Attualità
5 settembre, 2025Articoli correlati
La denuncia di Matteo Cecchelli, primo cittadino di San Giuliano Terme: "Profondo clima di disumanizzazione, ma chi crede di intimidirci sbaglia profondamente. Marah è morta di genocidio, un genocidio portato avanti dal governo Israeliano"
Una lettera minatoria spedita da Oltreoceano e diretta al sindaco di San Giuliano Terme, Matteo Cecchelli. La sua “colpa”? Aver organizzato due settimane fa il funerale di Marah, che proprio oggi — 5 settembre — avrebbe compiuto vent’anni ma che è morta a due giorni dal ricovero nell’ospedale di Pisa dove era arrivata malnutrita e in gravi condizioni da Gaza. La lettera, come denunciato dallo stesso primo cittadino, contiene "insulti volgari, intimidazioni e un linguaggio intriso d'odio, contro di me perché ho accolto con umanità e solidarietà Marah morta dopo essere riuscita a fuggire da Gaza per curarsi a Pisa”. E arriva non dall’Italia ma da Carol Stream, città vicina a Chicago.
Secondo Cecchelli, “il fatto che un sindaco italiano venga insultato e minacciato da Oltreoceano per aver accolto con rispetto e dolore una giovane vittima civile dimostra quanto sia profondo il clima di disumanizzazione e di avvelenamento del dibattito pubblico mondiale. Ma se chi minaccia crede di intimidirci, sbaglia profondamente”. "Marah — ha proseguito — non è morta per caso. Marah è morta di genocidio, un genocidio portato avanti dal governo Israeliano. È una delle oltre 64 mila vittime civili della carneficina in corso a Gaza, un'area martoriata dove i diritti umani vengono calpestati ogni giorno. E sconcertano il silenzio e l'indifferenza delle istituzioni più alte del nostro Paese”.
Il sindaco della cittadina in provincia di Pisa ha trasmesso la lettera agli inquirenti per valutare “possibili profili di reato, tra cui l'incitamento all'odio e l'intimidazione nei confronti di un'istituzione democratica della Repubblica Italiana”. “Purtroppo non possiamo fargli gli auguri — ha concluso Cecchelli — ma possiamo continuare ad impegnarci per contribuire alla fine di questo massacro”.
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