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25 luglio, 2025L'Onu avverte: "Un minore su cinque soffre di malnutrizione e il numero cresce ogni ogni giorno. La carestia si fa strada in silenzio". Ma il governo di Tel Aviv continua a negarla
Gaza è sull’orlo di esaurire le scorte di alimenti terapeutici specializzati, fondamentali per salvare la vita dei bambini malnutriti. Le riserve di alimenti ad alta densità nutrizionale e calorica, come i biscotti energetici e la pasta di arachidi arricchita con latte in polvere si esauriranno entro metà agosto. "Ci troviamo ora in una situazione disperata. È davvero pericoloso per i bambini, che stanno già affrontando fame e malnutrizione", ha dichiarato giovedì 24 luglio Salim Oweis, portavoce dell’Unicef ad Amman, in Giordania. Oweis ha spiegato che l’Unicef dispone attualmente di abbastanza alimenti salvavita per trattare solo 3 mila bambini, ma nei primi 15 giorni di luglio ne sono stati curati 5 mila con malnutrizione acuta.
Non mangiare per giorni interi a Gaza è diventata la normalità. Succede ad almeno un terzo della popolazione, stando ai dati riportati dal Programma alimentare mondiale (Wfp) delle Nazioni Unite. Secondo l’agenzia, tra maggio e settembre di quest’anno, 470 mila persone si troveranno ad affrontare uno stato di "fame catastrofica", la categoria più grave secondo la classificazione integrata Onu sulla sicurezza alimentare. "L'unico modo per accedere al cibo", scrive il Wfp, "sono gli aiuti umanitari. I prezzi sono alle stelle. Le persone stanno morendo per mancanza di assistenza umanitaria".
Non bastano le bombe, "la fame è un altro killer". Lo ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità. Almeno 100 persone sarebbero morte di fame, riporta l'Oms, che documentato almeno 21 decessi di bambini sotto i cinque anni causati da malnutrizione. "Le consegne di cibo sono sporadiche e insufficienti alla sopravvivenza della popolazione. I genitori ci raccontano che i loro figli vanno a dormire piangendo per la fame. I luoghi di distribuzione degli aiuti sono diventati scenari di violenza", ha detto Ghebreyesus. Gli operatori sul campo non sono più solo testimoni della tragedia, ci sono dentro. Il commissario generale dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi Philippe Lazzarini ha ha spiegato che la maggior parte del personale dell’UNRWA sopravvive con una sola ciotola di lenticchie al giorno e molti svengono per la fame durante il lavoro: "Quando chi assiste non riesce a nutrirsi, l’intero sistema umanitario crolla". Lazzarini ha poi riportato l'allarme lanciato uno dei suoi collaboratori: "Quando la malnutrizione infantile esplode, i meccanismi di sopravvivenza crollano, il cibo e le cure scompaiono, e la carestia inizia a farsi strada in silenzio".
Gli aiuti umanitari ci sarebbero anche. Solo l’UNRWA ha 6 mila camion carichi di cibo e medicine pronti in Giordania ed Egitto. Ma il loro ingresso continua a essere ostacolato da impedimenti logistici, burocratici e militari imposti dalle autorità israeliane. Bloccati fuori dalla Striscia ci sono anche aiuti che vengono dall'Italia. Oltre 20 tonnellate di cibo raccolte a dicembre da Coop e Misericordie sono ferme da sei mesi a Cipro. Lo denuncia un gruppo di cittadini toscani che aveva partecipato alla raccolta. La testimonianza di chi è stato sul posto, poi, non può che confermare la gravità della condotta di Israele. Nick Maynard, chirurgo britannico appena rientrato da Gaza dopo aver lavorato come volontario all’ospedale Nasser, ha raccontato: "La malnutrizione che ho visto è terribile. Perfino il latte artificiale per neonati viene confiscato ai checkpoint".
Il governo israeliano, nonostante tutto, non fa altro che negare. Il portavoce dell'esecutivo di Tel Aviv David Mencer ha dichiarato questa settimana a Sky News: "Non c'è carestia a Gaza, c’è una carestia di verità". Nel frattempo, la stessa parola è stata usata per la prima volta da un esponente del governo italiano per descrivere quanto accade a Gaza. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato oggi - venerdì 25 luglio - che si possono più accettare "carneficine e carestie" nella Striscia, precisando però che Roma non è pronta a riconoscere lo Stato di Palestina. Anche Regno Unito, Francia e Germania hanno chiesto la fine della "catastrofe umanitaria che stiamo osservando a Gaza". In una nota congiunta, i tre paesi europei hanno chiesto a Israele di "revocare immediatamente le restrizioni al flusso di aiuti. Negare l’assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile". Difficile che l'appello venga ascoltato da chi ha fatto del negare un riflesso automatico.
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