Attualità
25 agosto, 2025Il portavoce Luca Marsella sul possibile ordine di sfratto per l'immobile occupato a Roma: "Non è una dichiarazione di guerra o una provocazione. Ma la nostra occupazione non può essere paragonata a quella di Milano”
CasaPound non ci sta e rifiuta paragoni con lo storico centro sociale Leoncavallo di Milano. Non solo: il movimento neofascista annuncia che, nel caso in cui arrivasse l’ordine di sfratto anche per il palazzo di via Napoleone III a Roma, occupato abusivamente, si adopererà per difendere il palazzo. “Al contrario di quello he non hanno fatto al Leoncavallo, se dovessero arrivare per sgomberarci, noi difenderemo il palazzo — dice il portavoce di CasaPound Italia, Luca Marsella —. Non è una dichiarazione di guerra o una provocazione. Ma la nostra occupazione non può essere paragonata a quella di Milano”.
L'apertura di Piantedosi
In realtà, al di là dell’opposto colore politico, anche il palazzo in zona Esquilino, occupato abusivamente dal 2003, è nella lista degli sgomberi stilata dalla prefettura di Roma quando era guidata dall’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ed è stato proprio Piantedosi, sull’onda delle polemiche delle opposizioni che accusano il governo di avere due pesi e due misure, ad aprire alla possibilità che anche il quartier generale di CasaPound verrà sgomberato: “Prima o poi arriverà anche il suo turno”, ha assicurato rispondendo ai cronisti dal Meeting di Rimini. Anche per questo, il Viminale ha negli scorsi giorni disposto il censimento delle persone che vivono all’interno dell’immobile di via Napoleone III, ritenuto da molti una mossa propedeutica a un futuro intervento.
Le condanne per gli scontri dopo lo sgombero dei locali di Casalbertone
Luca Marsella assicura che le sue parole non sono “una dichiarazione di guerra”, ma c’è un precedente sgombero finita in maniera tutt’altro che pacifica. Il 20 gennaio del 2022 vengono sfrattati alcuni militanti di CasaPound che occupavano un locale in via degli Orti di Malabarba, a Casalbertone a Roma. Gli occupanti, a volto coperto, hanno opposto resistenza all’atto disposto dall’autorità giudiziaria con un lancio di fumogeni e con scontri con le forze dell’ordine. Per quegli episodi poco meno di due mesi fa, a luglio, sono stati condannati a un anno lo stesso Marsella e il leader di CasaPound, Gianluca Iannone.
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