Le indagini riguardano i visti dal Bangladesh, ma dopo le denunce de L’Espresso si sono estese alla Repubblica Democratica del Congo. Il sospetto di un collegamento con l’uccisione dell’ambasciatore Luca Attanasio

Dopo due anni di denunce, indagini e inchieste giornalistiche de L'Espresso, la Guardia di finanza ha avviato una serie di arresti di funzionari e dipendenti del ministero degli Esteri accusati di corruzione in Bangladesh. Ma è solo l’inizio. Altre indagini sono in corso, su accuse simili, nei confronti del personale delle sedi diplomatiche italiane nella Repubblica democratica del Congo, Pakistan e Venezuela. Cinque le persone coinvolte nell’operazione in corso, tre finite in carcere e due agli arresti domiciliari. Al centro delle attività investigative della Guardia di finanza, un traffico di permessi di viaggio per lavoro e per turismo che valeva milioni. Cittadini bengalesi disposti a pagare fino a 15.000 euro per i primi e 7.000 per quelli turistici. Coinvolti anche imprenditori compiacenti che in accordo con i funzionari corrotti favorivano l’immigrazione clandestina.

 

Le Fiamme gialle hanno sequestrato sia ingenti somme di denaro che oggetti di grande valore. L’inchiesta del pm Fabrizio Tucci vede indagati Nicola Muscatello, Roberto Albergo (ai domiciliari), Nazrul Islam, Shamim Kasi e Md Hossaim Patwari in carcere. Tutto nasce dalla denuncia del deputato di Fdl Andrea Di Giuseppe, per il quale è stata disposta nel 2024 una scorta, dopo aver ricevuto una serie di minacce e ritorsioni. Nonostante le intimidazioni, fin da quando aveva presentato il primo esposto denunciando un tentativo di concussione per garantire un supporto al traffico illecito, il parlamentare non ha mai allentato la presa. Anzi, ha ampliato il suo attivismo “per tentare di fare pulizia in certi uffici ministeriali” come tiene a sottolineare.

 

Dopo aver letto l’inchiesta sul presunto giro di visti facili nella Repubblica democratica del Congo, che ha portato alla chiusura dell’ufficio addetto all’ambasciata italiana a Kinshasa, a seguito dell’invio di ispettori della Farnesina, Di Giuseppe ha presentato una nuova denuncia da cui è scaturita un’ulteriore attività investigativa che punta a scoprire se la vicenda corruttiva, sollevata da numerosi esposti di cittadini congolesi e dalla denuncia di un imprenditore con nazionalità italiana, possa essere collegata in qualche modo all'uccisione dell’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo Luca Attanasio. “Finalmente dopo due anni di indagini sono scattati i primi arresti per tre cittadini stranieri e due funzionari della Farnesina coinvolti nel traffico di esseri umani. Questo sarà solo il primo capitolo di una vicenda molto più ampia che comincerà a tirare fuori il marcio dalle nostre istituzioni” dice a L’Espresso Di Giuseppe, soddisfatto per l’operazione che, conferma, non si ferma qui.