Attualità
13 novembre, 2025A pochi passi dalla Galleria, un locale sociale dedicato soprattutto alle persone senza fissa dimora ha introdotto ora un contributo simbolico. L’obiettivo non è economico, ma dare dignità ai clienti
Cinquanta centesimi. Tanto basta, a volte, per restituire a qualcuno il diritto di sentirsi parte integrante della società. Nel cuore patinato di Milano, in una via semi-nascosta poco distante dal lusso della Galleria Vittorio Emanuele, c’è “Il Girevole”, «un bar sociale, aperto a tutti, ma che si rivolge soprattutto alle persone senza fissa dimora», come spiega Guido Fasano, uno dei volontari dietro il bancone. Il locale, progetto dell’Associazione San Fedele, era nato nel 2022 con l’idea di mettere a disposizione diversi prodotti alimentari gratuitamente, per soddisfare il desiderio di una vita normale e i bisogni di socialità di chi pensava di non poterne avere. Da circa metà settembre, però, ai clienti del bar – aperto ogni mercoledì e venerdì dalle 18:30 alle 22:30 – è stato chiesto di pagare, con un contributo simbolico, patatine, brioche o cocktail analcolici, mentre acqua, tè e caffè restano gratuiti. Una decisione che può suonare come un paradosso, ma che in realtà vuole essere un’occasione: concedere a chi non ha nulla la possibilità di pagare. Non per lucro, ma per libertà. «La scelta è data da due motivi. Il primo è quello di dare dignità alla persona che viene: in questo modo, si sente più “cliente”, sfuggendo dall’ottica assistenzialista. L’altra ragione è quella di prevenire abusi da parte di chi potrebbe approfittare del fatto che tutto all’interno del bar è gratis».
A spiegarlo è Giuseppe Morgante, membro dell’organo di controllo dell’Associazione, chiamato a vigilare sulla corretta gestione dell’ente. Nella sua vita professionale si occupa di affari societari, ma per la San Fedele si assicura che ne venga rispettato lo scopo sociale e ne controlla i conti. «Il mio ruolo più importante, però, è quello di frequentare il bar. Cerco di farlo ogni settimana, anche perché è un’attività che mi riempie. E che trovo anche divertente». Nonostante questo cambiamento, per ora non sembra esserci stato un allontanamento dei clienti dal locale: «Ancora è presto per valutarne l’impatto, ma di certo si può dire che tra chi ha scelto di non venire più non rientrano quelle persone che hanno veramente bisogno». «Perché», spiega, «una soluzione si trova per tutti. Se qualcuno manifesta una necessità particolare, non c’è alcun problema ad andargli incontro».
Il gesto non può non far venire in mente iniziative come quella del tradizionale caffè sospeso napoletano, che ha ispirato progetti simili in tutta Italia: dal pane sospeso promosso dal Gruppo Panificatori di Confcommercio Lecco, al biglietto sospeso, progetto del teatro Fucina Culturale Machiavelli di Verona, fino all’offerta di spesa, pizza, libri e altro ancora. Un altro esempio di solidarietà lo offre ancora la San Fedele, con quella che il presidente dell’Associazione, padre Francesco Cambiaso, definisce la loro «attività principale». Proprio davanti al portone del bar c’è infatti l’ingresso di uno sportello farmaceutico, ideato per garantire terapie essenziali a chi, per diverse ragioni, non se le può permettere. “Il Girevole” è solo uno degli ultimi progetti dell’Associazione, ma per quanto possa sembrare diverso da quello pensato per chi ha difficoltà a reperire cure mediche, in realtà mira allo stesso scopo: soddisfare un bisogno di prima necessità. «Quando si va in farmacia, si viene per chiedere un farmaco, che è una necessità concreta. Il bar, invece, soddisfa altri tipi di bisogni: meno evidenti, ma altrettanto importanti», racconta Morgante. «Sono il bisogno della socialità, dello stare insieme, di sentirsi guardati».
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