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23 ottobre, 2025Articoli correlati
I 21 cinque cappelli, i sette "Cum Laude" e i premi speciali: ecco tutti i riconoscimenti assegnati dalle Guide de L'Espresso
Con l’annuncio durante l’evento al teatro Arcimboldi di Milano, si alza il sipario e si svelano i migliori ristoranti e le migliori cantine premiate dall’edizione 2026 delle Guide de L’Espresso.
I cinque cappelli
I ristoranti che quest’anno hanno ricevuto il massimo riconoscimento — i cinque cappelli — sono 21. In sei hanno ottenuto il punteggio massimo di 20/20: Osteria Francescana di Massimo Bottura, Cracco di Carlo Cracco, Reale di Niko Romito, Duomo di Ciccio Sultano e, per la prima volta, anche Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo e Madonnina del Pescatore di Moreno Cedroni. Tre sono quelli guidati da chef donne: Antonia Klugmann (L’Argine a Vencò), Jessica Rosval (Al Gatto Verde) e Nadia Santini (Dal Pescatore).
Ma ci sono anche Gian Piero Vivalda (Antica Corona Reale) ed Enrico Crippa (Piazza Duomo), Davide Oldani (D’O), la famiglia Cerea (Da Vittorio), e Nicola e Pierluigi Portinari (La Peca). E ancora: Massimiliano Alajmo (Le Calandre), Riccardo Monco e Alessandro della Tommasina (Enoteca Pinchiorri), Davide Di Fabio (Dalla Gioconda), Mauro Uliassi (Uliassi), Heinz Beck (La Pergola), Fabrizio Mellino (Quattro Passi), e Pino Cuttaia (La Madia).
I 110 cum laude
Sul fronte del vino, sette le cantine hanno ricevuto il “110 cum laude”, il voto più alto conferito dalla Guida de L'Espresso: Alta Mora, Castello di Ama, Elvio Cogno, Ferrari Trento, Giovanni Rosso, Podere Forte e Tenuta Sette Ponti.
I premi speciali
E poi, accanto ai massimi riconoscimenti, ci sono i premi speciali, pensati per valorizzare talenti capaci di imprimere direzioni inedite alla cucina e al vino italiani. Tra questi, il premio come Miglior Giovane è andato a Luca Adobati (Casa Romano) e il Miglior Outsider, una novità di quest’anno, vaad Alberto Gipponi (Dina).
Per i vini, invece, in primo piano il titolo di Miglior Vino Spumante, assegnato a Ferrari Trento di Matteo Lunelli, e il premio per il Miglior Produttore Under 40, conferito a Casanova di Neri, ritirato da Marianna Neri.
Le motivazioni dei premi - I cinque cappelli
Antica Corona Reale
Guidato da Gian Piero Vivalda, con Davide Ostorero in sala, l’Antica Corona Reale unisce eleganza francese e cuore piemontese in piatti tecnici e identitari, frutto di sei generazioni di storia.
Piazza Duomo
Enrico Crippa, con la famiglia Ceretto, firma ad Alba una cucina rigorosa e visionaria: estetica d’arte, tecnica estrema e orto biodinamico per un’esperienza che unisce pensiero, forma e gusto assoluto.23 ottobre | Teatro Arcimboldi | Milano
Villa Crespi
Antonino Cannavacciuolo firma a Villa Crespi una cucina emozionale e tecnica, dove Nord e Sud dialogano in armonia. Un’esperienza totale, raffinata e accogliente, affacciata sul Lago d’Orta.
Cracco
Carlo Cracco, con Luca Sacchi ai fornelli, propone nel cuore di Milano una cucina urbana e visionaria: tecnica, tensione estetica e identità moderna per un ristorante che unisce eleganza, provocazione e pensiero.
D’O
Davide Oldani traduce a Cornaredo rigore e sensibilità in una cucina umanistica e contemporanea: piatti equilibrati, creativi e gustosi, dove tecnica e memoria convivono in armonia perfetta.
Da Vittorio
La famiglia Cerea porta avanti l’eredità di Vittorio e Bruna con una cucina sontuosa e impeccabile, dove tecnica, materia e tradizione dialogano in perfetta armonia nel cuore di Brusaporto.
Dal Pescatore Santini
La famiglia Santini incarna da un secolo l’essenza della cucina italiana: armonia, tradizione e territorio in piatti sublimi, serviti con grazia in un’oasi di eleganza e serenità.
La Peca
Nicola e Pierluigi Portinari firmano una cucina di equilibrio e creatività, dove tecnica, materia e stagionalità si fondono in piatti nitidi e golosi, immersi nel calore dei Colli Berici.
Le Calandre
Massimiliano Alajmo intreccia tecnica e poesia in una cucina d’avanguardia e sensibilità rara: piatti autoriali, equilibrati e sorprendenti che rendono Le Calandre un simbolo assoluto d’eccellenza.
L’Argine a Vencò
Antonia Klugmann esprime nei suoi piatti l’anima concreta e spigolosa del Friuli: cucina essenziale, intensa e sincera, dove natura, tecnica e pensiero si fondono in pura autenticità.
Al Gatto Verde
Nell’elegante Casa Maria Luigia, Jessica Rosval intreccia radici emiliane e sensibilità canadese in una cucina raffinata e luminosa, segnata dal fuoco, dall’armonia dei sapori e da creatività colta.23 ottobre | Teatro
Osteria Francescana
Massimo Bottura celebra trent’anni di genio con una cucina che trasforma l’umile in sublime: ironica, colta e visionaria, fonde memoria e invenzione in piatti di rara intensità poetica.
Enoteca Pinchiorri
Riccardo Monco e Alessandro della Tommasina rinnovano con eleganza l’eredità Pinchiorri: una cucina colta e precisa, che unisce tecnica e grazia in un’esperienza d’arte, storia e misura.
Dalla Gioconda
Davide Di Fabio firma una cucina luminosa e sostenibile, dove tecnica ed emozione si incontrano tra mare e collina. Un racconto raffinato e leggero, sospeso sul blu dell’Adriatico.
La Madonnina del Pescatore
Moreno Cedroni, genio inquieto e visionario, reinventa il mare con intelligenza e poesia: una cucina di equilibrio e invenzione, dove anche le spine diventano pura meraviglia.
Uliassi
Mauro Uliassi orchestra una cucina sensoriale e poetica, sospesa tra mare e terra:ricordi, profumi e intuizioni si fondono in piatti di intensità rara e armonia sorprendente.
La Pergola
Heinz Beck eleva l’arte culinaria con rigore scientifico e grazia estetica: una cucina limpida e complessa, dove gusto e benessere si fondono in equilibrio perfetto, sospesi sulla Città Eterna.
Reale
Niko Romito eleva la materia a pensiero puro: una cucina ascetica e luminosa, dove l’essenziale diventa emozione e la semplicità, frutto di rigore assoluto, si fa rivelazione.
Quattro Passi
Fabrizio Mellino rinnova con sensibilità la tradizione di famiglia: una cucina mediterranea luminosa e profonda, dove mare, terra e memoria dialogano con grazia e autenticità.
Piazza Duomo
Ciccio Sultano racconta la Sicilia con mente colta e cuore appassionato: una cucina di memoria e invenzione, dove tecnica, intensità e poesia trasformano ogni piatto in racconto.
La Madia
Pino Cuttaia trasforma la memoria in emozione pura: una cucina intima e simbolica, dove gesti antichi e sensibilità moderna si fondono in un racconto poetico dell’anima siciliana.
Le motivazioni - 110 Cum Laude
Sono i vini che rappresentano il vertice dell’enologia italiana: etichette capaci di unire identità, tecnica e poesia. Dal Barolo di Vignarionda ai grandi Sangiovese toscani, fino ai bianchi minerali dell’Etna e alle bollicine trentine di rara eleganza, ogni calice racconta una visione, un luogo, una mano. Frutto di sensibilità e rigore, di tempo e intuizione, i 110 cum laude premiano l’equilibrio perfetto tra territorio e stile, tradizione e futuro: il segno più alto del saper fare italiano nel mondo.
Barolo DOCG Ravera 2021 & Ravera Riserva Vigna Elena 2019 – Elvio Cogno
Due anime di Novello firmate da una delle cantine simbolo delle Langhe. Il Ravera 2021, teso e iodato, profuma di susina gialla, timo citrino e ginger, con rimandi agrumati e frutti rossi succosi. La Riserva Vigna Elena 2019, da Nebbiolo Rosé in purezza, svela nespola, peonia e anice stellato, con sorso salato, tocchi di cappero e chiusura balsamico-floreale. Barolo DOCG Vignarionda Ester Canale Rosso 2021 - Giovanni Rosso Vino di nobile personalità, simbolo della Vignarionda più autentica. Al naso sprigiona note di melagrana in confettura, peonia e arancia sanguinella. Il sorso è compatto, elegante, attraversato da sfumature salmastre e frutti rossi maturi. Persistenza lunga, armoniosa, di rara finezza e profondità, con chiusura salina che ne esalta la tensione aristocratica.
Giulio Ferrari Rosé 2016, Trentodoc - Ferrari Trento
L’espressione “in rosa” dell’icona trentina: un Metodo Classico di rara complessità, dominato dal Pinot Nero e affinato 95 mesi sui lieviti. Profuma di melagrana, orzo e salvia, con accenni di biancospino. Il sorso è croccante, denso e persistente, vibrante d’energia e finezza, capace di fondere autorevolezza e grazia in un equilibrio magistrale.
Chianti Classico DOCG Gran Selezione Vigneto San Lorenzo 2022 - Castello di Ama
Sangiovese in purezza con un tocco di Malvasia Nera, affinato 14 mesi in barrique parzialmente nuove. Al naso si apre su note di ciliegia rossa e mentolo, seguite da accenti di chiodo di garofano e rabarbaro. Il palato, vigoroso e sapido, unisce potenza e finezza, con un lungo finale fruttato che sigla un’interpretazione elegante e moderna del Chianti più autentico.
Orcia DOC Petrucci Anfiteatro 2020 – Podere Forte
Un Sangiovese di vibrante eleganza. Al naso si apre su profumi di rosa canina e fragoline di bosco, con accenni di menta valdostana. Il sorso è ampio, dinamico, sostenuto da tannini setosi e da una freschezza luminosa che dona ritmo e profondità. Chiusura sapida, lunga, dai ritorni fruttati e marini, per un vino di equilibrio e finezza territoriale esemplari.
Toscana IGT Oreno 2023 – Tenuta Sette Ponti
Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot in perfetto equilibrio danno vita a un vino di profonda eleganza e struttura. Al naso emergono note di rosmarino e ribes rosso, seguite da sfumature di geranio e tocchi di rabarbaro. Il sorso è teso, succoso, di grande dinamismo, con richiami di piccoli frutti e accenti officinali. Finale lungo, fresco, piacevolmente mentolato.
Etna Bianco DOC Arrigo 2022 – Alta Mora
Carricante in purezza da vigneti a 610 metri, nuova gemma firmata Alta Mora. Fermentazione malolattica e affinamento sui lieviti in legno donano complessità e cremosità. Profuma di pesca nettarina e pompelmo rosa, con tocchi di camomilla e cappero. Il sorso, salmastro e vibrante, richiama il kiwi e la pietra lavica, per un bianco elegante e già classico.
Tutti i premi speciali (e le motivazioni)
Miglior vino dolce
Daniela Soprano - CANTINE FLORIO Marsala DOC Riserva Vergine 2009. Non una semplice etichetta ma una dichiarazione di estetica enologica: un monumento al tempo che il tempo lo sfida, un vino-simbolo, un manufatto ineffabile.
Miglior vino rosso da uve autoctone
Fabio Mecca - PATERNOSTER Aglianico del Vulture Superiore DOCG Barone Rotondo 2020
La celebrazione dei 100 anni di storia di un marchio leggendario e del legame inscindibile con una varietà ora al centro della mappa vitivinicola mondiale.
Miglior vino bianco da uve autoctone
Rosa Fanti - AZIENDA AGRICOLA ROSA FANTI Rubicone IGT Trebbiano Fiammarossa 2024
Un impeccabile progetto di ritorno alla terra che porta con sé le stigmate della predestinazione in una bottiglia che ha tutto il sapore della riscoperta varietale.
Miglior cantina
Alessandro Cellai - VALLEPICCIOLA. Una cantina-progetto, capace di valorizzare l’impagabile territorio di Castelnuovo Berardenga tra Chianti Classico e varietà internazionali.
Miglior produttore under 40
Marianna Neri - CASANOVA DI NERI Giovanni, Gianlorenzo e Marianna Neri. Con Il Cinese la cantina apre una nuova fase del Brunello, è il segno che anche i classici sanno cambiare restando fedeli a se stessi.
Miglior enologo
Andrea Delpiano - Giovane e determinato, capace di decifrare territori diversi tra loro e portarli all’eccellenza: emblema della qualità raggiunta dai tecnici del vino italiano.
Miglior area vitivinicola
Sandro Santini - Rimini DOC. Il vino romagnolo è la veracità di referenze che sanno, sempre e comunque, di mare. Forse è arrivato il momento di riscoprine, tutti insieme, il valore.
Vino promessa
Tommaso Inghirami - GRIGNANO Chianti Rùfina DOCG Aboca 2023. Un’idea di Chianti innovativa al servizio di un areale la cui tradizione è radicata nel tempo, Grignano si conferma uno dei prospetti più interessanti del panorama toscano.
Miglior vino sotto i 15 euro
Francesco Allegrini - ALLEGRINI Valpolicella DOC Classico 2024. Un Valpolicella Classico da decenni paradigma di qualità ed accessibilità, capaci di viaggiare a braccetto abbinando freschezza ad eleganza.
Miglior vino orange
Marilina Paternò - CANTINA MARILINA Terre Siciliane IGP Moscato Cecile 2018. Un prezioso Moscato Bianco in versione orange proveniente dalla Val di Noto che rappresenta un’affermazione di duttilità territoriale.
Miglior maître
Nicola Dell’Agnolo - Il Luogo di Aimo e Nadia. L’understatement dell’umiltà e del lavoro quotidiano in un sodalizio che ha scritto la storia dell’alta cucina italiana con un approccio fatto di prossimità e accuratezza.
Miglior abbinamento cibo-vino
Giuseppe Palmieri - Osteria Francescana. L’accostamento tra “La Contadina” – piatto che celebra il connubio tra cibo semplice e creazione artistica – e il Trebbiano d’Abruzzo dop Fontecanale - vino che parla di radici contadine attraverso la lente di una di una prospettiva ontologica.
Miglior sommelier
Nicoletta Gargiulo - O me o il mare. Per la capacità di trasformare l’abbinamento cibo-vino in un’esperienza evocativa ed esperienziale, vero terzo occhio dell’itinerario degustativo.
Migliore team di sala
Mariella Organi - Madonnina del Pescatore. Un congegno perfettamente oliato, dove il segreto è accompagnare senza imporre, tramite gestualità impeccabile, una delle esperienze fondanti della moderna gastronomia italiana.
Miglior carta dei vini
Daniele Tagliaferri - Achilli al Parlamento. L’approdo al magico equilibrio fra la scintilla iniziale della sfrenata passione per il vino e una cucina accurata, appagante ed elegante, interconnessa alla tradizione.
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