Attualità
17 novembre, 2025Una rivalità nel segno del rispetto, quella tra i due tennisti più forti del mondo: "Dopo ogni sconfitta, Jannik torni in campo sempre più forte. Complimenti”
Quello tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, i migliori nemici, ormai è un gran classico del tennis. Alla rivalità in campo fa da contraltare un rispetto al di fuori del rettangolo di gioco che incarna il valore più nobile dello sport.
“Grazie Carlos perché mi servi, mi dai la motivazione per allenarmi ogni giorno. Grazie a me che do sempre il 100% e ci credo anche nei momenti difficili. Stasera non è stato solo tennis. Siamo atleti che hanno bisogno di persone vicine. Finiscono due mesi intensi, adesso posso festeggiare”, ha detto Sinner alla fine del match, dopo aver superato in due set lo spagnolo bissando il successo dello scorso anno alle Atp Finals di Torino. "Congratulazioni Carlos — ha detto poi in inglese rivolgendosi ad Alcaraz (e scusandosi di non aver ancora imparato lo spagnolo), sconfitto in finale — a te e al tuo team per il lavoro che fate, per le vittorie e per aver raggiunto di nuovo la prima posizione del ranking. Se non sono io numero uno, sono contento che sia tu", ha concluso
"Esco dal campo a testa alta. Sono veramente felice per il livello che ho espresso in campo contro un giocatore che non perde una partita in un campo indoor da due anni. Dopo ogni sconfitta, Jannik torni in campo sempre più forte, complimenti”, è stata la replica di Alcaraz.
Un torneo, quello di Torino, iniziato all’insegna del fair play tra i due. Con un seflie scattato — e postato dall’azzurro — al termine dell’allenamento sul campo centrale delle Atp Finals.
“Nel nostro sport, ma credo in tutti gli sport, servono delle rivalità. Sono contento che ci sia Carlos, perché mi spinge sempre. Soprattutto quando perdi: in quei momenti devi trovare qualcosa su cui migliorare — ha poi aggiunto Sinner ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa —. Abbiamo migliorato tanto il servizio, ma sappiamo anche dove possiamo ancora crescere — ha aggiunto —. Anche oggi, subito dopo la partita, abbiamo parlato di cosa bisogna lavorare per l’anno prossimo. Nessuno è perfetto: quando entri in campo non cerchi la perfezione, cerchi di essere il migliore in quella giornata, in quel momento”.
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