Attualità
13 novembre, 2025Articoli correlati
L'intervista al presidente della Federcalcio
Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, le procedure per la ristrutturazione del debito con stralci pesantissimi per i creditori, soprattutto lo Stato, non è un istituto che andrebbe impedito alle società del calcio? Caso emblematico è la Juve Stabia.
«Serve una specificità per il calcio, non si può applicare un istituto così invasivo anche alle società sportive che competono secondo regole aggiuntive a quelle stabilite nel codice civile. La nostra posizione sull’argomento è stata chiara sin dal primo momento e l’abbiamo evidenziata più volte anche ai ministri competenti. L’applicazione nel nostro mondo, seppur legittima, crea evidenti distorsioni, perché cambia da territorio a territorio e non pone nelle stesse condizioni tutti i club, con la Figc che non può fare nulla perché è una legge dello Stato».
Il calcio non sconta un disequilibrio tra la giustizia sportiva e quella ordinaria? L’ordinaria interviene secondo i suoi codici, ma poi quella sportiva ha strumenti scarsi per essere efficace o è chiamata a gestire problemi enormi come i casi di Juve Stabia e Foggia a tornei in corso.
«Il concetto di giustizia è unico, sono diversi gli strumenti e le modalità di applicazione delle norme, così come la tempistica più veloce necessaria a salvaguardare la regolarità delle competizioni. Nello sport poi c’è il principio delle lealtà sportiva che ha una sua valenza fondamentale, come si è reso evidente nel recente caso di alterazione di risultati per scommesse dove un arbitro è stato sanzionato prima dalla giustizia sportiva
e poi da quella ordinaria. Non posso entrare nel merito dei casi specifici come Juve Stabia e Foggia, ma sembrano fattispecie diverse perché in quest’ultimo caso, a quanto mi è dato sapere, è stata la proprietà a denunciare il tentativo di infiltrazione mafiosa».
Tutto questo sta riducendo la regolarità dei campionati?
«Proprio per garantire la regolarità dei campionati, in tempi non sospetti abbiamo introdotto la norma del blocco della campagna trasferimenti, perché non si verificasse il paradosso che le risorse eventualmente rese disponibili non pagando una percentuale dei debiti (a seguito di accordo di ristrutturazione sancito dal tribunale) fossero utilizzate per rafforzare le squadre».
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