Sostenibilità
9 luglio, 2025Lo rivela uno studio dell'Imperial College di Londra, i ricercatori hanno stimato il numero di decessi dal 23 giugno al 2 luglio: nel capoluogo lombardo ci sarebbero state 500 vittime imputabili alle temperature record. L’uso di combustibili fossili ha aumentato le temperature delle ondate di calore fino a 4°C nelle città europee
Lo scorso 30 giugno, a Milano è collassata l’insegna “Generali” che dominava la Torre Hadid, nel quartiere di CityLife. Sebbene le cause del crollo non siano ancora state chiarite, il caldo estremo di quei giorni potrebbe aver innescato una crisi strutturale. Così l’immagine della scritta sbilenca, incastrata in un reticolo di acciaio, è diventata il simbolo dell’anomalia dell’ondata di calore che ha attraversato l’Italia e l’Europa. Un’emergenza capace di far cadere i totem, sconvolgere la vita cittadina, incidere su lavoro e produttività e, soprattutto, capace di uccidere.
Secondo uno studio del Grantham Institute, l’istituto specializzato sui cambiamenti climatici dell’Imperial College di Londra, Milano è la città più colpita in assoluto dall’ondata di calore che ha investito l’Europa tra il 23 giugno e il 2 luglio. In quel breve arco di tempo, si stima che 499 persone siano morte a causa del caldo, di cui ben 317 decessi attribuiti direttamente ai cambiamenti climatici di origine antropica. Le temperature registrate in quei giorni erano fino a 4°C superiori rispetto a quelle che si sarebbero verificate in un mondo senza riscaldamento globale. Una differenza invisibile, ma letale, che fa sentire la sua morsa soprattutto sulle persone più anziane o più vulnerabili, che rappresentano la maggioranza delle vittime. I dati raccolti per la ricerca riguardano 12 città: Londra, Parigi, Francoforte, Zagabria, Budapest, Atene, Roma, Milano, Sassari, Barcellona, Madrid e Lisbona. Su un totale stimato di 2.305 decessi legati al caldo in questi centri, 1.504 (circa il 65%) sono il risultato diretto dell’aumento delle temperature di 1-4°C causato dal cambiamento climatico umano. In altre parole, il bilancio delle vittime è stato triplicato dalla combustione di combustibili fossili.
La causa del caldo anomalo, si legge nel report, è "un sistema di alta pressione sull’Europa occidentale, comunemente noto come cupola di calore, cha agito come un coperchio, intrappolando aria calda e secca negli strati più bassi dell’atmosfera e facendo così aumentare progressivamente le temperature". La maggiore frequenza e intensità di questi eventi è causata dai cambiamenti climatici.
Gli autori si sono concentrati su un periodo di dieci giorni, dal 23 giugno al 2 luglio 2025, per stimare quante persone siano morte per il caldo e quante di queste morti siano legate ai cambiamenti climatici causati dalle attività umane. Usando un approccio chiamato attribuzione climatica hanno confrontato due scenari: uno reale, con le temperature effettivamente registrate, e uno “controfattuale”, cioè un mondo ipotetico in cui il cambiamento climatico non esiste e le temperature sono più basse di 1,3°C (l’aumento medio globale dovuto all’attività umana). Questi dati sono poi stati combinati con modelli epidemiologici in grado di predire il rischio di morte. In questo modo, gli autori sono stati in grado di calcolare il numero di decessi attribuibili direttamente ai cambiamenti climatici.
È stato così individuato il responsabile di 317 dei decessi per caldo in eccesso stimati a Milano, 286 a Barcellona, 235 a Parigi, 172 a Londra, 164 a Roma, 108 a Madrid, 96 ad Atene, 47 a Budapest, 31 a Zagabria, 21 a Francoforte, 21 a Lisbona e 6 a Sassari. Se Milano è la città più colpita in termini assoluti, a Madrid il 90% delle morti da caldo sono state causate dal riscaldamento globale. In generale, l’88% delle vittime erano persone di età superiore ai 65 anni, più vulnerabili agli effetti del caldo intenso. Lo studio aggiunge che l’aumentare della frequenza di questi eventi estremi nel mese di giugno rende più fatali le ondate, perché, all’inizio dell’estate, la popolazione non è ancora fisiologicamente abituata alle alte temperature. E si tratta probabilmente di stime al ribasso, visto che non sono stati inclusi gli effetti indiretti del caldo, come le ospedalizzazioni, l’aggravamento di malattie croniche e le conseguenze dei numerosi incendi che hanno peggiorato la qualità dell’aria.
Gli esperti avvertono che le zone urbane subiscono in modo sproporzionato gli eventi estremi a causa dell’effetto "isola di calore urbana" (le superfici asfaltate e cementificate trattengono più calore) e della densità di popolazione. Le città sono l’epicentro del rischio e a pagare il prezzo più alto sono i gruppi sociali più fragili. Non solo gli anziani, ma anche chi vive in condizioni abitative precarie, prive di isolamento termico, ventilazione adeguata o accesso a spazi refrigerati. Alcune misure di adattamento sono già in corso, come l’espansione di aree verdi e blu e l’isolamento termico degli edifici, ma non sono ancora sufficienti. “Finché il mondo non smetterà di bruciare combustibili fossili”, denunciano gli autori dello studio, “le ondate di calore diventeranno più intense, più frequenti e più durature, aggravando il peso sui servizi sanitari pubblici e aumentando il rischio di superare i limiti di adattamento delle società”.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Imbucati di Stato - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 4 luglio, è disponibile in edicola e in app