Attualità
12 agosto, 2025Il Garante dei detenuti campano: "Almeno sulle morti in carcere i numeri per la politica non diventino opinione, ma impegno concreto. C'è un'emergenza in corso da 4 anni". Ilaria Cucchi: "In Italia oggi non c'è proprio nulla di normale sul tema carceri"
"Da quando Carlo Nordio è ministro, come si evince dai dati, i suicidi e i morti totali nelle carceri sono stati per tre anni consecutivi al massimo storico negli ultimi 30 anni". A denunciare l'aggravarsi della situazione negli istituti penitenziari italiani è il segretario del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp), Aldo Di Giacomo, che a supporto della sua affermazione riprende i dati diffusi dallo stesso ministero della Giustizia. Un "autogol" per il guardasigilli, lo definisce il sindacalista, che dimostra la gravità del sovraffollamento e delle sue conseguenze.
I dati
"L'autentico autogol del Ministro - scrive Di Giacomo - viene dalla statistica sul sovraffollamento, questa volta ufficiale, diffusa dal suo Ministero: cinque regioni superano il +40% di sovraffollamento: Friuli Venezia Giulia: +51,3%; Puglia: +49,9% Molise: +45,7%; Lombardia: +45,0%; Veneto: +43,9%. Tra le più critiche anche l'Emilia-Romagna (+32,1%) e il Lazio (+27,4%). È questa la priorità dell'emergenza carcere da affrontare". Da qui, la critica al nuovo piano carceri ideato dal guardasigilli: "Il ministro Nordio pensa di costruire celle-container che produrrebbero uno spreco di denaro perché oltre 80 milioni di euro potrebbero garantire appena 380 posti-cella a fronte di 200 ingressi in carcere di nuovi detenuti, in media, ogni mese". "Ci sono pertanto ragioni più che valide che - continua Di Giacomo - hanno determinato la decisione del Sindacato Polizia Penitenziaria di passare ad una mobilitazione più ampia ed intensa che avevamo già programmato per dopo ferragosto e sposteremo, per ragioni autorizzative, agli inizi di settembre". E denuncia la condizione della polizia penitenziaria: "Il personale è abbandonato a sé stesso e costretto a difendersi come può dalle quotidiane aggressioni, incendi in cella e in padiglioni, rivolte e violenze che hanno portato, dall'inizio dell'anno, più di 2 mila agenti in ospedale o dai medici".
La denuncia del sindacato
Il segretario del Spp critica fortemente "le esternazioni" sui suicidi in carcere da parte del ministro "che tenta goffamente di negare l'innegabile e quindi quello che è da tutti riconosciuto come un 'allarme sociale'", parlando di un tasso di casi al di sotto della media, nonostante negli ultimi anni il dato sia in progressiva crescita. "I suicidi al 12 agosto accertati sono 53 di cui si conoscono nome, istituto del decesso e modalità del suicidio. Persino l'affermazione del Ministro 'siamo sotto la media' è smentita dai numeri, infatti dal 1992 sino al 2022 la media dei suicidi è stata di 52,36 senza mai raggiungere i 70 suicidi in un anno; mentre negli ultimi tre anni (2022-2024) i suicidi sono stati 243 con una media di 81, con il numero più negativo lo scorso anno (91). I morti totali dal 1992 al 2021 sono stati 152 di media annua senza mai superare i 190 in un anno, mentre nel triennio 2022-2024 la media è stata di 233 con il massimo storico nel 2024 con 246 morti totali". E aggiunge: "Un'altra certezza è che da quando Nordio è ministro, come si evince dai dati, i suicidi e i morti totali nelle carceri sono stati per tre anni consecutivi al massimo storico negli ultimi 30 anni. Neanche quest'anno gli andrà bene così come vorrebbe far credere, infatti con la media di suicidi attuali anche quest'anno si chiuderà con bene oltre 80 suicidi contro una media di 52,36".
L'attacco al ministro
Le affermazioni di Nordio hanno sollevato critiche dai rappresentati politici e di categoria. Per Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti campano e portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale, "suicidi e morti di carcere e in carcere: si danno i numeri! Oltre l'anonimato dei numeri, ci sono le persone. Che si è fatto negli ultimi dieci anni? Il 2024 è stato l'anno con più morti in carcere di sempre. Le regioni più colpite sono state Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia. Un picco di una emergenza in corso da quattro anni". Un dato che interroga, spiega Ciambriello, e "che inquieta, ma il ministro Nordio stiracchia i numeri e cinicamente dice che non c'è emergenza, non c'è allarme". E aggiunge: "Almeno sulle morti in carcere i numeri per la politica non diventino opinione, ma impegno concreto per adoperarsi con provvedimenti concreti e deflattivi per rendere l'esecuzione della pena compatibile con il volto costituzionale".
Parole forti arrivano anche dal senatore del Pd, Filippo Sensi: "Raramente mi sono vergognato di qualcosa di un governo del mio Paese come di questa nota sui suicidi in carcere, diffusa oggi. Mi fa orrore il cinismo, il disprezzo, l'arroganza, la totale mancanza di comprensione e umanità. Sono stato a Rebibbia ieri. Ho trovato più dignità", scrive su X.
Un tema sul quale non poteva mancare la voce di Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza verdi sinistra: "A Nordio dico che non si può parlare di 'normalizzazione' quando un essere umano viene costretto al suicidio come unica via per sottrarsi alla tortura di una condizione disumana. Parlare di 'normalizzazione' di fronte a decine e decine di morti che continuano a verificarsi in un Paese che vuol definirsi civile e democratico è un insulto all'intelligenza e alla sensibilità dei cittadini. 'Nessuno' e cioè zero è il solo dato che può essere definito 'normale' quando parliamo di suicidi in carcere. In Italia oggi non c'è proprio nulla di normale sul tema carceri".
E il bilancio potrebbe essere ancora più pesante, se si facesse un conteggio più ampio, come fa capire il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella: "Il numero dei suicidi avvenuti in carcere fino ad oggi è ancora una volta drammatico. 53 suicidi e altre 101 persone morte. Nel 2023 i suicidi furono 68 in tutto e nel 2024, 91. È una conta tragica che non ammette sottovalutazioni. Tra i 4 e i 5 morti a settimana. E non si può non contare un suicidio in prigione se la persona ha tentato di ammazzarsi in carcere e poi è morto in ospedale. Quest'anno la tendenza, se continuerà così, porterà il 2025 ad essere l'ennesimo anno di morte".
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