L'inverno demografico ha risvolti su ogni settore della società, dalla sostenibilità del sistema di welfare alla carenza di lavoratori per l'industria. In Italia, ricorda il presidente di Confindustria Lombardia, Giuseppe Pasini, la media è di uno 1,2 figli a famiglia. L'impatto sulle imprese si preannuncia devastante, laddove la sostituzione della manodopera con l'intelligenza artificiale è un'utopia - peraltro nemmeno auspicabile -. "Prima dei prossimi 20-25 anni le nuove generazioni non entreranno nelle nostre aziende e questo è un problema, specialmente per un territorio come la Lombardia, dove il sistema manifatturiero sta ancora tirando: nel terzo trimestre di quest'anno abbiamo fatto un +0,7%, a dimostrazione che la Lombardia a livello di imprese, di sistema manifatturiero è ancora un'economia solida".

Nel corso dell'evento Internazionalizzazione e capitale umano la Lombardia e la sua filiera tecnico professionale protagonisti nel mondo, è stata comunicata la stima di Unioncamere per il fabbisogno occupazionale: per il solo settore privato, si prevede che tra il 2025 e il 2029 sussiste la necessità di assumere circa 617 mila lavoratori stranieri. E l'industria, con 245 mila unità, cuberà il 40% della richiesta. È il territorio lombardo, poi, quello dove si avverte più forte il bisogno: 146 mila lavoratori che devono entrare nel mercato, il 24% del totale nazionale. "Le dinamiche demografiche e la carenza di competenze rischiano di mettere in crisi il nostro modello competitivo", aggiunge Pasini. "Ovviamente c'è anche una questione salari: i giovani escono dal Paese e non rientrano, anche per una questione di salari, dobbiamo guardare anche questo problema - conclude -. Pensiamo infine ai temi legati all'intelligenza artificiale: abbiamo bisogno di competenze e per formare queste competenze ci vuole tempo".