Attualità
29 luglio, 2025Articoli correlati
La proroga ordinata dal prefetto Di Bari era ispirata alla direttiva trasmessa nel dicembre 2024 dal ministro dell'Interno Piantedosi. "È una vittoria dello Stato di diritto", commentano i legali delle associazioni che hanno fatto ricorso
Non si può trasformare l'eccezione in prassi. Così il Tar della Campania ha motivato la decisione di annullare la proroga del divieto di stanziamento nelle cosiddette "zone rosse" di Napoli, voluta dal prefetto della città Michele Di Bari. L'ordinanza si rifaceva a una direttiva trasmessa nel dicembre del 2024 dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Nel documento veniva chiesto ai prefetti di individuare aree urbane considerate sensibili per motivi di sicurezza, da cui allontanare persone ritenute "pericolose". Le "zone rosse" sono state attivate anche in altre città come Milano, Firenze e Bologna. Diverse associazioni hanno denunciato il rischio di colpire in modo sproporzionato persone vulnerabili, contestando la vaghezza dei criteri adottati e il carattere repressivo.
Una preoccupazione adesso condivisa dal Tar, secondo cui il provvedimento "introduce una misura limitativa della libertà di circolazione applicabile ad un numero indeterminato di soggetti ed a vaste aree della città". Nella sentenza, i giudici mettono in dubbio "l’esistenza di una situazione di grave, imprevista e imprevedibile emergenza per la sicurezza pubblica, non fronteggiabile con gli strumenti ordinari". "È plausibile", concludono, "il sospetto avanzato dai ricorrenti, secondo cui il Prefetto ha introdotto misure straordinarie per far fronte a problemi di ordine pubblico ordinari e stratificati nel tempo".
"È una vittoria dello Stato di diritto", commentano i legali delle associazioni che hanno presentato il ricorso. "Il Tar ha riconosciuto che le ordinanze del Prefetto erano illegittime e violavano principi costituzionali. Dopo mesi di contenzioso, viene sancito un principio fondamentale: il potere straordinario non può diventare regola ordinaria. Il diritto", conclude la nota, "non può piegarsi a logiche di emergenza permanente".
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