Attualità
6 novembre, 2025Anche lui, come gli altri nomi coinvolti, ha ricevuto un messaggio da Whatsapp Support lo scorso 31 gennaio. "Questo è il tempo di fare una domanda molto semplice: perché io?", scrive sui social
C’è un nuovo nome che si aggiunge alla lista delle persone che sarebbero state spiate con il software Graphite di Paragon. È Francesco Nicodemo, ex spin doctor di Matteo Renzi ed esperto di comunicazione vicino al Partito democratico. “ll fondatore dell'agenzia di comunicazione Lievito, già responsabile della comunicazione del Partito democratico con Matteo Renzi ha ricevuto il messaggio da Whatsapp Support lo scorso 31 gennaio”, scrive Fanpage.
“Nelle conversazioni che potrebbero aver scaricato dal mio telefono ci sono i messaggi di tanti candidati e di tanti parlamentari. Noi lavoriamo alla comunicazione digital dei gruppi parlamentari del Pd. Oltre al fatto che se anche ho smesso con la politica attiva, il Pd è la mia famiglia di origine e con moltissimi dirigenti, parlamentari, sindaci ho rapporto personali consolidati da decenni”, dice in un colloquio con il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, il primo a denunciare di aver ricevuto l’alert da Whatsapp, da cui è nato il caso Paragon.
Che però, di mese in mese, sembra allargarsi a macchia d’olio. Oltre a Cancellato, il software di Paragon Solutions è stato usato nei confronti del collega di Fanpage Ciro Pellegrino, di Roberto D’Agostino di Dagospia, di don Mattia Ferrari, di Giuseppe Caccia e Luca Casarini — rispettivamente fondatore e capomissione di Mediterranea Saving Humans —, del fondatore di Refugees in Libya David Yambi. Poi, più di recente, come ha rivelato Irpimedia, sono stati coinvolti nomi importanti del mondo della finanza come l'amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, e l'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone.
“Grazie. Alle centinaia di persone che da stamattina alle 7 mi stanno scrivendo per esprimermi solidarietà. Sapere di non essere solo in una vicenda inquietante come questa è aria pura in un clima asfissiante — scrive Nicodemo oggi sui social —. Per dieci mesi non sono voluto uscire pubblicamente su questa vicenda, perché da persona responsabile, che ha lavorato nelle istituzioni e a Palazzo Chigi, ho un enorme rispetto delle strutture di sicurezza del Paese e non volevo e non voglio essere argomento di propaganda politica (lo sapete tutti, ero impegnato professionalmente in alcune campagne elettorali). Da sincero democratico innamorato del nostro Paese, però è arrivato il tempo — aggiunge —. Questo è il tempo di fare una domanda molto semplice: perché? Perché io? Come è possibile che uno strumento raffinatissimo e complesso sia stato utilizzato per spiare un privato cittadino, come se fosse un trafficante di droga o una minaccia eversiva per il Paese?”.
Poi conclude: “Ci ho messo dieci mesi per denunciare pubblicamente questa violazione drammatica della mia privacy e proprio per questo tutto quello che ho da dire pubblicamente sulla vicenda è nel libro di Francesco Cancellato, fratello non di sangue, e in queste poche righe. Eviterò interviste, eviterò ulteriore esposizione, e se possibile di ritornare su questa vicenda”.
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