Attualità
24 settembre, 2025I manifestanti di Palestine Action Italia bloccano la Rheinmetall: “L’Italia deve interrompere le collaborazioni che porta avanti attraverso Leonardo”. Ed evocano la legge Moro e la complicità nel genocidio
Un gruppo di attivisti pro Palestina si è incatenato davanti alla sede romana della Rheinmetall, un’azienda tedesca di armamenti. Il picchetto ha impedito l’utilizzo del cancello per l’ingresso delle merci e, come dichiarato dai tre attivisti, è stato organizzato per “bloccare l’attività lavorativa” nello stabilimento. Neanche l’arrivo sul posto delle forze dell’ordine ha interrotto la protesta dei pro-Pal che hanno rifiutato di slegarsi e, anche dopo che gli agenti hanno tagliato le catene ed identificato i partecipanti, hanno continuato il blocco seduti sull’asfalto.
Gli attivisti, che aderiscono alla campagna di Palestine Action Italia, chiedono a Rheinmetall di “interrompere qualsiasi attività di collaborazione con Israele ed il genocidio che sta perpetrando, incluse le forniture di mezzi, strumenti e/o armi”, chiamando in causa il quadro normativo di riferimento e le pene previste per chi fornisce mezzi, strumenti o armi.
I manifestanti citano l’articolo 5 della “legge Moro” (la 962 del 1967) che criminalizza gli atti direttamente volti a permettere un genocidio e vi associa una possibile reclusione da ventiquattro a trent’anni. L’attacco all’azienda tedesca diventa, come nel recente caso dei container di armi diretti in Israele bloccati nel porto di Ravenna, il modo per sollevare la questione politica delle forniture a Tel Aviv: “Chiediamo allo Stato Italiano di interrompere le proprie collaborazioni con Rheinmetall attraverso la Leonardo Spa, di cui è il maggiore azionista”.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Governati dall'Ia - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 26 settembre, è disponibile in edicola e in app