Nove anni di carcere è la richiesta avanzata dal procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso per Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. I quattro sono accusati di violenza sessuale di gruppo su una studentessa italo-norvegese. I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, la ragazza ha raccontato agli inquirenti di aver subito uno stupro di gruppo all'interno della villetta di proprietà della famiglia Grillo in Costa Smeralda.
Il procuratore Capasso ha chiesto per i quattro ragazzi la concessione delle attenuanti generiche, ovvero circostanze che il giudice può considerare per ridurre la pena di un reato, anche se non sono espressamente previste dalla legge. Il motivo, come spiegato dallo stesso procuratore, sarebbe la giovane età degli imputati: "Parliamo di sei ragazzi che allora avevano 19 anni. Due ragazze che hanno subito quel che hanno subito, quattro ragazzi che vivono comunque una situazione drammatica". Grillo e i tre amici hanno sempre parlato di rapporti consensuali: "Nessuno di noi ha mai approfittato di qualcuno o qualcosa. Ho studiato giurisprudenza proprio per questo processo e sono praticante avvocato. Credo nella giustizia e vorrei continuare a crederci", ha dichiarato. Lunedì 30 giugno, aprendo la requisitoria, il procuratore Capasso ha spiegato che la versione dei fatti presentata dai quattro imputati "è incompatibile con la logica, le testimonianze raccolte e il materiale acquisito durante le indagini".
Nel trarre le conclusioni dell’inchiesta e del processo, il procuratore ha anche affermato che "ci sono le prove" che i ragazzi abbiano diffuso i video della violenza sessuale ad altre persone. Non è stato però possibile contestare il revenge porn, perché all'epoca dei fatti non esisteva ancora il reato.