Attualità
2 settembre, 2025L'appello ai giovani: "Osate immaginare un tempo radicalmente diverso, che non risponde alla violenza con altra violenza"
Che si tratti della situazione a Gaza, della gestione dei migranti o delle politiche utili a garantire un futuro ai giovani, per Don Luigi Ciotti la strada è una sola: "Servono gesti concreti, serve prendere posizione per denunciare le troppe contraddizioni su temi che non possono essere messi in discussione, quali la pace e la giustizia". Il fondatore e presidente di Libera, associazione che si occupa della lotta alle mafie, in un'intervista a La Stampa fa un appello chiaro al governo italiano: "Non è più il tempo delle parole". "Bisogna passare ai fatti".
Il nostro esecutivo, dice il religioso al quotidiano torinese in merito all'aggressione che Israele sta perpetrando a Gaza, "deve esprimersi in modo chiaro contro il massacro in corso, che diventa ogni giorno più grave con l'escalation militare decisa per espellere di fatto l'intero popolo palestinese dalla propria terra". E non è un compito che sta solo al governo italiano. Tutta l'Europa deve far sentire la sua voce, dando una risposta netta a Tel Aviv "con la sospensione degli accordi politico-commerciali che ci legano al governo di Israele, a partire dalla vendita di armi. Purtroppo, finora l'Italia si è dichiarata contraria", continua Don Ciotti. "Dopo lo stato di grave carestia certificato dall'Onu, l'uccisione deliberata di giornalisti e persone in cerca d'aiuto umanitario, mi chiedo cos'altro debba accadere per farci cambiare idea".
Don Ciotti non manca, poi, di esprimersi sul tema delle politiche migratorie, dicendo di provare "un'immensa rabbia e vergogna" davanti alle immagini della Guardia costiera libica che spara contro le navi delle Ong impegnate nel Mediterraneo. "Sappiamo che le navi e le munizioni dei libici sono frutto anche dei finanziamenti italiani alle autorità di quel Paese. Pur di appaltare alla Libia il lavoro sporco di contenimento dell'immigrazione, l'Italia si rende complice della violazione dei diritti umani di decine di migliaia di persone migranti, e degli attacchi contro i suoi stessi cittadini impegnati a salvare i naufraghi". E aggiunge: "Su queste barche di salvataggio, delle Ong come quelle della Global Sumud Flotilla per Gaza, idealmente ci saliamo tutti a bordo, perché ci sentiamo corresponsabili verso le vite in pericolo, maltrattate e disumanizzate. Sono barche che salpano per salvare noi stessi e l'Europa intera dal naufragio della proprio coscienza".
E poi, un accorato appello ai giovani: "Non aspettate. E non perdete le vostre speranze. Ribellatevi al fatalismo e datevi da fare. Osate immaginare un tempo radicalmente diverso, che non risponde alla violenza con altra violenza, alle ingiustizie con abusi ancora maggiori. Studiate ma senza lasciarvi infarcire di teorie ammuffite, che raccontano le guerre come inevitabili, l'ambiente come inesauribile, le disuguaglianze come funzionali allo sviluppo. Op ponetevi al riarmo, alle distruzioni ambientali, alle mafie, ai sistemi di produzione e consumo che umiliano i diritti delle persone".
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