Lombardia
Il centrodestra si spacca sulla carriera alias. Non passa la mozione di Fratelli d'Italia che voleva punire le scuole
Il documento presentato da FdI al Pirellone prevedeva una lista di proscrizione contro gli istituti e invitava a un intervento del ministro. Ma, nonostante abbiano la maggioranza, è stato respinto
Bollata da Pierfrancesco Majorino, capogruppo regionale del Pd, come «un'iniziativa orrenda e discriminante, da nazisti dell'Illinois», non è passata la mozione presentata da Fdi contro la carriera alias nelle scuole, cioè uno strumento che dal 2003 offre la possibilità per uno studente di registrarsi con un nome che corrisponde alla propria identità di genere anche se diverso da quello anagrafico.
La mozione firmata al consigliere di Fdi Giacomo Zamperini era stata sottoscritta da altri venti colleghi di maggioranza e chiedeva di contattare l’Ufficio scolastico regionale affinché fosse "inviata una circolare nella quale si rammenti la necessità di rispettare la normativa vigente in tale materia", informando poi il governo "degli esiti delle ricognizioni di cui sopra". Nel riportare tutti gli istituti che hanno attivato la carriera, la mozione somigliava a una lista di proscrizione. Inoltre la questione dell’incongruenza di genere veniva collegata un presunto "contagio sociale" dovuto "in gran parte alle influenze che i giovani subiscono in società, sia da amici, da internet, le reti sociali e gli altri media”. In realtà la questione dell’identità di genere è riconosciuta dalla comunità scientifica da più di cinquant’anni.
L'assemblea del Pirellone si è espressa a voto segreto, richiesto da Luca Paladini (Patto civico) a nome anche di diversi consiglieri di opposizione. La giunta, con l'assessora all'Istruzione Simona Tironi, aveva lasciato libertà di voto. E così dei 73 presenti hanno votato in 72 (era richiesta una maggioranza di 37 voti). I sì sono stati 35, a fronte di 33 no e 4 astenuti. L'esito del voto è stato accolto da applausi e urla di esultanza da parte degli attivisti Lgbt, giovanissimi, studenti e genitori presenti nella tribuna ospiti. «Non capiscono, non ci ascoltano. La vita corre, mentre la politica fa i suoi giochi», si era sfogata fuori dal Pirellone un’attivista non binaria. E invece qualcuno si è messo in ascolto: tra i consiglieri della maggioranza durante il dibattito era emerso il dissenso dell'ex assessore al Welfare Giulio Gallera (Forza Italia), che aveva annunciato il suo voto contrario. «La scuola è un luogo in cui dobbiamo insegnare il rispetto per gli altri e affinché ognuno possa essere valutato per le proprie capacità le istituzioni devono occuparsi dei più fragili» come queste persone «che hanno dentro consolidato il loro essere» aveva detto in aula. Anche il capogruppo, Fabrizio Figini, aveva lasciato libertà di voto. Il primo firmatario Zamperini (Fdi), anti-abortista convinto e molto vicino al mondo Pro-Vita anti-Lgbt e anti-diritti, aveva parlato della carriera alias come di «un pericolo» generatore di «confusione» per gli studenti. Nessuna confusione, ha risposto la regione, bocciandola.
«È una soddisfazione incredibile per noi che abbiamo contrastato in aula ma soprattutto per la libertà e l'autodeterminazione di tutte e tutti», esplodono di gioia Luca Paladini e Michela Palestra consiglieri di Patto Civico. «Ci siamo mobilitati sin da subito per denunciare quello che stava avvenendo, un attacco spregiudicato all’autonomia scolastica e al diritto allo studio solo per piantare una bandierina ideologica sulla pelle delle studentƏ transgender», spiega Paladini. «Il dibattito in aula ha mostrato pienamente il movente transfobico che ha animato l’azione politica dei proponenti di questa mozione, ma è servito anche a noi opposizioni per indicare l’errore che si stava compiendo. Alla fine, dopo aver chiesto il voto segreto, siamo riusciti ad affossare questo scempio».
Mentre per il consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra Onorio Rosati. «Viviamo un mondo pieno di discriminazioni, e per questo cerchiamo di cambiarlo. Vogliamo che la scuola pubblica rimanga un luogo dove ogni persona possa essere aiutata e sostenuta per essere pienamente sé stessa. Le carriere alias nelle scuole è una pratica che noi ci auguriamo possa diffondersi per migliorare l'inclusione tra gli studenti».
«Grazie alle proteste e all’impegno del Partito Democratico, dentro e fuori dall’aula del consiglio regionale lombardo, la mozione contro le Carriere Alias nelle scuole lombarde è stata cassata», festeggia Michele Albiani, consigliere comunale Pd e attivista Lgbt. «La Destra del governo regionale dimostra di essere spaccata, nuovamente, sul tema dei diritti umani. C’è una parte che ha votato contro alla mozione usando il buonsenso. Mi auguro che lo dimostrino anche rispetto alle altre politiche regionali al più presto», conclude poi Albiani. Delusione e rabbia dal centrodestra. In particolare da parte del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Pietro Macconi, ex An, che per mesi ha inviato decine di mail agli istituti scolastici della Lombardia per avvisarli sul pericolo di una «Innaturale ideologia volta alla fluidità di genere e al contagio sociale».