Con la pronuncia della Cassazione, si chiude un altro capitolo giudiziario sulla strage di Bologna: la condanna all’ergastolo per Paolo Bellini – ritenuto uno dei cinque esecutori materiali – che diventa ora definitiva. Le sentenze di primo e secondo grado risalgono al 6 aprile del 2022 e all’8 luglio del 2024. I giudici della Cassazione mettono quindi nero su bianco che Bellini, ex Avanguardia nazionale, fu il quinto esecutore della strage insieme – anche loro già condannati – a Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Filberto Cavallini, l’ultimo a essere condannato in via definitiva lo scorso 15 gennaio. Mandanti, finanziatori e organizzatori della strage che il 2 agosto del 1980 ha causato 80 morti e oltre 200 feriti sarebbero Licio Gelli, Federico Umberto D’Amato, Mario Tedeschi e Umberto Ortolani.
Quella di Bellini è una figura che torna spesso nella storia italiana e nei suoi tanti misteri, fino alle stragi di mafia del 1993, in quella saldatura tra criminalità organizzata e destra eversiva provata da diverse pronunce della magistratura. Che quel 2 agosto del 1980 Bellini fosse alla stazione di Bologna, nonostante lui abbia sempre sostenuto il contrario, è provato da un video registrato per caso da un turista tedesco, qualche minuto prima dell’esplosione, e fu proprio la moglie dell’ex militante di Avanguardia nazionale a riconoscere il marito in quelle immagini. I giudici della Corte d'appello di Bologna avevano scritto che il ruolo di Bellini fu quello di "trasportare, consegnare e collocare quantomeno parte dell'esplosivo" e fornire supporto materiale all'azione "nella piena consapevolezza” di quello che sarebbe successo di lì a poco.
Con la sentenza di oggi - primo luglio - i giudici della sesta sezione della Cassazione hanno anche ribadito la condanna a sei anni per l'ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, per depistaggio, e a quattro anni per Domenico Catracchia, amministratore di alcuni condomini di via Gradoli a Roma, per false informazioni al pubblico ministero.