Torre Annunziata
“I ric**ni nel forno crematorio”: dopo l'inchiesta dell'Espresso il caso del primario Alfano finisce in Parlamento
Il professore di Chirurgia Plastica dell'Ospedale Universitario di Salerno era stato registrato dagli studenti specializzandi, stanchi di minacce e vessazioni. Hanno fatto rumore le frasi omofobe. Ma il medico candidato sindaco si difende: «Frasi dette in situazione di estrema goliardia»
Frasi choc del professore di Chirurgia Plastica di Salerno: ora il caso finisce in Parlamento. Ha fatto discutere la pubblicazione sul sito dell'Espresso delle frasi choc dette ai medici specializzandi dal primario e direttore della scuola di specializzazione di Chirurgia Plastica dell'Università di Salerno, Carmine Alfano, che è anche candidato sindaco al ballottaggio del centrodestra al comune di Torre Annunziata. L'onorevole Marianna Ricciardi, medico e deputato del Movimento 5 Stelle, ha presentato ieri sera un'interrogazione parlamentare mettendo a conoscenza dell'emiciclo che all'Ospedale Universitario di Salerno il professor Alfano «avrebbe sottoposto i medici specializzandi a vessazioni e minacce». Il professore, oltre a prendersela con gli omosessuali, che vorrebbe spedire «in un forno crematorio» per «risolvere il problema», ha sottoposto i medici, che seppur in formazione sono medici pagati dallo Stato e chiamati a lavorare a tutti gli effetti, a quotidiane vessazioni, minacciandoli di bocciatura e definendoli «asini». L'onorevole Ricciardi ha quindi chiesto ai ministri cosa abbiano intenzione di fare, rispetto a questa vicenda e rispetto ad altri analoghi casi di cui proprio l'Espresso, insieme ad altre testate nazionali, ha dato conto in questi anni raccontando soprusi, umiliazioni, addirittura stalking da parte dei professori.
Nel frattempo l'Osservatorio Nazionale della Formazione Medica Specialistica, organo interministeriale previsto dalla legge, che si è riunito ieri sera dopo quasi sette mesi di vacatio, ha avviato un'istruttoria sull'attività della scuola, ma ha anche criticato la modalità di divulgazione di tali informazioni che, secondo l'Osservatorio, dovrebbero essere prima comunicate agli organi di vigilanza e non ai giornali. Tuttavia, come fa notare Massimo Minerva, presidente dell'Associazione Liberi Specializzandi: «Non è la prima volta che Als porta alla luce degli eventi che mostrano comportamenti palesemente illeciti da parte dei docenti delle scuole di specializzazione. Ma rispetto alle altre situazioni denunciate, l’impressione in questo caso è che si siano ulteriormente superati dei paletti e ciò invita a qualche riflessione. Se Als viene contattata dai medici, vuol dire che all’interno degli Atenei non ci sono canali di ascolto delle problematiche degli specializzandi».
Minerva racconta che a Salerno, proprio in seguito all'inchiesta dell'Espresso, le autorità universitarie «hanno imposto agli specializzandi una firma di dissociazione dalle nostre denunce – ottenendola -, nonostante le documentazioni audio in nostro possesso. Questo la dice lunga sul clima intimidatorio e sul perché i giovani medici siano costretti ad indirizzate le denunce all’esterno del sistema».
Nel dettaglio degli audio, Minerva aggiunge: «Se si ritiene che portare uno specializzando in sala operatoria sia un premio e non farlo entrare sia una punizione, vuol dire che chi ha istituzionalmente il compito di formare non ha come obiettivo la formazione dei giovani medici, ma la gestione del proprio potere. Quanti specializzandi eseguono gli interventi chirurgici previsti dalla legge? Molto spesso leggiamo articoli dei professori universitari, in modalità individuale o collettiva, che lamentano l’applicazione del decreto Calabria, ovvero la formazione, oltre che l’assunzione e relativo aumento dei diritti, esclusivamente in strutture precedentemente scelte dalle stesse Università in qualità di rete formativa. Ma non sentiamo mai una presa di distanze dalle situazioni come quelle denunciate in questi giorni. Il nostro invito è di palesare da parte dell’istituzione universitaria il disagio che queste vicende creano. Situazioni che mostrano la mancanza di anticorpi delle Università verso situazioni che palesemente mostrano l’insufficienza della qualità della formazione».
L'Espresso ha contattato il rettore dell'Università di Salerno per sapere se sono stati presi provvedimenti nei confronti del professor Alfano e l'Università ci ha risposto con una nota: «In seguito alle notizie pubblicate dall'Espresso, l’Università di Salerno ha provveduto a nominare una Commissione incaricata di acquisire le informazioni utili alla verifica dei fatti riportati e di redigere una relazione istruttoria da sottoporre eventualmente anche al vaglio del Garante dei diritti degli studenti, istituito in Ateneo. Il suddetto Decreto di nomina e tutti gli atti che saranno prodotti dalla citata Commissione saranno inviati alle autorità competenti».
È grave che, come confermato dagli audio, alcuni specializzandi – pagati dal servizio sanitario nazionale – siano stati impiegati per sostenere la campagna elettorale di Alfano al comune di Torre Annunziata, appoggiato da Fratelli d'Italia, Forza Italia e i renziani di Italia Viva. Ed è altrettanto grave che, come ricostruisce l'Associazione Liberi Specializzandi, la scuola di specializzazione abbia dichiarato un numero di ricoveri e interventi superiore a quello stimato da Agenas, l'ente pubblico che vigila sull'attività di ospedali e servizi territoriali del Servizio Sanitario Nazionale.
Il caso è rimbalzato sui social, è entrato nei trend nazionali e ha fatto parecchio clamore: oltre duemila i commenti ricevuti su profili Instagram e X dell'Espresso. C'è chi, si è limitato a commentare: «E poi il ddl Zan non serviva», tornando quindi sull'urgenza di una normativa per regolamentare abusi (anche verbali) a sfondo omofobo; moltissimi chiedono un duro ed esemplare intervento da parte dell'Ordine dei Medici perché fatti come questi non si ripetano più; un altro offre alcune informazioni ulteriori e dice: «Ho visto il professor Carmine Alfano operare in sala con gli specializzandi durante il mio tirocinio da studentessa in infermieristica. Trattava quei ragazzi come nullità: urlava e alzava la voce anche con gli infermieri, ogni tre minuti si svestiva perché doveva fumarsi una sigaretta e poi tornava a lavarsi e vestirsi come se nulla fosse, quasi fosse onnipotente»; moltissimi commenti esprimono preoccupazione perché l'attuale premier, il governo in generale e il caso Vannacci, hanno sdoganato il linguaggio scurrile in pubblico: il riferimento va alla «stronza» del premier Giorgia Meloni. Fra le reazioni, spicca quella del giovane medico specializzando in urologia che si era candidato per entrare nella scuola di specialità di Salerno e che Alfano ha definito gay. Il giovane ha successivamente scelto di specializzarsi in un'altra scuola e commenta: «Si era capito che non c'era un clima sereno. Che sollievo aver scelto di studiare altrove».
Il professore Carmine Alfano, che non ha risposto alle domande inviate dall'Espresso, ha però spiegato pubblicamente, all'interno di un comizio per la candidatura a sindaco a Torre Annunziata, che «non ho mai, e ripeto mai, espresso giudizi e valutato il modo di essere di una persona sulla base del suo orientamento sessuale. Le frasi riportate dall'Espresso, le ho dette in un contesto di estrema goliardia ed hanno un significato sarcastico e paradossale clamorosamente inverosimile senza l'intenzione di offendere qualcuno».
Se così fosse, sarebbe ancora più grave: perché che all'interno di un ospedale, durante incontri con medici in formazione, vi siano situazioni di “estrema goliardia”, mette in discussione la qualità del Servizio Sanitario Nazionale. Nel frattempo Carmine Alfano ha bloccato i commenti sul proprio profilo Instagram.