Attualità
23 settembre, 2025Le forze dell'ordine avevano sequestrato oltre 460 chili di prodotto, che poi si è rivelato legale, a un giovane imprenditore agricolo. Lo scorso luglio un'altra inchiesta era finita nel nulla, con il dissequestro di due tonnellate di infiorescenze (valevano 18 milioni di euro)
Spacciatore, all’improvviso. Arrestato il venerdì, liberato il lunedì. Un giovane imprenditore agricolo ha passato tre giorni dietro le sbarre con un’accusa pesante — traffico di stupefacenti — a causa della canapa che produce, poi rivelatasi industriale e quindi a norma. La vicenda — definita “traumatica e ingiusta” dai legali Lorenzo Simonetti e Claudio Miglio dello studio Tutela legale stupefacenti — è stata denunciata dall’Associazione Canapa Sativa Italia.
Le forze dell’ordine “hanno rinvenuto e classificato come stupefacenti oltre 362,76 chili in panette da centro grammi di hashish e 101,35 di fiori, per un totale di oltre 460 chili di prodotto. In realtà — spiega l’associazione — si trattava di derivati di cannabis sativa L. certificata, privi di efficacia drogante secondo i certificati d'analisi parziali tossicologici a disposizione dell'indagato. Il gip ha rigettato la richiesta di custodia cautelare in carcere del pm, ordinando invece l'immediata scarcerazione, senza nessuna misura cautelare. Nelle motivazioni, il giudice sottolinea che ‘allo stato non è affatto scontato che il materiale abbia efficacia drogante o psicotropa’ e che, senza analisi scientifiche valide e tracciate, non sussistono gravi indizi di colpevolezza”.
Con l’approvazione del decreto Sicurezza, il governo Meloni ha scelto di affossare un settore — quello della canapa — fiorente nel panorama imprenditoriale italiano, che valeva circa due miliardi di euro e che ha visto nascere migliaia di posti di lavoro. L’esecutivo ha messo fuori legge la produzione e la commercializzazione delle infiorescenze, anche quelle che avevano una quantità di Thc consentita e non drogante. Mentre sussistono una serie di incertezze interpretative, in questi mesi sono stati frequenti casi di sequestri (e arresti) che poi si sono risolti in un nulla di fatto, finendo però per distruggere il coltivato di mesi di lavoro o, addirittura, di privare della libertà personale semplici imprenditori.
Lo scorso luglio, in un caso diverso rispetto a quello odierno, il gip aveva disposto il dissequestro di quasi due tonnellate di infiorescenze per un controvalore di 18 milioni di euro (andati, letteralmente, in fumo). L’inchiesta della procura di Torino era partita nel luglio del 2023 e ipotizzava la messa in commercio di cannabis light con percentuali di principio attivo superiori ai limiti di legge. Il gip, nel decreto d’archiviazione, scrive che la vicenda va “ridimensionata alla luce dell’attività commerciale, essenzialmente lecita, svolta dagli indagati, della marginalità del materiale oltre soglia rinvenuto e della nota imprevedibilità” dei test. Inoltre “non è stata acquisita alcuna prova certa di un’alterazione volontaria del materiale lecitamente acquistato prima di rivenderlo”.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Governati dall'Ia - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 26 settembre, è disponibile in edicola e in app