concessione una tantum” del Ministero e dal travaso degli oltre 4 milioni di euro del fondo caregiver (ancora una volta fondi ministeriali) già destinati a chi ogni giorno si prende cura di un proprio familiare; l’integrazione dei fondi non è strutturale e tampona solo per il 2024 le decurtazioni, rendendo più lenta l'implementazione di servizi già scarsi e inadeguati. «Non si fa alcun riferimento alla modalità d’implementazione o, meglio, di costruzione ex novo dei LEPS, come da noi richiesto, attraverso il confronto e la collaborazione con le associazioni e le categorie coinvolte; e, come se non bastasse, non sono nemmeno stati prospettati gli strumenti pensati per il 2025.  Quindi il timore che la situazione possa peggiorare prende sempre più consistenza». Inoltre, spiegano sempre le associazioni: la questione più grave in assoluto è il blocco delle liste della misura b1: l’idea di impedire nuovi accessi alla misura finché non vi saranno uscite, rende l’idea della scarsa l’attenzione da parte di questa Istituzione al ruolo determinante del caregiver familiare; seppur scontato, forse è bene rimarcare che la disabilità e la non autosufficienza non hanno liste di attesa, ma si fondano tutti i giorni sul sacrificio delle famiglie.

«Al presidente Attilio Fontana e ai consiglieri regionali chiediamo di stanziare in tempi brevi i dieci milioni di euro necessari per cancellare definitivamente i tagli e per garantire, per quest’anno, a tutte le persone con disabilità di ricevere un sostegno adeguato per l’assistenza offerta dai loro caregiver familiari - denunciano Alessandro Manfredi, presidente di LEDHA, e Angelo Achilli, presidente di FAND Lombardia -. A oggi, in assenza di un intervento da parte della Regione non vi sono le risorse per rispondere alle nuove richieste di accesso alla Misura B1 che, lo ricordiamo, vengono presentate da persone in condizione di gravissima disabilità».

Secondo le stime delle due associazioni, sono circa 600 le nuove domande di accesso alla Misura B1 che vengono presentate ogni anno. Allo stato attuale, solo una parte di queste richieste potrà essere accolta e la maggior parte di queste persone - che hanno un elevato bisogno di assistenza - finirà in lista d’attesa. E così adottando il motto internazionale del movimento delle persone con disabilità è “nothing about us without us”, ovvero “niente su di noi senza di noi”, martedì 16 aprile 2024 le associazioni di persone con disabilità scenderanno in piazza per una manifestazione organizzata da LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità e FAND (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità). 

Tra le adesioni anche quella del "Comitato Caregiver Familiari #b1b2 affondate", come hanno scelto di chiamarsi i promotori (riferimento alle misure B1 e B2 per la disabilità grave e gravissima), che non si fermeranno "nemmeno dopo questa ulteriore iniziativa, valutando anche nel contempo azioni legali". 

Nel dettaglio, si legge in una nota, "il coordinamento delle oltre 100 associazioni di famiglie che il 23 marzo ha manifestato sotto il Palazzo della Regione con un flash mob danzante che ha coinvolto oltre 350 persone comunica che aderirà alla manifestazione del 16 aprile indetta da Ledha e Fand, nonostante queste ultime non siano state protagoniste attive della precedente manifestazione. Scegliamo di aderire alla protesta per la grande responsabilità che sentiamo per questa battaglia che le famiglie che costantemente rappresentiamo hanno iniziato fin dal giorno successivo all'emanazione della prima delibera del 28 dicembre 2023. Siamo altresì convinti che questa protesta abbia contribuito a spingere altre associazioni a seguire la nostra stessa linea".

La nuova manifestazione è prevista dalle 11 del 16 aprile a Milano, in piazza Duca d'Aosta, davanti alla sede del Consiglio regionale lombardo. «Le motivazioni della protesta - continua il comitato - sono chiaramente aderenti alla nostra manifestazione del 23 marzo, anche se la forma con cui sono state espresse è stata diversa. Tuttavia, alle richieste delle associazioni organizzatrici ne aggiungiamo un'altra che per noi non è negoziabile: la certezza di un intervento strutturale che dia garanzie alle famiglie di non tornare in una situazione simile negli anni successivi al 2024». Infatti, precisano le associazioni, le condizioni per cui si rende necessario un supporto alle famiglie rappresentate «non cessano, ahinoi, con lo scadere dell'anno solare». Allo stesso modo, dunque, «non potrà essere tagliato il supporto che queste misure garantiscono. Anzi sarebbe auspicabile un rafforzamento delle stesse misure e l'implementazione e ampliamento dei tanto attesi servizi».

«Riteniamo fondamentale - si legge ancora nella nota - essere chiari sul fatto che l'adesione di questo numeroso gruppo è condizionata a una partecipazione attiva e paritaria da parte di una nostra delegazione». Questa condizione, concludono i caregiver familiari, è «imprescindibile per il rispetto dovuto a chi ha sostenuto questa battaglia sin dall'inizio e verso le migliaia di famiglie rappresentate dalle associazioni aderenti. Dal primo comunicato fino al flash mob, non abbiamo mai smesso di supportare una battaglia per la civiltà, la giustizia e l'equità sociale».