Figuracce di governo
Cronache del torturatore Almasri allo stadio: i biglietti, il settore, gli amici
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Cronache del torturatore Almasri allo stadio: i biglietti, il settore, gli amici
Il generale libico, liberato per un cavillo, aveva pianificato da giorni la tappa all'Allianz Stadium per Juve-Milan del 18 gennaio e non aveva cambiato programma. L'indomani verrà arrestato su mandato dalla Corte penale internazionale per poi essere liberato due giorni dopo per un "cavillo". E i suoi amici sugli spalti? Anche a loro non è andata male...
Il 18 gennaio 2025, un sabato, è stato un sabato particolare. Tipicamente italiano. Mentre la Corte penale internazionale si riuniva a l’Aja in Olanda per approvare a maggioranza il mandato di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità nei confronti del generale libico Nijeem Osama Almasri, capo della polizia giudiziaria di Tripoli e arcinoto torturatore di migranti, lo stesso generale Almasri era seduto all’Allianz Stadium di Torino per assistere alla partita di cartello Juve-Milan (ore 18) in compagnia di tre connazionali. Secondo le nostre ricostruzioni, Almasri aveva utilizzato la sua identità e una carta di credito per acquistare online quattro posti della tribuna centrale settore est, proprio di fronte ai palchetti per la stampa. Il generale era assiepato lì dove sono puntate le telecamere, a dimostrazione che non aveva nulla da temere e si sentiva protetto in Italia. Nonostante un controllo di polizia subito il 16 gennaio 2025, un mercoledì, nei pressi di Monaco di Baviera in Germania, tappa di un viaggio che da Londra a Bruxelles l’avrebbe portato in Italia. Almasri ha comprato i biglietti per Juve-Milan mentre era in Germania quando la Juventus aveva già aperto la vendita libera. Almeno da mercoledì 16 gennaio 2025 il suo nome era nella disponibilità di eventuali controlli di sicurezza. Il generale è stato arrestato nel suo albergo di Torino all’alba di domenica 19 gennaio 2025 e ha passato due giorni in carcere prima di essere liberato per un “cavillo” la sera di martedì 21 gennaio 2025 e rientrare a Tripoli in trionfo, a bordo di un aereo utilizzato dai servizi segreti italiani. Un Falcon bianco con bandiera tricolore che già la mattina del 21 gennaio 2025 era stato dislocato da Roma a Torino. E i suoi amici rimasti anonimi? A l’Espresso risulta che, mentre il generale era rinchiuso alle Vallette di Torino, i tre amici di Juve-Milan erano nelle mani dello Stato e, senza perdere troppo tempo, sono stati trasferiti in Libia. Questi piccoli dettagli, che si aggiungono alle cronache delle ultime settimane, confermano la volontà del governo di Giorgia Meloni di non processare il generale Almasri per non aprire un conflitto diplomatico con la Libia. I ministri Carlo Nordio (Giustizia) e Matteo Piantedosi (Interno) si sono sacrificati alle Camere, in luogo della presidente Meloni, discolpandosi con arzigogoli procedurali. Probabilmente al governo sarebbe bastata un po’ di cruda sincerità: l’Italia non può permettersi di applicare la giustizia al torturatore Almasri e, anzi, l’Italia teme che il pacco Almasri, che ha girovagato tranquillo per due settimane in Europa, sia stato un regalo degli alleati europei che vogliono mettere in difficoltà il governo italiano. La Ragion di Stato, no? Certo, qualcuno poi dovrebbe spiegare perché la Ragion di Stato fa dubitate il governo degli alleati europei e dunque della Corte penale internazionale e non gli consente di rispettare la giustizia in casi di questa inaudita gravità.
Foto in anteprima: ANSA/COURTESY FAWASELMEDIA.COM