L'afa eccessiva continua a essere la protagonista dell'inizio di questa stagione estiva. Oggi e domani - 2 e 3 luglio - è bollino rosso per 18 città italiane, che venerdì diventeranno 20: Ancona, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Palermo, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Verona e Viterbo vedranno aggiungersi all'elenco anche Venezia e Pescara. I pronto soccorso sono alle prese con i numeri che aumentano: è stato registrato un surplus di ingressi del 20%. L'anticiclone africano, però, in alcune zone ha provocato anche forti piogge. Il centro funzionale monitoraggio Rischi Naturali della Lombardia ha emanato un'allerta meteo gialla (ordinaria) per temporali a partire dal pomeriggio di oggi fino a domani mattina, mentre la sala operativa della Protezione civile della Toscana ha emesso un codice giallo per pioggia e temporali dalle 13 fino alle 22 di stasera: sono attualmente in corso diversi temporali, in particolare sulle province di Firenze, Prato, Pistoia, Pisa e Arezzo, con forti colpi di vento e locali grandinate.
Il caldo torrido ha già fatto anche diverse vittime. Oggi due uomini sono morti in spiaggia, in Sardegna, per le temperature elevate: un 75enne ha perso la vita per un malore, a Budoni, e un 60enne a San Teodoro, mentre un anziano di 85 anni, entrato in Pronto Soccorso al san Martino di Genova, per disidratazione e con co-morbidità, è morto per scompenso cardiaco. Ieri un 47enne ha perso la vita alle porte di Bologna, colto da un malore mentre stava stendendo il calcestruzzo sotto il sole di mezzogiorno e una donna cardiopatica è morta nel palermitano. Vari anche i malori: sempre martedì primo luglio, una turista si è sentita male nel Duomo di Milano e due operai hanno avvertito un malore mentre lavorano in una buca a Tezze, sul Brenta (Vicenza): uno è in coma.
Le misure delle Regioni
Una situazione che preoccupa anche le autorità: oggi al ministero del Lavoro il Governo ha varato, con Cigl, Cisl, Uil e le associazioni datoriali, un Protocollo operativo per contenere i rischi sul lavoro con queste temperature, in cui sono previsti il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria, in caso di temperature eccessive o sospensioni imposte da ordinanze locali, oltre che l’allestimento di zone d’ombra o climatizzate per le pause, la distribuzione di acqua e sali minerali e l’uso di indumenti adatti. Si è deciso, poi, per l’attivazione della sorveglianza sanitaria mirata e per la formazione dei lavoratori sui rischi da stress termico.
Diverse Regioni si sono mobilitate per prevenire gli effetti dell'afa e dell'eccessiva esposizione al sole, imponendo lo stop ai lavori all’aperto nelle ore centrali delle giornate. Tra le prime a muoversi in questa direzione ci sono Lazio e Calabria che, già all’inizio di giugno, avevano emesso provvedimenti anti-caldo imponendo il divieto di lavorare sotto il sole nelle ore più calde. In particolare, in Calabria il governatore Roberto Occhiuto, già il 10 giugno, aveva emesso un'ordinanza che vieta il lavoro dalle 12.30 alle 16 nel settore agricolo e florovivaistico e nei cantieri edili e affini nei giorni di rischio alto. Misura simile a quella della Lombardia, dove vige il divieto di qualsiasi attività lavorativa all'aperto tra le 12.30 e le 16 nelle aree edili, cave aziende agricole e florovivaistiche, limitatamente ai giorni in cui sarà segnalato un livello di rischio "alto", a partire da oggi e fino al 15 settembre. Anche l’Umbria ha deciso di anticipare i tempi, varando la sua ordinanza anti-caldo già a metà giugno: la Regione ha avviato una "intensa" campagna di controlli nei cantieri edili e nelle aziende agricole per verificare il pieno rispetto dell'ordinanza, emanata dalla presidente, Stefania Proietti, lo scorso 13 giugno.
Non si distanziano le misure del Lazio, che ha imposto il divieto di svolgere lavoro all’aperto tra le 12:30 e le 16 in tutti i giorni - fino al 31 agosto - in cui la piattaforma di monitoraggio Worklimate indica un rischio “alto” di stress termico. Decisioni simili, nonostante alcune diverse sfumature, anche per Abruzzo, Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna e Toscana. Anche in Emilia-Romagna è stop al lavoro nella stessa fascia oraria, fino al 15 settembre, qualora si verifichino condizioni di caldo estremo o anomalo, nei cantieri edili e affini, in agricoltura, nel florovivaismo e nei piazzali della logistica.
Marche, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Piemonte, Valle d'Aosta, Veneto e Trentino-Alto Adige hanno scelto, invece, di limitandosi a suggerire misure di prevenzione, quali la revisione degli orari di lavoro, l'aumento delle pause in zone ombreggiate, una maggiore distribuzione di acqua e la riorganizzazione dei turni per esporre il meno possibile i lavoratori all'afa.
Nel resto d'Europa
Non è solo il nostro Paese a essere vittima del caldo torrido. In Germania, sono previsti per oggi picchi di temperature fino a 40 gradi, con gli esperti che ritengono che questo 2 luglio possa essere la giornata più calda dell'anno. A Berlino la colonnina di mercurio, stando alle previsioni, salirà fino a 36 gradi nelle prossime ore, mentre in diverse zone, soprattutto nel Sud, sono previsti anche forti temporali.
Non va meglio in Francia, dove ieri - 1 luglio - era stata annunciata una chiusura anticipata al pubblico della Torre Eiffel per due giorni, a causa del forte caldo. “Oltre 500 persone in condizioni molto precarie” sono state portate al riparo in “rifugi climatici” dotati di aria condizionata, nell'Ile-de-France, stando a quanto annunciato dalla governatrice della regione, Valérie Pécresse, che ha parlato di “sforzo colossale” per “metterle al riparo". “In questa situazione di calore estremo, se le persone non vengono messe al riparo, possono esserci conseguenze mortali”, ha aggiunto in diretta su France 2. Parigi e altri 15 dipartimenti francesi sono posti fino alla mezzanotte di oggi in stato di allerta rossa da “canicola”: in oltre 60 centraline la temperatura ha superato i 40 gradi. "Due persone sono morte in seguito a malori" collegati all'afa di questi giorni, ha detto la ministra della Transizione Ecologica, Agnès Pannier-Runacher. "Oltre 300 persone sono state assistite dopo chiamate di emergenza". L'attenzione sul tema nel Paese d'oltralpe è molto alta, dopo che il picco di caldo dell'estate 2003 ha portato a oltre 10mila decessi stimati (dato che era stato calcolato sull'aumento dei morti nel periodo rispetto alla media degli anni precedenti).
Caldo record anche in Spagna, dove le temperature hanno superato i 40 gradi in molte località. I vigili del fuoco hanno dichiarato di aver trovato due corpi senza vita dopo un incendio scoppiato nel nord-est del Paese, provocato da una violenta ondata di calore: le autorità della Catalogna hanno confinato circa 14 mila persone nelle proprie case. Ore prima, la polizia della regione aveva segnalato la morte di un bambino di due anni, rimasto intrappolato all'interno di un'automobile parcheggiata al sole. Una persona è poi morta a Cordova, nel Sud del Paese, e un'altra a Barcellona, entrambe durante lavori stradali, probabilmente vittime di un colpo di calore. Un 67enne è deceduto a Placencia, in Estramadura, sempre a causa delle alte temperature.