Proteste

Due studenti in sciopero della fame si sono incatenati davanti alla Sapienza: «Basta accordi con Israele»

di Chiara Sgreccia   17 aprile 2024

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sciopero della fame sapienza

Si mobilitano da settimane per chiedere la sospensione degli accordi di cooperazione con Israele ma non vengono ascoltati. «Così abbiamo scelto questa forma di protesta non violenta. Per prendere una posizione netta contro le guerre»

«Il nostro Paese non è ancora disposto ad adoperarsi per costruire le condizioni per la pace, ma non c'è più tempo. Siamo incatenati e in sciopero della fame davanti al rettorato della Sapienza perché è dal cuore della più grande università d'Europa che ottenere un passo indietro da chi è complice di un genocidio, può produrre un importante cambiamento», spiegano Francesca e Leonardo, studenti di Cambiare Rotta, l’organizzazione studentesca capofila della maggior parte delle proteste che hanno animato gli atenei del paese nelle ultime settimane, per chiedere al Ministero degli Affari esteri di non rinnovare il bando di cooperazione scientifica con Israele per il 2024, scaduto lo scorso 10 aprile.

Si sono incatenati davanti al Rettorato dell’Università Sapienza di Roma il 17 aprile. E dallo stesso giorno hanno iniziato anche lo sciopero della fame: «Siamo arrivati alla scelta di questa forma di protesta non violenta, dopo mesi di una mobilitazione eterogenea e diffusa che ha visto in diversi settori della società una presa di posizione netta contro le guerre, per un cessate il fuoco, per fermare l'escalation in corso che rischia di trascinare il mondo in una terza guerra mondiale a pezzi. A tutto questo però è corrisposto soltanto un preoccupante avvitamento antidemocratico che nei casi più estremi si è tradotto anche in manganelli e violenza repressiva», spiegano gli studenti neanche 24 ore dopo che le cariche della polizia hanno fermato il corteo diretto verso la sede della Sapienza di viale Regina Elena, dove si stava svolgendo la seduta del Senato accademico. Per chiedere di essere ascoltati dalla rettrice Antonella Polimeni e per discutere l’appello che 2500 tra studenti, ricercatori, amministrativi e docenti hanno firmato per sospendere - non cancellare - gli accordi con Israele.

«Ci rivolgiamo a tutti coloro le cui coscienze sono scosse dalle terribili immagini del genocidio in corso a Gaza, dalla preoccupante condizione in cui versano tutti i territori palestinesi sotto attacco continuo, e dalla possibilità sempre più reale di una escalation generalizzata della guerra in Medio oriente e non solo», spiegano i due studenti di Cambiare Rotta, seduti davanti alla tenda che hanno piantato nel cortile de La Sapienza: «Chiediamo inoltre che la rettrice convochi urgentemente un momento di confronto largo e aperto tra tutte le componenti dell'Ateneo per far emergere con forza le ragioni di chi vuole il cessate il fuoco immediato e la fine del genocidio a Gaza», aggiungono ancora, invitando chi è favore della pace a unirsi alla protesta. In un momento in cui l’allargamento del conflitto fa tremare anche l’Europa.