Le giornaliste e i giornalisti italiani sono in sciopero per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro scaduto da dieci anni.
In questo tempo gli editori hanno investito molto poco nel prodotto, nonostante le sovvenzioni pubbliche, e hanno tagliato il costo del lavoro con la riduzione degli organici attraverso gli stati di crisi, mentre le retribuzioni dei giornalisti sono state colpite dall’inflazione cresciuta del 20%. I dipendenti sono così diminuiti, ma è aumentato a dismisura lo sfruttamento di collaboratori e precari: pagati pochi euro a notizia, senza alcun diritto e senza futuro.
Le proposte degli editori, tagliando il salario dei neo assunti, rischiano di esasperare la divisione generazionale nelle redazioni non cogliendo le prospettive digitali del settore.
Non ne facciamo una battaglia corporativa. Pensiamo che un’informazione libera e plurale, che sia controllo democratico, abbia bisogno di giornalisti autorevoli e indipendenti, che non siano economicamente ricattabili. Solo così potremo garantire il rispetto per i cittadini e i lettori, per l’articolo 21 della Costituzione.
L'assemblea dei giornalisti e delle giornaliste de L’Espresso condivide integralmente le ragioni dello sciopero e ha affidato al comitato di redazione un pacchetto di 5 giorni di sciopero da utilizzare nel corso della lotta sindacale per il rinnovo del contratto, così da rendere efficace la protesta dati i tempi di lavorazione e uscita del settimanale.
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