Il voto fuorisede prende slancio: a Milano 10 mila registrati per i referendum

L'assessora ai servizi civici del Comune: "Il numero non riflette e la totalità dei non milanesi presenti in città, ma è un ottimo risultato"

A Milano sono 10 mila i fuorisede che si sono registrati per i referendum sul lavoro e la cittadinanza dell'8 e 9 giugno. Un dato che conferma l'importanza della sperimentazione sul voto dal domicilio temporaneo, grazie al quale parte dei milanesi d'adozione (e dei fuorisede di tutta Italia) non dovrà, questa volta, affollare i treni per tornare nelle città di origine.

 

 

"È un'ottima notizia, che rafforza il percorso per rendere questa possibilità strutturale e incardinata all'interno di una legge", ha commentato l'assessora ai servizi civici del Comune, Gaia Romani. "Certamente questo numero non riflette e non raggiunge la totalità di fuorisede presenti in città, ma ci sembra già un ottimo risultato, frutto di una buona collaborazione e impegno profusi con Università, comitati promotori e associazioni per una più ampia partecipazione possibile".

 

Si tratta del secondo appuntamento elettorale in cui è stato possibile votare in un Comune diverso da quello di residenza. La prima sperimentazione era stata fatta in occasione delle scorse elezioni europee, l’8 e il 9 giugno del 2024, dove, però, hanno potuto esprimersi soltanto gli studenti. Questa volta, la possibilità è stata data anche agli elettori che per motivi di lavoro o cure mediche si trovano in una provincia diversa per almeno tre mesi. 

 

La legge per dare un quadro normativo chiaro al voto a distanza è ferma al Senato dal luglio 2023. Le elezioni europee sono state un esperimento con tanti ostacoli e inadempienze. Ci si è arrivati con un decreto-legge dell'ultimo minuto, dopo una lunga battaglia civica, portata avanti da molte realtà giovanili, forze politiche e associazioni. Tra queste c’è The Good Lobby, organizzazione non-profit impegnata nell’influenzare decisioni pubbliche.

 

"Stiamo raccogliendo dati dalle città principali e siamo arrivati già a 48 mila registrati, e mancano ancora alcune regioni", spiega Fabio Rotondo, Policy Officer e Campaigner di The Good Lobby. Per le europee soltanto 24 mila persone avevano fatto richiesta per votare. La metà esatta. Ma il paragone è azzardato: va considerato anche che l’allargamento del bacino dei beneficiari ha influito sull'aumento dei cittadini che hanno fatto domanda. Poi c’è l’inerzia: tutte le sperimentazioni elettorali soffrono di un po’ resistenza iniziale, ma prendono piede. "Il trend italiano", precisa Rotondo, "è anche migliore di alcuni Paesi europei. In queste due settimane abbiamo girato l’Italia per parlare dei referendum e gli studenti erano più preparati perché avevano già l'esperienza dell'anno scorso".

 

I Comuni ora dovranno informare i fuorisede su dove andare a votare. L’augurio di Fabio Rotondo è che "non succeda come l'anno scorso, quando alcune amministrazioni non hanno contattato i fuorisede, oppure hanno attivato un portale, ma la gente non sapeva che doveva collegarsi per ricevere l'attestazione online". Alle europee del 2024 i votanti fuorisede sono stati oltre 17 mila, con un’affluenza superiore all’80%. Il primo partito è stato Alleanza Verdi e Sinistra con più del 40% delle preferenze. Fratelli d’Italia ha ottenuto appena il 3,4%. Si tratta di un campione molto piccolo e dunque poco rappresentativo, ma che ha aperto uno squarcio su una parte di Italia che sgomita per avere il suo peso elettorale. E sui quesiti referendari vuole dire la sua.

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