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14 novembre, 2025Articoli correlati
Armanda Colusso a 364 giorni dall'arresto in Venezuela del cooperante italiano: "Solo una forte pressione mediatica può convincere chi ha il potere ad agire e riportarlo finalmente a casa. Alberto ha dedicato la sua vita agli altri e ora è lui ad aver bisogno di voi"
Sono passati 364 giorni dall’arresto di Alberto Trentini, un anno da quando il cooperante italiano è nelle carceri del Venezuela senza un capo d’imputazione preciso. Oggi — 14 novembre — la madre, Armanda Colusso, lancia un appello dalle colonne di Repubblica. “Domani ci incontreremo a Milano per parlare ancora una volta di lui. E chiedo a voi tutti di non stancarvi mai di farlo, perché solo una forte pressione mediatica può convincere chi ha il potere ad agire e riportarlo finalmente a casa — scrive —. Alberto ha dedicato la sua vita agli altri e ora è lui ad aver bisogno di voi: scrivete, parlatene, insistete, perché chi deve decidere lo faccia senza più tentennamenti, come è successo per altri nostri connazionali”.
In un anno, Trentini è riuscito a parare con la propria famiglia solo tre volte. L’ultima chiamata, lo scorso 10 ottobre, con il cooperante italiano che ha rassicurato sul proprio stato di salute. Trentini è rinchiuso nel carcere El Rodeo I, nei pressi di Caracas. Fonti vicine alla famiglia e alcune ong denunciano che per mesi è stato tenuto in isolamento, senza poter avere contatti regolari con i propri cari. L’ultimo allarme è arrivato dall’associazione Justicia, Encuentro y Perdón, secondo cui non sono rari episodi di percosse, privazioni alimentari e trattamenti degradanti. Il Comité por la Libertad de los Presos Políticos descrive la condizione di quattro attivisti: confinati in totale isolamento, privi di indumenti, ammanettati giorno e notte e senza accesso nemmeno ai farmaci necessari.
Intervenendo in Canada a margine del G7, due giorni fa il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha ribadito: “Seguiamo con molta attenzione la situazione in Venezuela e dei nostri concittadini detenuti. Stiamo facendo di tutto per farli uscire dalle carceri di Caracas. Sono detenuti politici, non sono dei criminali. E questo è un tema che ci sta particolarmente a cuore. Stiamo lavorando a livello politico, a livello diplomatico. In tutti i modi cercheremo di riportare a casa i detenuti italiani, compreso Trentini che è da un anno in carcere e non si riesce capire cosa intende fare il regime”.
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