Attualità
5 dicembre, 2025La lettera di studiosi del mondo ebraico: "Queste iniziative da un lato banalizzano l'antisemitismo; dall'altro rischiano di essere uno strumento politico per limitare la libertà del dibattito pubblico". Tra i firmatari Gad Lerner, Anna Foa, Carlo Ginzburg, Roberto Saviano
Gli intellettuali scendono in campo contro il ddl sull’antisemitismo. Non contro la necessità di contrastarlo - tutt’altro - quanto perché le proposte in discussione in Parlamento allargano eccessivamente il perimetro di definizione finendo per equipararlo alla critica, politica, allo Stato e al governo di Israele.
"Noi, studiosi e studiose di storia degli ebrei e dell’antisemitismo, insieme a scrittori e scrittrici che si occupano di mondo ebraico o che difendono la libertà di parola e di opinione, riteniamo inaccettabili e pericolosi i disegni di legge oggi in discussione sulla prevenzione e il contrasto dell’antisemitismo”. Tra i firmatari ci sono Anna Foa, Roberto Della Seta, Helena Janeczeck, Carlo Ginzburg, Lisa Ginzburg, Gad Lerner, Giovanni Levi, Stefano Levi Della Torre, Simon Levis Sullam, Bruno Montesano, Valentina Pisanty, Roberto Saviano.
La definizione che il ddl Delrio chiede di recepire - ma prima del deputato Pd, la stessa proposta è stata avanzata da Romeo della Lega, Gasparri di Forza Italia e Scalfarotto di Italia viva - è quella dell’Internazional Holocaust Remembrance Alliance, “contestata a livello internazionale - scrivono i firmatari dell’appello - da molti dei maggiori specialisti di storia dell’antisemitismo e della Shoah, e ignorano la più equilibrata e autorevole Jerusalem Declaration on Antisemitism promossa da questi ultimi. In questo modo - continuano - si finisce per equiparare qualsiasi critica politica a Israele all’antisemitismo”.
Queste iniziative, si legge ancora nella lettera, “da un lato banalizzano l'antisemitismo; dall'altro, come si è visto anche nella recente offensiva del governo Trump contro le principali università americane, usano la lotta all'antisemitismo come strumento politico per limitare la libertà del dibattito pubblico, della ricerca e della critica legittima a Israele, che da anni porta avanti politiche violente, autoritarie e perfino genocidarie contro i palestinesi. Riteniamo controproducente, ai fini di un efficace contrasto dell'antisemitismo, introdurre leggi speciali che di fatto lo separano dalla lotta contro ogni forma di razzismo - si aggiunge -. Stabilire un presunto privilegio di esenzione dalla critica politica ed etica ‘in favore degli ebrei’ (e solo di questi) - che nei fatti tutela solo chi sostiene in modo incondizionato le ragioni di Israele - non può che alimentare nuova ostilità e ulteriore antisemitismo. Quest'ultimo certamente esiste ma va sempre contrastato accanto a islamofobia, razzismo ed ogni forma di discriminazione”.
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