Attualità
13 novembre, 2025Il settimanale, da venerdì 14 novembre, è disponibile in edicola e in app
Fulmini squarciano un cielo blu notte. Sul nuovo numero de L’Espresso, la statua della Giustizia brandisce spada e bilancia ma le prospettive sono cupe: colpa della riforma costituzionale appena approvata dal governo con il criterio del “Divide et impera”, come si legge in copertina. «Non separa le carriere ma la magistratura», spiega la giudice Silvia Albano al direttore Emilio Carelli, che nel suo editoriale annuncia che l’intervista alla presidente di Magistratura democratica è la prima puntata di una serie: nei prossimi mesi L’Espresso darà voce a punti di vista diversi sul provvedimento che nella primavera del 2026 dovrà essere giudicato dai cittadini. E il referendum, commenta Sebastiano Messina, si annuncia pieno di rischi sia per il governo che per l’opposizione.
Sulla stessa copertina, uno strillo su campo giallo invita i lettori alla grande festa per i 70 anni de L’Espresso: un evento ricco di appuntamenti intellettuali e di momenti conviviali che si terrà il 19 novembre a Roma, a partire dalle 14, a Palazzo Brancaccio (programma e prenotazioni su Eventbrite). Un articolo di Giuliano Torlontano omaggia Arrigo Benedetti, fondatore del nostro giornale insieme ad Eugenio Scalfari: dal suo archivio spunta un romanzo inedito, anticipato sulle nostre pagine, che prefigura gli Anni di Piombo.
Le elezioni del 23 e 24 novembre si avvicinano e Susanna Turco continua il suo Giro d’Italia: questa settimana racconta la Puglia di Decaro, candidato del Pd che praticamente non ha concorrenti. Enrico Bellavia commenta l’inchiesta sul democristiano Cuffaro, conferma di come ancora oggi la corruzione sia un vero e proprio sistema di governo; Marco Antonellis segnala la svolta a destra di Giuseppe Conte che mira a Palazzo Chigi; Franco Corleone ricostruisce gli interventi di Mattarella per riparare errori del governo. E mentre Sergio Rizzo scava tra le scartoffie che accompagnano la travagliata gestazione del Ponte sullo Stretto, Gianfrancesco Turano mette in luce scontri e interessi intorno all’ammodernamento delle autostrade.
Carlo Tecce rivela il doppio gioco del disegno di legge che promette di tutelare chi si occupa di familiari disabili ma in realtà taglia precedenti stanziamenti e obbliga i caregiver a una corsa a ostacoli. Gli hikikomori in Italia intanto aumentano (ne scrive Giovanni Chianelli), mentre Virgilio Grassi segnala un manuale di esercizi per l’equilibrio mentale: e Diletta Bellotti rende conto di una mobilitazione a Trento contro due nuovi Cpr, centri per migranti che sono l’equivalente odierno dei manicomi combattuti da Basaglia. Francesca Vidal invece fa il punto sulla detenzione di Alberto Trentini, che sembra nascondere un ricatto di Maduro all’Italia.
La Spagna festeggia cinquant’anni di democrazia con un boom economico, scrive Federica Bianchi, mentre Alessandro De Pascale ricostruisce i conti rimasti in sospeso con le vittime della dittatura. Sono passati trent’anni dagli accordi di Dayton che posero fine alla guerra in Bosnia (Michelangelo Ostuni traccia un bilancio) e dieci dall’attentato al teatro parigino Bataclan (lo ricorda l’Album fotografico curato da Tiziana Faraoni).
L’Intelligenza artificiale miete le prime vittime in settori molto diversi del mondo del lavoro, dagli addetti ai call center ai doppiatori (lo scrive Alessandro Longo): anche i personaggi dell’ultimo film della Disney, rivela Marco Montemagno, sono vittime di manipolazioni che calpestano ogni norma di copyright. Il mondo della ristorazione festeggia la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’umanità (lo racconta Lino Enrico Stoppani a Marco Roberti) e l’apertura di un nuovo albergo extralusso, Nobu a Via Veneto (di Sofia Petti), ma combatte senza successo contro le recensioni false, un mercato da 150 miliardi di dollari (di Andrea Romano).
Enrico Giovannini denuncia che l’aumento del Pil degli ultimi hanno ha dato ai ricchi senza aiutare i poveri, Carlo Cottarelli commenta il bilancio sulle spese militari pubblicato dalla Nato, mentre Giuseppe De Marzo accusa l’Europa di rinnegare l’impegno per l’ambiente per finanziare armi: non per niente, come rivela Bianchi, è Bruxelles la città del mondo in cui si concentrano più spie.
E l’Espresso chiude con la grande mostra newyorkese su Antonio Gramsci (di Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni), lo spettacolo su Trump di Stefano Massini (di Marta Di Donfrancesco) e una carrellata di libri illustrati per grandi e piccini (di Sabina Minardi). Andrea Bocelli invita ad apprezzare il Santuario di Montenero (ne scrive Marisa Ranieri Panetta), Paolo di Paolo rilancia la figura di Piero Gobetti mentre Arundhati Roy, in un’intervista ad Anna Giurickovic Dato, racconta il rapporto di odio e amore con sua madre a cui ha dedicato un lungo e avvincente memoir.
E mentre Loredana Lipperini prevede i rischi dell’invito di Valditara alla par condicio nei dibattiti scolastici, Paolo Tomasi annuncia un appuntamento da non perdere in televisione: perché il 16 novembre, finalmente, su Rai3 verrà trasmesso “No other land”, documentario che racconta i soprusi israeliani verso i palestinesi in Cisgiordania, premiato con l’Oscar come Miglior film straniero e bloccato due volte dalla Rai.
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