Attualità
27 novembre, 2025Il settimanale, da venerdì 28 novembre, è disponibile in edicola e in app
L’immagine di copertina del nuovo numero de L’Espresso è un oggetto inesistente: tonda, dorata, decorata con un “triangolo infinito” che ricorda i paradossi grafici di Escher, è il simbolo del Bitcoin, la più famosa delle criptovalute. “Quella sporca moneta”, nata pochi anni fa e arrivata a un valore di quattromila miliardi di dollari, è diventata il canale preferito del riciclaggio. E, come rivela un’inchiesta di Paolo Biondani, Gloria Riva e Leo Sisti con il consorzio investigativo Icij, è il metodo di pagamento delle spie a libro paga del Cremlino. Anche di quelle italiane.
Quanto sia sfuggente per i giudici di tutto il mondo l’universo delle criptovalute lo dimostra il caso di Roberto Recordare, accusato di aver riciclato 500 miliardi di euro per le mafie italiane, pluri-indagato ma mai condannato (ne scrive Gianfrancesco Turano). Carlo Tecce intanto racconta i due italiani fondatori di Tether, “criptobanca” protagonista di recenti investimenti su Juventus e Chora Media. Il direttore Emilio Carelli nel suo editoriale si sofferma invece su un altro pericolo della Rete: la dipendenza digitale che minaccia i più giovani, come spiega lo psicoterapeuta Giuseppe Lavenia in un’intervista a Claudia Bugno.
Archiviate le Regionali, Susanna Turco analizza il duello Meloni-Schlein. Sebastiano Messina guarda già alle politiche del '27, che si avvicinano senza che il "campo largo" abbia un candidato premier. Marco Antonellis segnala invece la prudenza a destra verso il referendum sulla riforma della magistratura.
La guerra in Ucraina continua, e l’Italia non riesce a decidere se inviare armi o no (ne scrive Giuliano Torlontano), mentre Sabato Angieri da Odessa spiega perché il piano di pace proposto da Trump è sorprattutto un grande affare per gli Usa. Si parla dell’inchiesta sui cecchini italiani a Sarajevo (Joshua Evangelista intervista Florence Hartmann), della svolta verde di Copenhagen (di Federica Bianchi), del Cile che sceglie il prossimo presidente tra una candidata comunista e il figlio di un nazista (di Daniele Mastrogiacomo). Papa Leone intanto parte per la Turchia, per un viaggio che ha radici teologiche ma prospettive geopolitiche (ne scrive Stefano Maria Paci).
L’Economia racconta tormenti e sotterfugi della Commissione Europea (ne scrive Federica Bianchi) in particolare per quanto riguarda le auto ibride (di Valerio Berruti) mentre Giuseppe De Marzo elenca nuovi dati sui morti provocati dall’inquinamento. Carlo Cottarelli invece dichiara il fallimento della Cop30 di Belém, e Angiola Codacci-Pisanelli racconta le nuove strategie della comunicazione ambientalista. E mentre Marco Montemagno spiega perché l’Intelligenza artificiale avrà sempre bisogno della creatività umana, Mariapia Ebreo presenta i finalisti della gara per le startup più innovative, che saranno premiate da L’Espresso.
L’album curato da Tiziana Faraoni questa settimana ricorda momenti e protagonisti della grande festa che a Palazzo Brancaccio ha celebrato i 70 anni de L’Espresso e l’orgoglio di essere coscienza critica del Paese. Dagli Stati Uniti intanto Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni danno l’addio alla cometa 3I/Atlas, dopo un lungo viaggio nei nostri cieli che ha ispirato meraviglia e complottismo.
E L’Espresso chiude con un’anticipazione della Fiera della piccola editoria in arrivo a Roma (ne scrivono Sabina Minardi e Giulia Rugolo), un saggio di Bruno Manfellotto sui tentativi di uccidere Mussolini (lo recensisce Loredana Lipperini) e una lunga intervista a Ken Follett di Mattia Insolia. Bruno Ployer presenta la Prima della Scala, Emanuele Coen incontra Anna Castiglia, vincitrice della Targa Tenco, e Dwayne Johnson racconta a Claudia Catalli il suo nuovo film e la sua filosofia di vita.
Diletta Bellotti difende il raid veneziano di Greta Thunberg. Franco Corleone spiega perché le “case lavoro”, protagoniste di una recente clamorosa evasione, andrebbero abolite. Lipperini denuncia la strategia della distrazione che spiega le continue sparate di rappresentanti del governo su temi culturali. Sono tre temi da meditare e discutere nei prossimi giorni, per prolungare il piacere della lettura.
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