Attualità
18 dicembre, 2025Un inferno di pratiche manipolatorie e abusi. Difficili da perseguire. Le proposte di legge ferme in Parlamento
Si fanno chiamare “Maestro”, “Aquila senza nido”, “Ministro di Cristo Gesù”, celebrano l’amore globale e la condivisione con l’universo. Sono i leader di psicosette, utilizzano strategie psicologiche, violentano e riducono in schiavitù, portando anche alla morte. Le stime contano circa 500 gruppi in Italia, con 4 milioni di vittime (tra adepti e familiari), ma un censimento ufficiale non esiste, così come non esiste una legge che normi il reato di manipolazione mentale.
Negli anni Novanta il Consiglio d’Europa, allarmato dai suicidi di massa in Svizzera, Francia e Canada sotto l’ispirazione dell’Ordine del Tempio Solare, aveva chiesto agli Stati membri di istituire Osservatori sul fenomeno. La Francia rispose per prima con un iter interministeriale e una prima legge, alla quale ne è seguita un’altra più restrittiva. Altri come Svizzera, Belgio, Germania, adottarono norme punitive. In Italia solo un rapporto della Direzione centrale della polizia di prevenzione, inviato alla commissione Affari Costituzionali della Camera nel febbraio 1998, dal titolo “Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia”. Si deve dunque a quel documento il solo censimento esistente: 137 i nuovi (nel 1998) movimenti religiosi e magici. Poi più niente, e il fenomeno è dilagato.
I disegni di legge
«La Corte Costituzionale nel 1981 abolì il reato di plagio – spiega l’avvocato Paolo Florio, legale del CeSap, il Centro studi abusi psicologici – Rilevò che la norma puniva chi sottoponesse altri a una totale soggezione, senza definire cosa fosse, ma evidenziando l’importanza che il Parlamento intervenisse. Ora è arrivato quel momento». Sono tre, al momento, le iniziative. La prima, presentata a febbraio 2020 dal senatore Achille Totaro (FdI), si è arenata nell’epidemia da Covid, finita in un cassetto a legislatura conclusa. Totaro proponeva l’introduzione dell’articolo 600.1 del codice penale in materia di atti di condizionamento della personalità. La seconda, della senatrice Tilde Minasi (LSP-PSd’Az), è stata assegnata a giugno alla commissione Giustizia. «Le famiglie delle vittime e lo Stato non riescono a intervenire tempestivamente a causa della carenza di norme in grado di disciplinare e punire le condotte vessatorie – si legge – Nella maggior parte dei casi, peraltro, la vittima è giuridicamente capace di intendere e volere». La terza, presentata il 4 giugno, è del senatore Sergio Rastrelli (FdI) per l’introduzione «dell’articolo 613-quater del codice penale in materia di manipolazione emotiva e psicologica». A battersi da tempo è l’onorevole Stefania Ascari (M5S), che ha sollecitato l’istituzione di una commissione d’inchiesta, inviando a novembre 2024 una interrogazione al ministro Carlo Nordio.
«Il problema vero nella catalogazione è che a lavorarci sono solo alcune associazioni di volontariato di supporto alle vittime – spiega la presidente CeSap, la psicologa Lorita Tinelli (vedi box) – Registriamo oltre 2.000 casi l’anno, ma quei 500 gruppi settari cambiano fisionomia, denominazione, lo stesso gruppo all’interno ne può avere altri. Ci sono poi le community sui social, che si sviluppano con metodiche settarie – avverte – C’è un mondo che noi abbiamo ben chiaro, ma se lo stesso non avviene a livello governativo, non saranno mai trovate soluzioni».
Le storie
C’è il caso di Mario Pianesi, leader di “Un Punto Macrobiotico”, oltre 100 ristoranti aperti in 15 regioni, fino a cadere sotto decine di denunce: l’ultimo si è chiuso a maggio. Nel 2020 ha patteggiato un anno e 8 mesi per violenza privata e abuso della professione medica. Sua moglie, Loredana Volpe un anno e 2 mesi. Pianesi lanciava progetti finalizzati a uno sviluppo sostenibile in campo ambientale, agricolo ed economico in Italia e all’estero, ma, per l’accusa, avrebbe ridotto in schiavitù decine di adepti, alcuni dei quali sottoposti a diete drastiche sono arrivati a pesare 35 chili. È in primo grado, a Teramo, il processo a Pietro Tamburella, fondatore del “Movimento universale umani in divenire” di Campli, e alla sua collaboratrice Valeria Ficarra, accusati di violenza sessuale di gruppo. Undici le vittime parti civili: hanno raccontato i digiuni e le privazioni di sonno per indebolirne la volontà e sottoporle a «orge, rituali magici, training spirituali». Tamburella, “Aquila senza nido”, vuole rigenerare il Pianeta, dice di aver scoperto una macchina che «gli alieni utilizzano per preparare un addetto a un rapimento». Ma chi è riuscito a uscirne riporta violenze e rituali disumani, inducendo a donazioni per decine di migliaia di euro.
Si professava “Santo” e “Maestro di vita” l’ex sacerdote dell’Empolese, Mauro Cioni, condannato nel 2021 a 14 anni e 8 mesi per violenza sessuale e riduzione in schiavitù, deceduto un mese dopo. Per 20 anni, Cioni avrebbe costretto i parrocchiani che dopo la sua sospensione lo avevano seguito nella comunità religiosa di Montecchio, a Cortona, a versamenti mensili di denaro e a violenze sessuali, definendole “esorcismi”.
Il caso di Roberta Repetto
Roberta Repetto aveva 28 anni quando iniziò a frequentare il Centro Olistico Anidra, vicino a Genova, guidato da Paolo Bendinelli. Nel 2018 scopre un neo sulla schiena, il 13 ottobre Bendinelli e il chirurgo bresciano Paolo Oneda lo rimuovono senza anestesia, su un tavolo da cucina. Come terapia, «meditazione, bagni nel torrente e assunzione di tisane zuccherate». Due anni dopo, Roberta muore a 40 anni per un melanoma. La sua storia viene ricostruita grazie ai diari nei quali trascriveva, come ordinatole, i resoconti degli incontri sessuali. Per la Procura di Genova il guru è responsabile di violenza sessuale, circonvenzione di incapace, maltrattamenti e omicidio volontario. In primo grado Bendinelli e Oneda vengono condannati per omicidio colposo a tre anni e 4 mesi. Non passano le accuse di circonvenzione di incapace, maltrattamenti e violenza sessuale: «La circostanza che la donna scegliesse liberamente se e quando interrompere gli incontri – motivava il giudice – insinua il dubbio circa l’effettivo condizionamento di Bendinelli nel condurla a compiere atti sessuali». A febbraio 2024 l’assoluzione in secondo grado, confermata dalla Cassazione, poi quella di Paolo Oneda: «Non è possibile stabilire oltre ogni ragionevole dubbio che se (anche) l’imputato avesse da subito formulato la diagnosi oncologica – si legge – la paziente si sarebbe sottoposta ai dovuti accertamenti clinici o ai prescritti trattamenti sanitari». Sentenza contro la quale la sorella di Roberta, Rita Repetto, ha presentato appello: «Per i giudici la responsabilità della morte è di mia sorella – commenta – e quel medico non ne ha perché l’intervento non ha ucciso Roberta, solo privata di una diagnosi che lei comunque non avrebbe accettato. Ma, se fosse stata lucida si sarebbe sottoposta a un intervento del genere?». Roberta ha fondato “La pulce nell’orecchio”: 129 segnalazioni nel 2024, 75 nei primi 8 mesi di quest’anno. «I genitori mi chiedono cosa fare, se vanno a denunciare si sentono rispondere: “Se la persona è maggiorenne, non possiamo intervenire”. Do consigli su come rapportarsi con la vittima, per evitare gli errori che io ho fatto: non si deve essere aggressivi, né criticare il leader, una parola sbagliata può aumentare la distanza. In un momento di fragilità se incontriamo chi utilizza tecniche di manipolazione valide ci affidiamo. Ma dobbiamo riconoscere i campanelli d’allarme: la perdita del pensiero critico, l’allontanamento dagli affetti. L’intelligenza non basta».

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