Attualità
26 settembre, 2025Riproponiamo un articolo pubblicato sul numero del 6 giugno 2025 in cui si mettevano in fila gli elementi che fanno da sfondo alla riapertura delle indagini sull'omicidio Poggi. Nel frattempo, l'ex procuratore capo di Pavia, Mario Venditti, è stato inserito nel registro degli indagati perché accusato di "corruzione in atti giudiziari" per scagionare Andrea Sempio
La fotografia che ritrae il corpo insanguinato, giù per le scale, di Chiara Poggi. Le congetture a proposito di chi sia stato a ridurlo così. Le più o meno fedeli ricostruzioni e i più o meno credibili supertestimoni che, a distanza di 18 anni, prendono coraggio e parlano. Biciclette nere e bordeaux, attizzatoi in fondo al fiume e vecchi scontrini sono l’aspetto pruriginoso e mediaticamente inaccettabile di una vicenda più complessa.
Se si spegnessero per un attimo i riflettori sull’omicidio avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, per cui è stato condannato Alberto Stasi, allora il coagulo di potere tossico, affari loschi, potentati occulti, favori fra politica e imprenditoria brillerebbe di luce propria, mostrando un sistema Pavia infetto e infestante che tocca interessi non solo locali, ma nazionali. A rischiararlo, con grande fatica – visto l’ingombrante peso della curiosità malsana sul caso Poggi – è la procura di Pavia. Rinata con l'arrivo quasi per caso del sostituto procuratore Fabio Napoleone che puntava a Brescia, ma è capitato qui, in un territorio economicamente depresso – ancora brucia il fallimento della storica fabbrica di macchine per cucire Necchi, ridotta a una distesa di amianto da bonificare –, dedita all’agricoltura e aggrappata al prestigio dell’università dell’ospedale San Matteo.
È il contesto, che va compreso, per capire come mai il caso Garlasco sia stato riaperto ora. Va detto che Pavia non è un territorio vergine: qui aveva il suo studio Pino Neri, il boss della ’ndrangheta e avvocato tributarista al centro dell’inchiesta Infinito, la prima a parlare della mafia al Nord; e proprio a Pavia era direttore sanitario della Asl Carlo Chiriaco, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa in quella stessa inchiesta. L’unico flebile anello di congiunzione, che ci riporta a quegli anni, è l’ex eurodeputato Angelo Ciocca: in un filmato del 2009 incontra il boss Pino Neri.
La provincia pavese è anche massoneria: secondo fonti ufficiali del Grande Oriente d’Italia qui insistono 10 logge massoniche, più altre obbedienze, come la Gran Loggia d’Italia degli Alam, l'Ordine Massonico Tradizionale italiano. Esclusa Milano, nessun’altra provincia lombarda ha un così alto concentrato di potentati occulti.
Ma torniamo alle inchieste avviate da Napoleone e dal nuovo aggiunto arrivato dalla procura di Milano, Stefano Civardi. Clean 1 prende le mosse da un blitz in Asm Pavia, società di smaltimento rifiuti, il 27 novembre 2023: vengono sequestrati documenti, telefoni e computer. Oltre a decapitare i vertici della società e mettere nei guai il sindaco del comune di San Genesio, Enrico Tessera, viene scoperchiato un sistema in cui è coinvolta anche la società di Ciocca, la Civiling Lab, che ha goduto per anni di dubbi affidamenti diretti per appalti da centinaia di migliaia di euro. Il leghista non è indagato in questo filone – lo sarà a novembre 2024 per corruzione in un’altra inchiesta che porterà ai domiciliari il sindaco del Carroccio di Vigevano, Andrea Ceffa, ora tornato libero per decorrenza dei termini di custodia cautelare – ma lo è un suo socio, Gianluca Di Bartolo.
Tra i cellulari sequestrati nel blitz in Asm c’è anche quello dell’ex comandante del nucleo informativo dei carabinieri, Maurizio Pappalardo, ora in pensione e ai domiciliari. L’esame della copia forense del suo telefono offrirà degli spunti investigativi interessanti che hanno aperto il fronte alla nuova inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, Clean 2. Infatti, a metà novembre Pappalardo e l’imprenditore edile Carlo Boiocchi finiscono ai domiciliari, mentre il carabiniere forestale, per tanti anni in servizio in procura a Pavia, Antonio Scoppetta, viene incarcerato a San Vittore per corruzione. «Da Clean 2 emerge una fitta rete di persone che si scambiano favori e ottengono utilità, in alcuni casi, anche somme di denaro, benefici nell’acquisto degli immobili. Più in generale emerge l’ipotesi di un Sistema Pavia basato su relazioni, reati tenuti in piedi da una rete di conoscenze dove pubblici ufficiali si mettono a disposizione per perseguire fini privati e per perseguire interessi propri e di altri, di amici», racconta a L’Espresso la cronista della Provincia Pavese, Maria Fiore.
Da quando Scoppetta è in carcere, la Procura viene inondata da un fiume di esposti. Molti iniziano a parlare, per timore di essere tirati in ballo proprio da Scoppetta o dagli altri indagati e di finire in un’inchiesta che, nel frattempo, si sta espandendo a macchia d’olio e incidentalmente sta scoperchiando altre vicende. Il legale scelto da Pappalardo è Maria Teresa Zampogna. Nel 2018 la sua nomina al comitato tecnico scientifico antimafia di Regione Lombardia suscitò polemiche a causa della sua difesa di imputati in processi di mafia, fra cui il già citato Chiriaco, potente responsabile della sanità locale vicino ai clan. Mentre Scoppetta è difeso dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni, lo stesso della famiglia Poggi. Lo stesso che trascinò in Tribunale l’allora maresciallo dei carabinieri Francesco Marchetto che aveva manifestato dubbi su come erano state condotte le indagini del caso Poggi. Marchetto aveva iniziato a indagare sulle gemelle Paola e Stefania Cappa, ora tornate (da non indagate) al centro del giallo di Garlasco, ma a quel punto – almeno stando ai suoi racconti – era stato allontanato dalle indagini. Il padre delle Cappa, Ermanno, è a capo di uno degli studi tributari più famosi di Milano.
Per Scoppetta, Pappalardo e per un altro carabiniere coinvolto in Clean 2, Daniele Ziri, all’epoca in forza al Nucleo ispettorato del lavoro, il 12 giugno si è aperto il processo con rito abbreviato. L’accusa fornirà prove di donne, auto, soldi, rapporti politici, giocate al casinò. Una strana passione tutta pavese, quella per il casinò. L’ex procuratore Mario Venditti è presidente del casinò di Campione, dove meno a maggio i nuovi magistrati pavesi hanno ordinato una perquisizione. Venditti non c’entra niente: è coinvolto un imprenditore agricolo pavese a cui è contestata un’evasione fiscale da un milione di euro e riciclaggio. Niente di nuovo per i casinò, sempre più lavatrici per pulire denaro sporco. Negli anni, presidente lo era stata la prefetta di Pavia, Erminia Rosa Cesari.
Ma torniamo al giro di indagati eccellenti, perché da qualche settimana tra questi c’è anche Venditti. Coinvolto in una costola delle indagini sui carabinieri, il caso non c’entra direttamente con quello Poggi – l’ex procuratore viene tirato in ballo perché nel 2017 ha velocemente archiviato le accuse contro Andrea Sempio, colui che oggi viene accreditato come potenziale colpevole, e molto dipenderà dall’incidente probatorio del 17 giugno – ma potrebbe comunque dire qualcosa sul contesto in cui si è consumato e su cui si è indagato sul delitto di Garlasco. Da Pavia gli atti sono stati trasmessi per competenza alla procura di Brescia, che sta conducendo accertamenti sui fondi e sulle intercettazioni fatte dalla procura pavese, appaltate ai titolari del ristorante stellato cittadino Lino, i fratelli Cristiano e Raffaele D’Arena, soci della società Esitel. Parecchio conosciuti in città, i due sono figli di Agostino D’Arena, ex luogotenente dei carabinieri a lungo nel Ros. I fratelli erano molto vicini a Scoppetta, tanto che il maresciallo dell’Arma ora in carcere aveva un’auto «fornita» proprio «dai fratelli D’Arena». Nel marzo 2020, Scoppetta chiedeva «a Pappalardo di favorire presso la sovrintendenza di Milano il ristorante» dei D’Arena.
In questo sistema-Pavia dai contorni foschi c’è un elefante nella stanza che torna spesso – la Lega – che proprio in questa provincia ha uno dei suoi ultimi fortini. Venditti, infatti, è assistito dall’avvocato Domenico Aiello, che difende anche Angelo Ciocca, l’europarlamentare del Carroccio che 16 anni fa incontrava il boss Pino Neri e ora, dopo il cambio al vertice in procura, è indagato per corruzione. Aiello non è uno qualsiasi. Si avvicina alla Lega ai tempi di Roberto Maroni, quando condividevano gli stessi uffici legali. Originario di Catanzaro, ha uno studio legale vicino a San Babila, a Milano, e fra i suoi clienti figurava lo stesso Maroni, accusato di finanziamenti illeciti alla Lega nell’indagine sull’ex di Finmeccanica Giuseppe Orsi, e negli anni gestisce tutti i dossier più delicati del Carroccio, a partire da quello dei 49 milioni del partito, diventando l’avvocato di riferimento di via Bellerio.
Venditti non ha mai nascosto più di tanto la sua vicinanza alla Lega. Come per esempio quando nel 2020 era seduto in prima fila a un comizio del Carroccio prima del ballottaggio a Legnano in compagnia anche di Ciocca. E qui entra in gioco un altro pezzo dell’intricato mosaico pavese. Qualche mese dopo, nel luglio del 2021, l’assessore leghista di Voghera, Massimo Adriatici, spara e uccide un senzatetto, Youns El Boussettaoui: invoca la legittima difesa, uno dei principali cavalli di battaglia del Carroccio. Venditti e Adriatici si conoscono, nei mesi precedenti si scambiano anche alcuni messaggi. E il procuratore, oltre a rifiutarsi di ricevere i legali della vittima, all’indomani dell’omicidio sostiene si tratti di «un chiaro episodio di legittima difesa». L’autopsia, tra l’altro, viene disposta in fretta e furia senza avvisare gli avvocati. Così l’assessore finisce indagato per eccesso colposo in legittima difesa. Ma le indagini proseguono – a Pavia arriva Napoleone – e ad Adriatici viene contestato l’omicidio volontario. Rischierebbe fino a 21 anni di carcere.
Nell’autunno del 2024, poco prima che Ciocca finisca in disgrazia, la sindaca di Voghera Paola Garlaschelli cambia casacca: da civica in quota Lega, sale sul carro di Fratelli d’Italia. Pochissime settimane dopo si apre l’inchiesta sull’ex europarlamentare, parallelamente a quella su Adriatici. Una probabile mossa politica e niente più, quella della sindaca, che avrebbe scelto di puntare sul cavallo vincente, quello meloniano. La sorella della sindaca è gip a Pavia e sul suo tavolo ci sono molti dossier di quest’intricato puzzle: il caso Poggi, ma anche le indagini sulla corruzione in Comune a Vigevano in cui è coinvolto Ciocca. Semplice coincidenza, probabilmente, ma che dice molto sulla rete di contatti e potenziali connivenze che circondano la provincia pavese. Che aiutano a unire i puntini di quel coagulo di potere tossico, di favori fra politica e imprenditoria che fanno da sfondo al caso Poggi. E che potrebbero far brillare d’altra luce il delitto di Garlasco, tornato – a 18 anni di distanza – nel tritacarne mediatico.
Aggiornamento: Mario Venditti indagato per "corruzione in atti giudiziari"
Il 26 settembre gli uomini della Guardia di finanza hanno eseguito una serie di perquisizioni a casa dei genitori di Andrea Sempio. L'ex procuratore capo di Pavia, Mario Venditti, risulta indagato per "corruzione in atti giudiziari", nel caso che ha portato all'archiviazione della posizione di Sempio. Lo scorso 14 maggio, a casa dei genitori di Sempio è stato ritrovato un foglio che riporterebbe le cifre "20/30", seguite dal simbolo dell'euro, dal nome "Venditti" e dalla frase "gip archivia". L'appunto risalirebbe ai primi giorni del febbraio del 2017, prima dell'8 di quel mese in cui a Sempio venne notificata per la prima volta l'indagine a suo carico per la morte di Chiara Poggi.
Le successive analisi patrimoniali solleverebbero i sospetti su un trasferimento di denaro - 40 mila euro - inviati dalle zie paterne di Andrea alla famiglia Sempio. Secondo le ultime fonti di stampa, chi indaga starebbe cercando di verificare se quella somma venne poi prelevata dai genitori di Sempio e girata, almeno in parte, a Venditti.
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